Nelle prime ore del 28 giugno 1969, nello Stonewall Inn, storico locale gay di New York, è nato il movimento di liberazione gay. I racconti su quello che è successo quella notte sono vari e diversi ma la versione più accreditate è che una transgender abbia tirato una bottiglia alla polizia che stava compiendo l'ennesima incursione violenta della polizia nel locale. Dopo quel gesto tutti gli altri presenti, preso coraggio, hanno cominciato a reagire ai poliziotti e ne sono nati i "moti di Stonewall", durati alcuni giorni.
"Solo nella prima notte vennero arrestate 13 persone e vennero feriti quattro agenti di polizia, oltre a un numero imprecisato di dimostranti. Si sa comunque che almeno due dimostranti vennero picchiati selvaggiamente dalla polizia (Duberman, pp. 201-202). Bottiglie e pietre vennero lanciate dai dimostranti che scandivano lo slogan "Gay Power!".La folla, stimata in 2.000 persone, battagliò contro oltre 400 poliziotti. La polizia inviò rinforzi composti dalla Tactical Patrol Force, una squadra anti-sommossa originariamente addestrata per contrastare i dimostranti contro la Guerra del Vietnam. Le squadre anti-sommossa arrivarono per disperdere la folla, ma non riuscirono nel loro intento e vennero bersagliate da pietre e altri oggetti. Ad un certo punto si trovarono di fronte a una fila di drag queen che le prendeva in giro cantando: We are the Stonewall girls We wear our hair in curls We wear no underwear We show our pubic hair We wear our dungarees Above our nelly knees! ("Siamo le ragazze dello Stonewall / abbiamo i capelli a boccoli / non indossiamo mutande / mostriamo il pelo pubico / e portiamo i nostri jeans / sopra i nostri ginocchi da checche!")"
[da Wikipedia]
Dicevo degli inizi della rivolta. Qualcuno disse che la prima transgender a tirare la bottiglia fu Sylvia Rivera. Lei stessa al World Pride del 2000 ha raccontato, a Porpora Marcasciano, che non fu la prima, ma la seconda! Per anni dopo lo Stonewall, la Rivera è stata dimenticata ma al ventesimo anniversario di quella rivolta, finalmente riuscì a prendere la parola e disse: Al festeggiamento del 20 anniversario della rivolta di Stonewall, riuscendo a fatica a prendere la parola, ricorda che: «La scintilla della rivoluzione, l'abbiamo iniziata noi checche, travestiti e puttane. Dove stavate voi, che eravate nascosti allora e venite a raccogliere gli allori adesso, di una rivolta della quale non avete alcun merito?».
Sylvia Rivera ci ha lasciato nel 2002, con una preziosa eredità: il nostro Pride!
E' lunedì, 25. E' passata poco più di una settimana dal Pride. Ma è passata anche poco più di una settimana anche da un altro piccolo evento. Quasi in concomitanza con l'inizio del Pride infatti è cominciata una nuova avventura: GayToday.it. E' passata una settimana e, nonostante io poi sia tra gli ideatori e redattori del sito, ne parlo solo ora. Ho voluto aspettare, un pò perchè in generale non ho avuto molto tempo per scrivere, un pò perchè volevo farlo valutando come andava.... e va bene! Dopo meno di 10 giorni siamo a 125 iscritti! Ci speravo naturalmente, ma non credevo che già da subito rispondessero così in tanti.
Ma non sto qui a fare un post autocelbrativo. Volevo semplicemente parlarvi di un'idea che portavo avanti da mesi e che l'incontro con altri blogger e non l'ha fatta diventare realtà. Una bella realtà. Ci eravamo incontrarti mesi fa, la prima volta eravamo in otto in un pub vicino Porta Portese, ora siamo quasi una ventina. Leggendoci, o parlando con i nostri amici avevamo capito, ognuno individualmente, che sentivamo il bisogno di confrontarci e di impegnarci. Non riuscivamo più a vivere passivamente tutto quello che succedeva intorno alle nostre vite, ai nostri diritti, ai nostri doveri. Non riuscivamo a rassegnarci ad un movimento glbt troppo litigioso e diviso. Dopo la conoscenza virtuale, dopo aver capito quanto fosse importante coinvogliare quelle nostre forze inespresse, ci siamo incontrarti. Sono passati quasi due mesi e ci siamo visti ogni settimana quasi ininterrottamente. Non abbiamo smesso di guardarci intorno e col tempo abbiamo notato che qualcosa stava cambiando: il Roma Pride pian piano assumeva le forme di una piattaforma realmente unitaria. Indaffarati per dare alla luce in tempo per il Pride il nostro aggregatore (con una marcia in più) abbiamo aspettato fiduciosi il 16 giugno. Quel giorno non abbiamo potuto che constatare, come molti altri, quanto l'unità faccia bene al movimento. Anche se non ci fosse stata tutta quella partecipazione, eravamo convinti che la forza e la passione di ognuno, anche del meno visibile, non dovesse andare persa. Volevamo creare una piazza virtuale dove far incontrare tutti, non solo i glbt, ogni giorno, e dove permettere a tutti di confrontarsi, riflettere e avere la possibilità di dire la sua in un mondo, quello politico, che spesso si rinchiude autoreferenzialmente su se stesso. Questo è quello che vuole essere Gaytoday, un nuovo movimento d'opinione che possa far riflettere tutti, anche i più lontani dal nostro mondo!
E' il momento dei ringraziamenti ora, o sbaglio? Grazie a le Fate Luca, Francesco, Roberta e Viola (ed alle fate nuove arrivate Rita e Simona), a Cristiana, Fireman, Rikkardino, Xavier, Daniela e Marica (non vedo l'ora che creino il loro blog), Marzia.... beh spero di non aver dimenticato nessuno! Anche solo passare una paio d'ore o poco più, insieme, ogni giovedì, è sempre un grande piacere per me, un bel momento di crescita ed arricchimento. Farlo con per un progetto e per degli ideali comuni, è ancora più entusiasmante. E spero che tutto questo traspaia sempre meglio, di pari passo con la nostra crescita, nel nostro Gaytoday!
E voi che mi leggete, anche solo per caso, siete tutti i benvenuti!
Non ho visto il TG2 ieri sera, ma pare sia stato un bene: mi sono risparmiato un pò di rodimenti di fegato. Lo "scandalo" però imperversa sui vari siti gay, non ultimo il nostro aggregatore Gaytoday, e quindi in differita il fegato si sta lamentando.
L'onorevole (de che?) Buttiglione, meglio conosciuto per la figura di merda, alla Commisione Europea che per le sue gesta da ex ministro del governo Berlusconi, parlando di pedofilia ha di nuovo spudoratamente associato questa deviazione all'orientamento omo-sessuale. Beh non a caso è uno di discepoli più apprezzati da quelli d'Oltretevere e da loro, ennesima dimostrazione alla mano, ha imparato molto. Non ha imparato però quella bellissima storiella della pagliuzza e della trave. Dopo un servizio in cui si parlava del "Boy Love Day", quello che qualcuno ha rinominato il giorno dell'orgoglio pedofilo, il Tg2 ha trasmesso un "appello" di Buttiglione che rivolgendosi alle associazioni gay chiedeva che queste, e quindi noi tutti glbt, condannassimo senza mezzi termini la pedofilia. A parte ricordargli che le associazioni gay condannano la pedofilia da tempo ormai immemorabile e a parte constatare che l'altro nome scelto per la giornata di domani "orgoglio pedofilo", non è stato scelto a caso, soprattutto considerando tutti i precedenti (vedi dichiarazioni di Bagnasco & Co., vedi manifestazioni contro la pedofilia proprio quando in Italia si parla di omosessualità), non mi rimane che ricordare la storiella della pagliuzza e della trave... E la trave non ce l'abbiamo noi!
E per carità il Buttiglione non faccia la vittima, qui la colpa più grossa è del servizio televisivo pubblico. Libertà d'opinione si, ma per tutti!
Ddl antiviolenza fa un passo avanti. Effetto Pride?
Dopo i ripetuti episodi omofobici che da anni si ripetono in Italia e che hanno avuto un allarmante aumento negli scorsi mesi, il Governo Prodi, con il sostegno di tre suoi ministri (Mastella, Amato e Pollastrini) a dicembre ha approvato un Ddl antiviolenza che prevedeva tra l'altro l'estensione della legge Mancini anche per la discriminazione in base all'orientamento sessuale e identità di genere. Quel Ddl come quello sui Dico, che lo ha seguito un mesetto dopo, sembrava essersi arenato. E invece scopriamo che prosegue il suo iter parlamentare: oggi sono stati ascoltati Aurelio Mancuso e Francesca Polo rispettivamente per Arcigay e Arcilesbica. Sarà un effetto del Roma Pride? Ricordiamoci infatti che sia il manifesto politico della manifestazione che più di un intervento dal palco di piazza San Giovanni faceva esplicitamente riferimento alla richiesta di approvazione del Ddl governativo. Voglio sperare che sia così, non voglio dover continuare a pensare che alla nostra piazza nessuno darà ascolto come invece è stato dato alla stessa piazza del Family Day!
Un Pride che nessuno ha potuto ignorare. Per il numero di persone che hanno partecipato ma soprattutto per il messaggio politico lanciato da tutti i microfoni: Prodi hai perso il nostro appoggio. E questa ennesima grande contestazione a Prodi - forse la più grande da quando è al potere - ed al suo governo ultrademocristiano non poteva non essere sfruttata dalla stampa vicina al centrodestra. Grandi titoli e articoli sia sul Giornale che su Il Tempo, che usano gli attacchi che venivano dalla nostra piazza solo per avversare Prodi non come chiaro messaggio di un movimento politico che chiede diritti. Hanno pure fatto finta di non notare che la nostra piazza ha battutto quella del Family Day, l'importante era attaccare Prodi.
Ma c'è anche chi, da destra, ha guardato alla nostra manifestazione da dentro ed è stato in grado di carprire sensazioni ed emozioni che hanno lasciato indifferenti la stampa tradizionale. Ideazione, la rivista di cultura politica molto vicina all'area (veramente) liberale del centrodestra, aveva un suo inviato sul campo ed oggi nella sua sezione "daily" ha pubblicato un articolo sul Roma Pride visto da destra. Non si parla solo, come negli altri giornali filo-berlusconiani, delle tante contestazioni a Prodi ed ai suoi amici bacia pile ma anche della grande partecipazione di migliaia (?) gay elettori di centrodestra, capeggiati da GayLib e dalla delegazione dei Riformatori Liberali di Della Vedova e Taradash. Insomma leggetevi un bell'articolo, non troppo fazioso, sul Gay Pride visto da un elettore - sicuramente liberale - di centrodestra. Buona lettura e aspetto commenti! Perchè lo so, a qualcuno che non tutta la destra sia conservatrice ed omofoba fa ancora storcere il naso e allora parliamone... forse veramente questo Pride, tra le tante altre cose, è servito a sdoganare i gay di centrodestra? Siamo pronti ad averli al fianco nostro?
Ancora ebbri del grande successo del Roma Pride, stamattina molti di noi si sono svegliati con un motivo in più di allegria. Per molti gay il 18 giugno, è festa nazionale, un giorno importante tanto quanto quello del Pride. E quest'anno la vicinanza tra le due date era proprio una bella coincidenza. Sono quasi certo che ognuno dei 40 carri del Pride di sabato abbia messo almeno una canzone della mitica Raffa nazionale, l'icona gay Made in Italy per eccellenza. Perchè lo sia pochi lo sanno e nemmeno lei l'ha mai capito, forse all'inizio non le piaceva nemmeno quest'etichetta. Riveste questo ruolo da anni ormai e forse all'inizio era più difficile ma poi ha capito l'essenza delle cosa, ha capito che a volte nella vita si "ha un feeling senza parlare". Ci siamo fidati di lei, abbiamo capito la sua bontà e intuito la sua intelligenza nel superare tutti gli stereotipi su di noi ("ci saranno persone più intelligenti o meno intelligenti, più cattive o assolutament dolcie") e quando ha riconosciuto questo feeling particolare ci ha "prima rispettato e poi amato". Raffaella se ognuno di noi avesse potuto ti avrebbe mandato gli auguri e saresti stata sommersa da una valanga di messaggi. Ma non possiamo, lo ha potuto fare però, sicuramente, Tiziano Ferro e allora noi ci uniamo a lui e ti dedichiamo la sua "Raffaella è mia", che a te tanto piace. Auguri Raffa!
Ma oggi purtroppo ci siamo svegliati, o molti si sono addormentati ieri, con una notizia triste: è morto Gianfranco Ferrè. Non possiamo dire che fosse vicino a noi, conoscerlo è stato un onore e un privilegio di pochi, ma si sa che tra il nostro mondo e quello della moda c'è un legame molto stretto, forse addirittura troppo stereotipato. E Ferrè era tra i maggiori esponenti del mondo della moda italiana e non. L'architetto della moda. La sua morte ci colpisce quindi al di là dei facili preconcetti e ci colpisce come a ogni italiano che ha potuto vedere in lui uno tra i migliori sponsor dell'italianità. Grazie Gianfranco!
I colori della parità, della dignità e della laicità
Scrivere con ancora dento di sè le emozioni della grande giornata che si è vissuta è difficile. Sembrano parole fatte, ma non è così. Ho fatto qualche Pride ed altre manifestazioni ma mai come ieri ho sentito di far parte della storia. Ieri è sta una giornata storica! Il milione, o poco meno, di persone che erano intorno a me hanno sicuramente avuto la stessa impressione.
Amiche venute dall'Abruzzo proprio per il Pride, amici di lunga data che per la prima volta hanno partecipato ad un Pride, nuovi amici con cui sto costruendo un'esperienza di confronto bellissima, questi stessi nuovi amici che al Pride ci vanno dal lontano 1994, amici e conoscenti incontrati per strada, amici sentiti il giorno dopo su msn, tutti - senza eccezioni - hanno avuto la stessa impressione: una giornata che segnerà la nostra storia, la storia laica di questo paese!
Mentre scrivo sento "La storia siamo noi" e "Viva l'Italia", le dedico a tutti voi!
Quella di ieri è l'Italia che mi piace, "l'Italia liberata" dai pregiudizi e dall'integralismo religioso, e noi stiamo facendo la storia, stiamo facendo in modo che l'Italia diventi veramente un bel paese!
La polemica qualcuno alla fine è riuscita a farla saltare fuori. Non dal Vaticano, purtroppo, come avremmo preferito ma dal Governo e da un suo membro sempre molto vicino alla nostra causa. La Pollastrini, a cui dopo Fassino le si dovrà chiedere di dire "qualcosa di gay", rispondendo ai suoi compagni del PD ha tenuto a precisare che il patrocinio del suo Dipartimento era solo alle attività culturali e non alla parata nè tantomeno al suo manifesto politico. A tutto questo, soprattutto perchè veniva dalla ministra per le Pari Opportunità, il coordinamento organizzatore del pride di domani non ci sono stati. Hanno fatto un comunicato stampa e tolto dal sito ufficiale del Pride il logo della Presidenza del Consiglio (ma inserendolo per il "Gabinetto del Ministro per le politiche giovanili e attività sportive"- patrocinio dato dalla ministra Melandri per le attività sportive). La Pollastrini amareggiata per questa dura presa di posizione ha tenuto a chiarire che «non era nelle mie disponibilità di ministro patrocinare una piattaforma politica che voi avete autonomamente approvato e che contiene legittimamente richieste e proposte che non rientrano nel programma della coalizione e del governo». «Credo sia scontato esprimere la mia adesione ideale e politica alle battaglie di civiltà e di rispetto della dignità di ognuno, che animano le coscienze più attente e lungimiranti del nostro paese. Anche per questo mi sento vicina al Roma-Pride».
Comunque pace a metà. La Pollastrini al contrario dei suoi colleghi Bonino, Mussi, Ferrero e Pecoraro Scanio, molto probabilmente non parteciperà alla parata. Vuole ancora il nulla osta da Romano Prodi che salvo qualche miracolo non darà. Plauso quindi ai coraggiosi ministri che parteciperanno!
Come al solito vi ricordo il sondaggio, che non vorrei rimanesse così pessimistico come è fino ad ora! Da altre parti, fortunatamente, sono molto più ottimisti!
Mancano due giorni al Pride e la polemica langue, come denunica pure Grillini. E c'è quasi da rimpiangere lo scontro aperto tra laici e cattolici che fino a qualche settimana fa riempiva pagine e pagine di giornali. Con accurato tempismo e maliziosa intelligenza ora tutto tace. Non si vogliono ripetere gli errori del passato. Il World Pride ha insegnato molto ai politici di Palazzo Chigi e del Vaticano: creare polemiche significa fare il nostro gioco. Nel 2000 infatti, come molti ricordano, fu "grazie" alle imporvvide dichiarazioni di Amato allora Presidente del Consiglio, al patrocinio del Comune prima concesso e poi ritirato, alle mille diatribe sul percorso e alle continue fatwe cattoliche che il pride giubilare ha avuto la massima partecipazione registrata in un pride italiano. E anche vero che l'Italia delle intercettazioni e del governo instabile è tutta concentrata su altro, di spazio ce n'è sempre poco per noi. Siamo sfortunati e capita che quando cerchiamo attenzione questa sia, per coincidenza, riversata su tutt'altre cose? Chissà!
Comunque in qualche modo, ultimi tentativi di sollevare polemiche, gli organizzatori li stanno facendo. Mancuso stuzzica i DS, che hanno dato una "mezza adesione" alla manifestazione. Critica giusta a cui, molto frettolosamente, è stato risposto che una delegazione (tre persone sono una delegazione?) del partito parteciperà anche alla parata, ma è sbagliato comunque prendersela solo con loro. Quanti altri partiti hanno dato la loro convinta adesione? Non pochi! Ma quanto stanno "partecipando"? Quanto stanno richiamando i loro elettori all'impegno di sostenere la nostra causa? Come avevo notato già qualche giorno fà e come qualcuno ora dice nei forum, nessun partito aderente ha messo sulla sua homepage un richiamo al Roma Pride. Solo Rifondazione Comunista con il banner ed un articolo di Liberazione. Poi ieri ho visto i manifesti di un'incontro promosso dai DS-Ulivo alla festa dell'Unità con Zingaretti ed i tre portavoce del coordinamento organizzativo. Ma serve a poco soprattutto se a ridosso della manifestazione. La mobilitazione non si crea così!
Un'altra polemica che però non mi piace nasce anche all'interno, ovvero con i Radicali che avrebbero voluto poter parlare dal palco ma gli è stato risposto che sarà data voce solo a personaggi storici del movimento. Peccato che i Radicali lo siano: hanno sempre lottato al nostro fianco e sono i stati i primi ad offrire le loro sedi all'allora neonato FUORI. La mia comuque è una difesa troppo di parte, si sa quanto mi sento legato ai Radicali.
Altri malumori interni potrebbe crearli l'invito che Luxuria ha fatto alle sue amiche trans di sfilare "belle e colorate", ma non in topless. Sinceramente sono d'accordo anche se sono convinto che in qualsiasi modo partecipassero alla parata i giornalisti si concentrerebbero comunque su di loro. Speriamo che questa volta possano farlo perchè notano la differenza con le altre edizioni.
Intanto, rimanendo sullo stesso tema, non posso che sottoscrivere l'invito che l'amica Cristiana Alicata ha rivolto ai direttori di giornali ed ai giornalisti.
Concludendo ricordo, a chi non lo avesse ancora fatto, di votare il mio sondaggio su "quanti saremo" dopodomani!
Non lo conoscevo, ma quando ho letto il suo nome, prima nella ML di Facciamo Breccia, poi su Queerblog, ho pensato che quel nome mi era familiare. La foto su Queerblog mi ha aiutato. Gianni Delle foglie, l'ho visto due giorni fa in "Il Diavolo nell'Acqua Santa", il film-documentario sul World Pride del 2000. Gianni, storico libraio della Babele di Milano, tra i primi attivisti del nostro movimento, ci ha lasciati la scorsa notte.
Non ti ho mai conosciuto, ma insieme a tanti glbt ti sarò sempre riconoscente per il tuo impegno, per il tuo coraggio, per la tua passione. Non posso dire che mi mancherai, perchè non ho mai avuto il piacere di incontrarti, ma tutto quello che hai fatto e che potevi ancora fare per noi mi mancherà!
Ieri ho inserito un sondaggio su quanti, secondo voi (e secondo me, ho votato pure io naturalmente) saremo al Roma Pride del possimo sabato 16 Giugno. Nonostante la semplicità con cui si può partecipare al voto (non bisogna fare registrazioni o altro) il "piatto piange". Solo undici voti! E pensare che le visite giornaliere a questo blog sono molte di più.... insomma votate, votate, votate!
Io credevo di aver esagerato soprattutto considerando che solo uno fino ad ora ha votato "più di 200.000" (per vedere direttamente i risultati premere su vote senza selezionare nessuna opzione) e invece c'è qualcuno che prevede un'affluenza ancora maggiore: apprendiamo dal Manifesto e da Repubblica che Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli, tra le associazioni più attive nell'organizzazione del Pride romano, si aspetta addirittura 500.000 persone e come minimo 200.000! Che dire? Sarebbe un sogno vedere Roma bissare il risultato di 7 anni con 500.000 partecipanti al World Gay Pride! Io per prudenza, forse eccessiva, per scaramaniza, per disillusione ho segnato un voto molto minore rispetto alle aspettative degli organizzatori, ma in cuor mio continuo a pregare che possa realmente essere come loro hanno predetto!
Regaliamo questo sogno a Roma, regaliamoci questo grande risultato, andiamo tutti al Pride!
P.S. piccola noticina di demerito a "il Manifesto", nonostante sia uno dei pochi quotidiani che parla della nostra manifestazione: ha scritto "Associazioni di gay, lesbiche, bisessuali e travestiti".... grave pecca non sapere utilizzare i termini giusti!
Come raramente succede mi trovo pienemanete d'accordo con una picola riflessione pubblicata su Gay.it. E' a firma di Caterina Coppola:
Il conto alla rovescia è cominciato. Mancano cinque giorni al 16 giugno, giornata scelta per il Gay Pride 2007 di Roma. I media non ne parlano, ma la comunità GLBT è in fermento. Continuano ad arrivare adesioni di personaggi noti della politica e del mondo dello spettacolo, il calendario degli eventi è fittissimo e ovunque in Italia si stanno organizzando pullman e treni per permettere a chiunque di raggiungere la capitale in tempo. Continua...
Intanto vi ricordo di votare il mio sondaggio su "quanti saremo" il 16 giugno.
Allo sportello, abbiamo chiesto all’operatore di Trenitalia se in occasione del Pride di sabato 16 giugno a Roma, ci fossero dei treni gratuiti oppure delle offerte. L’addetto non sapeva cosa fosse il Pride. Io ho allora specificato Gay Pride».«Avendo capito di che cosa si trattava - continua - ma non essendo in grado di rispondere, ha chiesto ad un collega che era seduto a pochi metri da lui nell’ufficio della biglietteria. Il collega ha detto di no, che non c’era nessuna offerta, e ha aggiunto la frase “Se vogliono andare a Roma a prenderlo nel c... che si arrangino”
Io fortunatamente vivo a Roma, quindi soldi a Trenitalia non li devo regalare! A prenderlo al culo ci vado ben felice di questo e con tanto orgoglio!
Riprendo dal blog degli amici e delle amiche Fate un bel appello per il prox Pride. Molto molto più meritevole di firma di quello per Lorella Cuccarini che tanto ci ha deluso!
La storia siamo (anche) noi Il 16 giugno scendiamo in piazza. Per dire che abbiamo una dignità ancora prima che dei diritti. Una dignità che è stata umiliata più volte da molti e che ha lasciato molti di noi indifesi davanti a tante, troppe aggressioni verbali e fisiche. E lascia quotidianamente molti, troppi di noi a vivere nel rifiuto, nel segreto, nella non accettazione di sè. Nella paura. E un uomo che ha paura è un pericolo per sè e per la società perchè non risponde ai valori più elementari. Un uomo che ha paura vive l'inferno quotidianamente, schiavo della paura di essere sè stesso. Per questo scendiamo in piazza. Ho un ricordo. Mille accendini che si accendono quando una dolce signora rossa di capelli si avvicina al microfono durante un concerto e dice "La storia siamo noi, nessuno si senta escluso". Ripeto, nessuno si senta escluso. La canzone, a dire il vero è di De Gregori. Ma lui non ha mai speso parole per i milioni di gay e lesbiche vessati e umiliati in questo paese. Lei lo ha fatto, in più occasioni, non ultima la sua intervista a "Pride" di qualche numero fa. E allora io ho un sogno che spero tutti voi mi darete una mano a realizzare. Vedere lei, Fiorella Mannoia, uscire dal palco in Piazza San Giovanni al gay pride e dedicarci "La storia siamo noi". Per ricordare a tutti noi, con la sua voce calda e imperiosa, che non siamo soli. E non siamo inutili. E non siamo da meno. Forza Fiorè, dacce una mano giorgio Per firmare basta cliccare qui e lasciare nome e cognome come risposta
Vi posto un'email che ho inviato alla ML dell'ormai pluricitato Collettivo Sui Generis. Contiene in forma un pò meno modi blog una rilfessione sulla partecipazione delle'associazioni glt a varie manifestazioni politiche e viceversa sulla (non) adesione e sulla (non) partecipatazione di collettivi e partiti al Pride.
Le ultime due email di Babara sulla vostra partecipazione alla manifestazione no bush no war mi danno l'occasione per porvi una domanda che mi sono posto negli ultimi giorni andando all'università (sto frequentando un corso di perfezionamento a Roma 3): i collettivi delle varie università che tipo di contributo stanno dando al Pride? Parteciperanno il 16?
Me lo chiedo perchè se ho visto la facoltà di lettere di Rm3 tappezzata di manifesti sulla manifestazione contro Bush, non ho visto accenni a quella del Pride. Tra l'altro i manifesti ufficiali della manifestazione hanno un richiamo al Roma Pride infondo.... ma quelli loro no. Non conosco la situazione delle altre facoltà ed università, non so se hanno previsto una partecipazione, anche se a guardare la pagina delle adesioni non c'è nessun collettivo universitario eccetto il Vs. Ho sempre pensato fossimo dalla stessa "parte" della "barricata". I glt danno il loro sostegno perchè a molte, tante, altre manifestazioni, perchè giustamente sono prima di tutto cittadini come tutti gli altri e poi cittadini glt. I glt parteciperanno domani perchè Bush è tra l'altro il più importante presidente omofobo. Ma perchè i collettivi universitari non partecipano alla nostra manifestazione? Le lotte che portiamo avanti, i temi su cui le portiamo avanti (soprattutto quest'anno: parità, dignità, laicità) non sono anche i loro?
Per carità non sono loro un capro espiatorio. Stesso discorso lo farei e lo faccio sui partiti (di sinistra), sempre pronti a dare la loro adesione e poi? Giusto i manifesti il giorno prima ed il giorno stesso per "salutare" il gay pride. Nessun incontro nelle sezioni, nessun invito pubblico a partecipare ai militanti del partito....
Perchè dobbiamo accollarci solo noi glt la riuscita della manifestazione? Chiaro sono "problemi" nostri, ma che riguradano in molti modi anche la vita di molti eterosessuali anche non a contatto diretto con noi!
Questo ritaglio è preso da "Queer", rubriaca di "Liberazione", dello scorso 3 giugno.
Già da tempo pensavo di scrivere almeno un paio di righe su questa moda ormai diffusa e da pochi compresa di "storpiare" quell'acronimo che già nella sua forma originale è ancora poco conosciuto. Ci pensavo da quando ho visto che ormai nei comunicati stampa delle associazioni sempre più spesso la L ha preso il primo posto, sulla scia di quel politically correct che vuole prima le signore e poi i signori, e da quando il collettivo Sui Generis - non so se per primo - ha messo la T al primo posto. Se fosse una scelta di gusto a mio modesto avviso, da comunicatore, penso sia poco utile anzi confonde ancora di più le idee di chi a mala pena riconosce il GLBT. Non a caso anche quando la stampa utilizza questa forma deve spiegarne, tra parentesi, il significato.
Le varie storpiature, quindi, secondo me, sono frutto di una scelta politica e di importanza. Scelta lecita, che non sto qui a discutere, ma che quantomeno non deve essere nascosta.
Un consiglio ai giornalisti non specializzati del settore, nel dubbio.... non usate nessuna di queste! Siamo gay, lesbiche, bisessuali e transgender (sta moda poi di mettere la Q di queer... bah!). Detta così occupiamo molto più spazio ma è lo stesso con le dovute parentesi per spiegare la sigla a chi non è (ancora) avvezzo.
Una nuova edizione del libro Omosessuali moderni di Barbagli e Colombo sfata il mito dell'amore instabile e poco duraturo delle coppie omosessuali:
Il libro dei sociologi Barbagli e Colombo: uno su due porta l'anello come simbolo di fedeltà, quasi scomparsi i vecchi stereotipi Le nuove coppie gay? Sempre più fedeli Stabili e con un rapporto paritario: «Sembrano eterosessuali». Bologna la capitale.
Quanti dei profeti d'Oltretevere se ne convinceranno? E quanti dei loro fedeli bacia pile?
A me una cosa non convince: che Bologna sia la "capitale gay" italiana. Mi sembra, come mi suggerisce un'amica, una visione "arcigaycentrica"!
Pubblicizzando la festa organizzata dal collettivo universitario Sui Generis, ho inserito anche una piccola presentazione che fanno di loro stessi. E' un testo che avevo già letto in precedenza, essendo iscritto alla loro ML, ma colpevolmente non lo avevo fatto prestandovi la dovuta attenzione. Più attenzione l'ha messa un mio lettore, Giò, che ha fatto notare quanto fuorviante possa essere l'uso dell'espressione "scelta sessuale" e poi in seguito solo "scelta".
Un notazione a cui potevo rispondere direttamente io e che farò, naturalmente esprimendo un mio parere personale, ma prima riporterò la risposta di una delle membre più attive del collettivo. Ho infatti inviato in ML in commento lasciando loro di dire la loro. Barbara ha risposto così:
Io credo che va rivendicata la libertà di scelta quando si parla di sessualità e orientamento sessuale...non mi è chiaro perchè dire che l'omosessualità sia una scelta rafforzi un pregiudizio...io ho scelto di non essere eterosessuale...il mondo che mi circonda, la scuola, l'educazione, forniscono modelli di identificazione prettamenteeterosessuali...io credo che nel nostro mondo non si sceglie di essere eterosessuali... piuttostoso bene che per molte gay e lesbiche l omosessulaità èvista come la naturale inclinazione del proprio esserema rivendicare la libertà di scelta nopn vuol direnegare la naturalezza e spontaneità dell'essere gay olesbica...quando ero piu piccola ho represso il mio esserelesbica...non sto a spiegare: piccolo paese del sud,terrore di dirlo, di nominarmi; assenza di realtà lgbtq... In un secondo momento qui a Roma ho scelto di smettere e di vivermi con calma la mia omosessualità. Infine a me spaventano sempre i discorsi su cosa sia naturale e cosa non lo sia... io penso che non si può fare a meno di vedere che intorno a noi ci sono condizionamenti sociali e che la nostra sessualità non fa a meno di condizionamenti sociali... storicamente pero è stato proprio quando si è affermato che l'omosessualità fosse biologica che sisono scatenati i pregiudizi e che la scienza e andata alla ricerca di cure per questa deformazione dalla naturalità eterosessuale e il movimento lgbt ha elaborato la questione della libera scelta.
Perchè non condivido: perchè questa posizione, di orientamento sessuale come scelta, è due passi avanti rispetto alla cultura italina (e non solo). Voler trasmettere il messaggio secondo cui l'orientamente sessuale anche se "scelto" sarebbe comunque da difendere e tutelare è troppo "avanguardista" in una società in cui un omosessuale e, peggio ancora, un transgender è tuttora visto come malato. E' per di più un malato che sceglie di rimanere tale. Io credo che tuttora si debba far comprendere come l'essere omosessuali o transgender è una cosa innata, la scelta c'è quando si sceglie di vivere liberamente la propria sessualità senza condizionamenti "eteronormanti". E' secondo me sbagliato poi dire che i pregiudizi si sono "scatenati" quando si è posta la questione omosessuale su basi biologiche. In quel caso si sono sollevate le polemiche di chi asseriva che l'OMS e l'Associazione psichiatrica americana fossero state condizionate della lobby omosessuali per far eliminare l'omosessualità dai manuali diagnostici (il transessualismo permane come "disforia dell'identità di genere", ci vuole infatti un'attestazione di un terapeuta per dimostrare che sussistono le basi per un cambio di genere). Le cure le andavano a cercare prima (i nazisti usavano l'elettroshock e poi le cure di testosterone, per esempio) e le si cerca tuttora (ora ci sono "cure religiose"). I condizionamenti sociali, imposti anche a noi persone glbt, si possono evitare, scegliendo individualmente di evitarli visto che anche facendo un discorso di "scelta dell'orientamento sessuale" rimarrebbero comunque. Mi sembra veramente difficilissimo utilizzare argomenti come quelli del collettivo Sui Generis in un momento in cui si è veramente molto indietro nel dibattito. Spero di essere stato chiaro, anche se sicuramente non esaustivo. Mi farebbe piacere comunque continuare ed allargare questo discorso.
Meno di un mese fa, il 13 maggio, si è concluso il XII congresso Arcigay con l'elezione a presidente di Aurelio Mancuso. Elezione, seppur non condivisa, ma comunque salutata su questo blog con i migliori auguri di buon lavoro ad Aurelio. Augurio sincero, nonostante tutto, perchè come molti spero che veramente questa elezione possa segnare una svolta molto positiva per l'associazione. Ieri, un lancio AGI, annunciava il rinnovo, quasi completo, della segreteria nazionale. Chi rimane della vecchia guardia? Lo stesso Mancuso, Paolo Ferigo, Lorena Tizzi e Alessandro Zan. Si proprio Zan, che se dalla sua ha il successo dell'approvazione del registro delle unioni civili a Padova, contro di lui ha almeno un grave errore sulle spalle. Proprio su questo errore io e l'amico Fireman gli avevamo scritto una lettera chiedendone le dimissioni. La sua risposta era stata alquanto deludente e lasciava facilmente presagire che anche con il rinnovo del vertice il suo posto sarebbe rimasto intoccabile. Tanto accanimento per un solo errore? Beh se questo non è stato di poco conto... Andiamo avanti nell'analisi, comunque non esaustiva perchè non conosco tutti i "nomi" dell'Arcigay, della composizione della nuova segreteria Arcigay. Tra i nuovi arrivati giovani (vanto della presidenza è che la media età è di 34 anni) c'è Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma, per il settore sport. Chissà come si è guadagnato meriti in questo settore. Entra Luca Trentini, presidente di Arcigay Brescia, candidato come segretario nazionale con la mozione di Ezio Menzione. Quel 30% tanto denigrato da Andrea Benedino (che se non sbaglio non è stato rinconfermato) un riconoscimento, seppur minimo, ce l'ha avuto. Formalmente punita la spocchia del co-portavoce di Gayleft.
Secondo Aurelio Mancuso si tratta di "una 'giunta' giovane ..... e la cui rappresentanza sul territorio nazionale è omogenea".
Omogenea? I 13 membri (compresi Mancuso e Gottardi) provengono da: Milano, Genova, Perugia, Pistoia, ancora Milano, Torino, Roma, Catania, Vicenza, Napoli, Cremona, Brescia, Padova. Già guardando la distribuzione delle sedi locali si evince che una chiara omogeneità è impossibile da raggiungere. Se poi analizziamo la "giunta" diventa palese: del sud ci sono Napoli, Catania e... Roma (anche se viene considerata centro). Possibile che Bari, nonostante il successo del Pride 2003, non si sia conquistata una rappresentanza? Manca Palermo, seppure lì è nata la prima ARCI gay! Manca la Calabria che pure ha una sede a Cosenza (forse non più operante ma, se pure fosse, non eliminata dall'elenco) E c'è pure un'altra grande assente, Bologna con il suo Cassero! Ma a ben vedere.... la "presidenza onoraria", con Franco Grillini e Sergio Lo Giudice, messinese di nascita ma bolognese d'adozione, è totalmente del Cassero. Si poi altra anomalia, ma non troppo significativa, Lo Giudice che diventa presidente onorario.
Tanta attenzione e accanimento su una associazione che ho sempre detto che non mi rappresenta? Beh è, senza ombra di dubbio, la più rappresentativa della nostr comunità. Se pensi ai gay ed al loro associazionismo, pensi inevitabilmente all'Arcigay. Quindi volente o nolente rappresenta, agli occhi dell'opinione pubblica, anche me. Quella stessa opinione pubblica è anche totalmente indifferente alla composizione della dirigenza nazionale dell'Arcigay e quindi potrei esserlo pure io, per lo stesso motivo di cui sopra. Ma se questa associazione ad ogni minima accusa e critica interna che le si fa risponde con arrogante sicurezza di infallibilità e con presunta palese democraticità, è chiaro che mi viene spontaneo drizzare le antenne ad ogni loro mossa. Che se fosse una mossa limpida non avrei problemi ad apprezzarla o addirittura elogiarla (l'ho fatto per esempio quando Arcigay ha deciso di fare un passo indietro e di accordarsi per quest'anno sulla parata unitaria a Roma). Non è questo però il caso: a me questa nuova giunta convince poco. Limpida a mio modesto avviso non è.
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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