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venerdì, settembre 28, 2007
Alle domande scomode vogliamo risposte chiare

Le chiamano domande scomode? Lo sono. Ma ora che è iniziata la campagna elettorale per le primarie diventa fondamentale avere il coraggio di rispondere, di tradurre queste sollecitazioni in idee, programmi. Continueremo ancora per tutto il week end a raccogliere le vostre domande, e la prossima settimana saranno inviate ai 5 candidati alla carica di segretario nazionale.
Come ricorda Claudia Fusani su Repubblica.it di oggi, è chiaro l'intento non provocatorio della nostra iniziativa, ma è altrettanto chiaro che la questione Glbt, sposandosi con la questione più ampia dello sviluppo sociale, civile e morale del nostro Paese, non potrà essere facilmente aggirata in un momento di costituzione democratica che i militanti del Pd e i loro candidati segretario per primi, vogliono mettere in atto.
Dunque, come molti ricordano anche nelle domande, la comunità ancora una volta tenta di superare le divisioni e con la forza della Rete e dei blogger, si fa portatrice di istanze che sono comuni non solo al popolo Glbt e che negli altri paesi, in primis gli Stati Uniti, vengono trattati come prioritari dai candidati alle cariche pubbliche, dai dibattiti dedicati, alle domande scomode fino, anche, alla difesa argomentata di posizioni contrarie.
Ora dunque ci aspettiamo le risposte, perché i nostri bisogni non sono più rimandabili, perché coinvolgono noi, le nostre famiglie e i nostri amici che sempre più formano la loro scelta politica anche su questo. Un Italia che si muove, un'Italia democratica, davvero, un'Italia che vive una nuova stagione, un'Italia che dice che si può fare, un'Italia che cerca una rivoluzione civile, non può ancora rimandare, essere vaga o peggio ancora rimuovere i problemi.
Noi abbiamo lanciato dalla Rete, che tutti corteggiano, un invito. Ora ci aspettiamo che venga raccolto, che si apra un dialogo, un confronto.

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posted by Andreas Martini @ 2:55 PM   0 comments
Scontro Mieli - Arcigay Roma. Mi convince più il Mieli
Ieri, con un articolo di Gay.it, è rimbalzata di sito in sito la notizia del nuovo scontro, strascico di fine estate, tra il Mario Mieli e l'Arcigay Roma. Uno scontro tra soldi e politica, solito menù insomma.
Diciamo pure che Gay.it ci ha sguazzato dentro (per altro utilizzando un'immagine molto simile ad una creata da un redattore di GayToday quando l'editoriale era "War is stupid"), in attesa del comunicato stampa del Mario Mieli. Il comunicato di Rossana Praitano è arrivato. E, forse pechè sono di parte, mi convince.
Lo copio-incollo per intero:

27 settembre Una inutile polemica
Leggiamo un comunicato di Fabrizio Marrazzo, Presidente di Arcigay Roma, relativo all’assegnazione con bando del Contact Center antiomofobia (Gay Help Line) del Comune di Roma.Innanzitutto siamo sorpresi per il grande ritardo di questa dichiarazione, poiché il Mario Mieli aveva presentato ricorso ben due mesi fa, ed Arcigay Roma è stato immediatamente informato a tal punto di costituirsi in giudizio.Ci stupisce inoltre che Marrazzo ci accusi di attaccare politicamente la sua associazione attraverso uno strumento legale.Precisiamo che se avessimo voluto attaccare politicamente Arcigay Roma, avremmo potuto farlo da tempo per una serie di motivazioni, ma per carità di popolo abbiamo evitato, anche per il proficuo percorso di collaborazione con Arcigay Nazionale e con tutte le altre associazioni del mondo omosessuale e transessuale italiano.Per esempio già all’epoca della nascita stessa della Gay Help Line, elargita ad un’associazione a quel tempo priva di qualunque esperienza specifica, si sarebbe potuto sottolineare questa “particolarità” e stupirsi pubblicamente per incongruenze quali la pubblicizzazione di un enorme flusso di contatti telefonici prima ancora che la linea fosse attiva. Del resto per la stessa carità di popolo e per non dare l’impressione di una guerra fra poveri abbiamo evitato di divulgare nei mesi scorsi l’uso di uno strumento legittimo come un ricorso amministrativo. E avremmo continuato a farlo qualunque fosse stato l’esito dello stesso, consapevoli che una cosa sono gli strumenti giuridici e l’altra il confronto politico.Evidenziamo infine che il ricorso da noi presentato riguarda le motivazioni di assegnazione del Contact Center valutati da noi inadeguate; questa è la metodologia corretta e trasparente che si utilizza in qualsiasi Bando pubblico senza che nessuno se ne senta attaccato od offeso.Sempre per carità di popolo abbiamo evitato in questi mesi di diffondere le diverse pressioni a ritirare il ricorso, pur rimanendo allibiti quando queste provenivano dirette ma con modalità tortuose da esponenti politici, che chiariamo non essere dell’Amministrazione Comunale. Infine invitiamo Marrazzo ad evitare di coinvolgere in questa polemica le altre associazioni collegate ai due raggruppamenti che si erano presentati a bando, essendo la questione tecnicamente e sostanzialmente riferibile ai due capo fila, cioè Arcigay Roma e “Mario Mieli”, a meno che non sia desiderio di Marrazzo scatenare una tenzone planetaria che non interessa a nessuno.Precisiamo infine di non ricevere contatti diretti da parte di Fabrizio Marrazzo da mesi immemorabili, ne tanto meno inviti ad unire la nostra ventennale specifica esperienza per una Linea amica, cosa del resto non obbligatoria.Ci auguriamo di non aver sprecato tanta carità di popolo ovvero tanta saggezza politica e relazionale, e invitiamo il passionale Marrazzo ad una maggiore serenità.

Rossana Praitano
Presidente Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli

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posted by Andreas Martini @ 10:07 AM   2 comments
lunedì, settembre 24, 2007
Tanti auguri... a me!
Se anche io mi faccio gli auguri in ritardo....




.... e sono 26!
posted by Andreas Martini @ 12:52 PM   4 comments
venerdì, settembre 21, 2007
Donazione di sangue: i gay sono incompatibili a priori?
Vi segnalo il servizio trasmesso ieri dalle Iene sulla donazione di sangue rifiutata ad un ragazzo gay al Policlinico di Milano.
Il titolo è un pò inquietante, ma non l'ho scelto io: Sangue Gay

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posted by Andreas Martini @ 11:12 AM   1 comments
mercoledì, settembre 19, 2007
20 settembre: un anniversario da ricordare!
Domani ricorre il 137° anniversario della presa di Roma. Il 20 settembre 1870 un reparto dell’esercito italiano sconfisse quello pontificio sancendo così la fine del potere temporale dei pontefici di Santa Romana Chiesa. La “breccia di Porta Pia” fu l’ultimo atto dell’unificazione del Regno d’Italia e per questo quella data fu, fino all’approvazione dei Patti Lateranensi, proclamata festa nazionale dallo Stato unitario.
A distanza di più di un secolo, quella data, quella breccia, è diventata l’emblema della laicità. A distanza di più di un secolo la laicità unisce e allo stesso tempo divide il nostro paese.
Unisce milioni di persone che non vogliono più essere limitati nelle loro libertà e nelle loro scelte e che per questo fanno sentire sempre più forte la loro voce. Ma soprattutto divide la nostra Italia in due fazioni contrapposte: laici e clericali. Con, purtroppo, un ribaltamento delle posizioni rispetto a centotrentasette anni fa: due settimane dopo la breccia ci fu una sorta di referendum che sancì l’annessione di Roma all’Italia, 40.000 furono i sì solo 46 i no. Sullo stesso campo, quello delle consultazioni popolari, i clericali stanno prendendo la loro rivincita.
Il forte richiamo alla laicità, valore fondamentale per ogni cittadino libero, ha riunito a Roma, lo scorso 16 giugno, quasi un milione di persone. Al grido di “parità laicità dignità”, abbiamo manifestato per le strade della nostra Capitale insieme a tanti amici che con noi condividono la battaglia contro ogni fondamentalismo religioso.
Laicità infatti, non è mai superfluo ribadirlo, soprattutto in risposta a pretestuose e riduttive etichette di “anticlericalismo”, non è solo chiedere l’indipendenza delle Istituzioni dai dettami e dagli anatemi vaticani ma è anche la lotta contro ogni forma di repressione religiosa, con uno sguardo particolare rivolto ai paesi islamici, delle libertà della persona e le conseguenti violazioni dei diritti umani e civili.
L’affermazione della laicità è quindi una battaglia che deve coinvolgere ed impegnare, senza nessuna eccezione, ogni persona glbt. Anche, a volte penso soprattutto, la parte credente e praticante della nostra comunità.

Il 20 settembre è una ricorrenza ormai dimenticata, ma non da tutti: il Partito Radicale, Radicali Italiani e l’Associazione Coscioni hanno organizzato per domani una manifestazione ed una fiaccolata alle ore 17.30, a Porta Pia (Via XX Settembre – Roma).

Con il desiderio che l’anniversario che si celebra domani torni ad essere festa nazionale, aderiamo all’iniziativa promossa dai Radicali con l’auspicio che anche tutti nostri iscritti e lettori facciano lo stesso.

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posted by Andreas Martini @ 6:46 PM   1 comments
martedì, settembre 18, 2007
Chiediamoglielo!

Come è accaduto negli Stati Uniti, anche in Italia è auspicabile che i candidati alle primarie del neonato Partito Democratico, si confrontino con la comunità GLBT per discutere e dare risposte chiare sulle questioni gay, lesbiche e trans, proprio in questa fase costituente del nuovo partito.
Per fare questo http://www.gaytoday.it/ promuove “Chiediamoglielo”, uno spazio per singoli cittadini o ad associazioni, in cui inserire domande e proposte da rivolgere ai candidati alla segreteria del nuovo Partito Democratico.
Sul sito http://www.gaytoday.it/ è stata preparata una sezione, alla quale si accede dal banner in home page, in cui tutti gli interessati possono lasciare i propri commenti e suggerimenti alle tracce di domanda proposte o aggiungerne delle altre.
Gaytoday è un aggregatore di blog che dal 16 giugno, "dal basso", tenta non solo di essere spazio di testimonianza, ma anche di offrire un luogo virtuale per un confronto interno alla comunità GLBTQ, perché questa acquisti sempre più consapevolezza dei propri diritti, e che porti all'elaborazione di iniziative e proposte concrete.

Per informazioni:
http://www.gaytoday.it/
info@gaytoday.it
Cristiana Alicata 3470802587
Riccardo Camilleri 3483727147

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posted by Andreas Martini @ 1:17 PM   0 comments
mercoledì, settembre 12, 2007
Mozioni ed omissioni dei senatori
Tornando a casa da lavoro, ascoltando Radio Radicale ho avuto occasione di sentire la diretta della seduta odierna del Senato e , in particolare, gli interventi di 4 senatori: Barbato (Udeur), Paravia (An), Castelli (Lega Nord) e Bianconi (FI).
Non tutti hanno parlato di questioni attinenti alla nostra comunità ma...
Barbato e successivamente la Bianconi hanno riferito di gravi atti di ingiustificata violenza da parte della polizia contro delle famiglie italiane in vacanza in Croazia: pare che un ragazzo di 23 anni sia stato picchiato solo perchè non ha voluto abbassare il volume dello stereo all'interno di un bungalow in un villaggio turistico. Atti sicuramente da condannare, che richiedono l'intervento della Ministero degli Esteri e le dovute giustificazioni del governo croato.
Entrambi i senatori hanno posto l'accento e l'enfasi sulla violazione dei diritti umani da parte di un Paese che si candida ad entrare nella Comunità Europea. Ma non è altrettanto grave e quindi da condannare il pestaggio subito da due ragazzi gay italiani che camminavano mano nella mano? Non è pure questo un atto che denuncia l'intolleranza ed il mancato rispetto dei diritti umani? Non meritava anche questo episodio di essere richiamato e denunciato in aula e anche per questo richiesto l'interessamento da parte del Ministero degli Esteri?
Semplice dimenticanza di Barbato e della Bianconi? A vedere il loro partito di appartenenza direi proprio che è colpevole omofoba omissione.

Il senatore di Alleanza Nazionale è intervenuto, invece, su un episodio che ci riguarda direttamente. Ha espresso infatti solidarietà all'Arma dei Carabinieri ingiustamente accusata, anche da tre ministre (Pollastrini, Bindi, Turco), di aver agito omofobicamente contro due ragazzi gay che lo scorso 26 luglio si stavano baciando nei pressi del Colosseo. Caso che non credo sia necessario ricordare, noi tutti lo conosciamo, anche perchè molto diffuso sugli organi di stampa nazionali. I quali ci hanno anche informato che i ragazzi sono stati rinviati a giudizio perchè dall'inchiesta risulta che stavano avendo un rapporto orale e quindi un atto osceno in luogo pubblico.
Proprio subito dopo la diffusione della notizia della denuncia ho avuto occasione di parlare con uno dei due ragazzi ed anche con sui amici intimi che mi hanno confermato che fu veramente solo un bacio. E non posso che credergli. Ma, tornando all'azione dei Carabinieri ed all'intervento del senatore Paravia, siamo così sicuri che se fosse stata una coppia etero si sarebbe finiti davanti al giudice? A detta del senatore l'area intorno al Colosseo è nota già da tempo per la "sporcizia" e per lo scambio di effusioni sessuali. Possibile che fino ad ora solo questi due ragazzi siano stati denunciati? Possibile che, vista la diffusione di queste pratiche in quell'area, i Carabinieri abbiano notato solo quel caso?

Infine l'intervento di Castelli e torniamo ad allontanarci dalle questioni che ci riguardano più direttamente ma non del tutto. Il senatore della Lega Nord ha ricordato e chiesto maggiore chiarezza sull'episodio di pestaggio ed arresto di alcuni europarlmentari, tra cui Borghezio, che partecipavano ad una manifestazione anti-islamica a Bruxelles. Manifestazione vietata dal sindaco della capitale belga perchè era pericolosa dal punto di vista dell'ordine pubblico.
Mi è subito venuto in mente che il sindaco di Mosca aveva vietato il Gay Pride nella capitle russa per lo stesso identico motivo. Ci fu la protesta di alcuni europarlmentari e parlamentari di varie nazionalità, tra cui i nostri Cappato e Luxuria, che fu repressa allo stesso identico modo della polizia belga.
Entrambi gli episodi sono gravi e contro la libertà d'espressione. Ma quando Cappato e Luxuria subirono la violenza della polizia russa non c'è stata da parte dell'opposizione la stessa solidarietà che oggi questa dà a Borghezio. A Mosca i nostri parlamentare secondo qualcuno della CdL se l'erano cercata perchè stavano violando una disposizione del sindaco; ricordiamoci però che il sindaco moscovita aveva proibito il Gay Pride non la manifestazione di protesta contro questa decisione. Infatti gli attivisti gay russi accompagnati da alcuni parlamentari stavano andando a consegnare delle firme a favore del Gay Pride, non stavano partecipando al Pride.
Borghezio stava partecipando proprio alla manifestazione non autorizzata.
Insomma, tutti hanno la libertà di esprimere la propria opinione, attraverso manifestazioni, o solo alcuni?

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posted by Andreas Martini @ 6:57 PM   2 comments
lunedì, settembre 10, 2007
Quale pubblico per Le Dieux du Stade?
Se ti metti a seguire il TG2 non puoi di certo aspettarti un certo tipo di informazione, completa, "laica", non moralista. Tant'è che è risaputo sia in quota AN. Quindi, quando ho ascoltato la notizia che sto per riportarvi, non mi sono stupito più di tanto.
Dieux du Stade, il calendario dei giocatori di rugby del campionato francese, giunto all'ottava edizione, è diventato un oggetto cult in Francia, e non solo.
Un fenomeno di costume di cui si stanno occupando anche in Italia su giornali e telegiornali. Anche il TG2, questa sera, se ne è occupato.

Il calendario, secondo loro, è stato pensato soprattutto per il pubblico femminile. Ma pure il capitano della nazionale italiana, Marco Bortolami, lo sa: "Tutto è nato dal calendario dello Stade Français, che viene acquistato per il 90 per cento da uomini".


Ora non voglio dire che già dalla prima edizione puntassero al pubblico gay ma se l'ufficio del turismo francese ha promosso i Mondiali di Rugby in Francia con questa pubblicità....

.... il pubblico gay ai rugbisti francesi schifo non gli fa!
Se veramente i dati sono quelli riferiti dal capitano della nazionale non posso pensare che sia stata una svista. Ma anche con un percentuale più bassa di pubblico maschile è innegabile che i calendari e le loro foto spopolino sui siti gay.
Incompletezza dell'informazione o omocensura?

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posted by Andreas Martini @ 10:01 PM   1 comments
sabato, settembre 08, 2007
"Quattro" di Cristiana Alicata
La mia recensione al libro dell'amica e collaboratrice di GayToday, Cristiana Alicata

Martina e Francesca, Andrea e Chiara. Due mamme ed i loro figli. E poi i nonni, gli amici ed il paese con la campagna romana tutto intorno. Le abitudini e gli imprevisti. Il ciclo della vita, quella bucolica e quella umana. Fino alla morte improvvisa, inaspettata, che confonde e sembra rompere gli equilibri dolorosamente conquistati. Subito dopo un pianto, la battuta giusta al momento giusto e tutto sembra come prima. Anche se prima si era in quattro ed ora in due. Anzi, sin dall’inizio della narrazione due. Per poi riscoprire, nei ricordi della famiglia di amici, quanto era stato difficile e allo stesso modo bello essere quattro. Questo è Quattro, il primo libro di Cristiana Alicata (Milano, Il dito e la luna, 2006): la storia di un amore tutt’altro che debole, la storia di una famiglia tutt’altro che tradizionale, omogenitoriale ed allargata. Questo libro è soprattutto la storia del coraggio di due donne che sfidano le loro più grandi paure e le loro ansie più nascoste . Le stesse che accompagnano qualsiasi persona omosessuale e che crescendo si superano, ma che di fronte a scelte come quella di avere un figlio tornano a galla, più prepotenti di prima. Gli amici, con cui si era allargata la famiglia, sono dalla tua parte: un figlio “sarebbe scelto. Voluto. Desiderato. E così sofferto da non poter essere che amato”. Ma il “problema generale” rimane. “Forse l’amore non basta”. Per gli eterosessuali “a volte, spesso, una figlio è un caso, succede. È semplicemente nella natura della vita di una coppia”. Per gli omosessuali no, non può succedere quasi per caso. Va pensato, programmato, ponderato, in un’ottica sola: il mondo. E quando si decide che, pronto o meno, il mondo non è più un problema, allora bisogna aspettare che arrivi, per tutte e due “la stagione di essere madre”. La stagione arriva, a distanza di tempo, per tutte e due e così Martina e Francesca diventano mamme. E da qui si trovano ad affrontare i problemi che affronta qualsiasi genitore: “le domande buffe di due bambini prima e le contestazioni di due adolescenti dopo.”

Quattro è il racconto di tutto questo, con gli occhi ed il cuore di un figlio che, con le sue domande buffe, cerca di trovare, insieme alla sua famiglia arcobaleno, un “lessico familiare” che possa raccontare al meglio il mondo che lo circonda. Questa ricerca altro non è che quella dell’autrice che, per forza di cosa, si trova a dover sperimentare un linguaggio nuovo. È così difficile trovare il modo di parlare delle due mamme, senza confondere. Ma la confusione, almeno all’inizio, è inevitabile e l’autrice spesso non ci aiuta, volutamente. Ma poi il romanzo ti coinvolge, ti avvolge, entri anche tu nell’arcobaleno costruito da Francesca e Martina, capisci il loro linguaggio e capisci quello di Cristiana Alicata, che si fa più fluido e meno interrotto rispetto all’inizio.

L’autrice, pur raccontando una storia non vera, ti descrive emozioni e sensazioni così autentiche e percettibili che non ci si pone minimamente il problema di se in realtà sarebbe andata così come nel romanzo.


Recensione pubblicata da Gaynews, link

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posted by Andreas Martini @ 4:35 PM   0 comments
giovedì, settembre 06, 2007
Ciao Big Luciano!

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posted by Andreas Martini @ 1:37 PM   2 comments
martedì, settembre 04, 2007
Orgoglio cafone, orgoglio terrone
Sono abruzzese e quindi geograficamente terrone. Sono nipote e figlio di commercianti di bestiame, quindi cafone. Seguti il link di cafone, leggete bene. Il termine cafone pare derivi da "co' 'a fune", in pratica i compratori di bestiame che giravano per le fiere: il lavoro di mio nonno!
Termine molto utilizzato da Ignazio Silone, abruzzese pure lui, non in senso dispregiativo ma semplicemente come sinonimo di contadino (dell'Italia meridionale). "La parola assunse un valore offensivo nel Nord Italia quando, dopo l'Unità d'Italia cominciano le incomprensioni fra le varie parti del paese."

Ogni buon italiano che abita al di sotto del Po sa benissimo l'uso improprio che di queste parole fanno gli abitanti di quella zona che qualcuno ha cominciato a (ri)chiamare Padania.
Persa la loro accezione originaria sono diventate entrambe sinonimo di maleducato, rozzo et similia.
Come se essere del Sud significhi essere implcitamente maleducati, villani, ignoranti, rozzi.

Da cosa nasce quest'invettiva e, soprattuto, a chi si riferisce?
Su Gay.tv c'è un articolo, firmato dal suo direttore editoriale, Giuliano Federico, sull'esperienza di due ragazzi a Mykonos. Uno dei due gli ha scritto che un un gruppo di tamarri romani e siciliani si avvicina ad una spiaggia e dalla barca urlano "ah froci". Il ragazzo, giustamente amareggiato, li definisce impropriamente "terròns" e "burini" (anche qui da far notare che burini si riferiva ai braccianti romagnoli che lavoravano nella maremma laziale, fino a prendere dal romanesco un significato simile a cafone). Vabbeh se il tipo è intrisecamente razzista verso gli italiani del sud che ci possiamo fare?

Se però allo stesso modo si esprime il giornaliasta, un pò, a noi civili meridionali non maleducati e non omofobi, ci fa incazzare. Così ha concluso il suo pezzo (che voleva essere una "analisi della condizione penosa dei gay italiani". Uscito fuori tema?) il direttore editoriale di Gay.tv:
"Quando nel nostro paese ci saranno leggi di tutela e una cultura del rispetto per le relazioni fra persone omosessuali, i poveracci repressi come i romani e i siciliani dell’sms del mio amico potranno finalmente far venir fuori la donna che è in loro e godersi le vacanze. E risparmiare a noi Italiani le solite figuracce da cafoni, terroni e maleducati"

Noi, cafoni e terroni di nascita, tiriamo fuori un pò del nostro orgoglio meridionale e non ci risparmiamo di comunicare il nostro stato d'animo nella sezione commenti all'articolo. In molti abbiamo chiesto che il giornalista chiedesse scusa per il suo linguaggio generalizzante e dispregiativo. Abbiamo ottenuto qualche risultato? No no! Anzi. L'esatto contrario: sono stati cancellati tutti i commenti e tolta la possibilità di inserirne altri!

Nei miei commenti avevo fatto notare un semplice cosa: Giuliano Federico è abruzzese di nascita. Quindi terrone e cafone.
Sapete quando si dice che i peggiori omofobi sono i gay stessi? Lascio a voi la conclusione del mio ragionamento.

Gli italiani hanno bisogno di imparare molto in quanto ad educazione e civiltà soprattutto quando vanno all'estero. Chi non ha tra i ricordi delle sue vacanze un incontro, anche casuale, con altri italiani che lo fanno vergognare di esserlo.
Ma allo stesso tempo molti dovrebbero imparare cos'è l'umiltà di riconoscere una propria gaffe e, soprattutto, cos'è la democrazia. Che sicuramente non si diffonde con la censura!

E se qualcun'altro vorrà fare un'analisi sul comportamento degli italiani in vacanza all'estero per distinguersi dai maleducati incivili non gli sarà sufficiente chiamarli terroni, burini o cafoni. All'estero, come era scritto in uno dei due messaggi riportati da Giuliano Federico, non capiscono l'italiano, figuriamoci se capiscono se uno è dell'Italia del Nord o del Sud.

"Viva l'Italia, l'Italia... tutta intera". Senza muri reali o virtuali.


P.S. dell'episodio se n'è occupato anche l'amico Elfobruno con cui chiacchieravo proprio mentre leggevo l'articolo di Gay.tv.

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posted by Andreas Martini @ 6:01 PM   0 comments
Siamo tutti puttane!
Siamo tutte puttane. Beh, detto da un gay suona quasi banale. Ma è chiaro che non mi riferisco alla nostra nota promiscuità sessuale, mi riferisco alle nuove politiche che sta mettendo in atto il sindaco di Firenze. Partito con la linea dura contro i lavavetri, sacrosanta secondo me, ha poi comunicato di voler intervenire contro la prostituzione, i graffitari, i venditori extracomunitari ed i parcheggiatori.
Se posso capire, da automobilista a Roma, quale piaga possano essere i lavavetri con la loro violenta insistenza e allo stesso modo i parcheggiatori abusivi e quindi la linea dura per contrastare questi fenomeni, se posso capire e condividere l'urgenza di azioni contro i graffitari. Tralasciando il caso dei venditori extracomunitari che mi sono totalmente indifferenti, sinceramente non capisco in che modo le prostitute, in sè, possano essere delle criminali.
E' vero, dietro la prostituzione c'è un mondo di criminali sfruttatori molto pericolosi ed è quello che va combattuto, ma di certo se non si legifera a favore della legalizzazione delle cosi orribilmente dette "case chiuse", il problema non si risolve solo perseguendo le prostitute ed i loro clienti.

Che attinenza può avere questo con il mio blog? E' che ripensavo alle ultime criticatissime iniziative prese da alcuni sindaci di sinistra: in particolare ripensavo a quella del sidaco di Padova che ha eretto il muro per "nascondere" i drogati.
Idea piaciuta molto ad una sindaco leghista che propone la stessa soluzione per nascondere una zona di batuage gay del suo comune.
Insomma questo clima di oscurantismo, nel vero senso della parola, e di sessuofobia, che dilaga anche a sinistra, mi fa veramente paura!
Non esistono temi che sono propri della sinistra o della destra e quindi è doveroso che anche da sinistra si impegnino a favore della legalità e della sicurezza, ma che lo si faccia attraverso "metodi di destra" è veramente inconcepibile.

E allora al grido di "siamo tutti puttane", protestiamo contro queste indecenti politiche repressive!

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posted by Andreas Martini @ 12:19 AM   2 comments
Chi sono

Name: Andreas Martini
Home: Roma, Italy
About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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