Meno di un mese fa, il 13 maggio, si è concluso il XII congresso Arcigay con l'elezione a presidente di Aurelio Mancuso. Elezione, seppur non condivisa, ma comunque salutata su questo blog con i migliori auguri di buon lavoro ad Aurelio. Augurio sincero, nonostante tutto, perchè come molti spero che veramente questa elezione possa segnare una svolta molto positiva per l'associazione. Ieri, un lancio AGI, annunciava il rinnovo, quasi completo, della segreteria nazionale. Chi rimane della vecchia guardia? Lo stesso Mancuso, Paolo Ferigo, Lorena Tizzi e Alessandro Zan. Si proprio Zan, che se dalla sua ha il successo dell'approvazione del registro delle unioni civili a Padova, contro di lui ha almeno un grave errore sulle spalle. Proprio su questo errore io e l'amico Fireman gli avevamo scritto una lettera chiedendone le dimissioni. La sua risposta era stata alquanto deludente e lasciava facilmente presagire che anche con il rinnovo del vertice il suo posto sarebbe rimasto intoccabile. Tanto accanimento per un solo errore? Beh se questo non è stato di poco conto... Andiamo avanti nell'analisi, comunque non esaustiva perchè non conosco tutti i "nomi" dell'Arcigay, della composizione della nuova segreteria Arcigay. Tra i nuovi arrivati giovani (vanto della presidenza è che la media età è di 34 anni) c'è Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma, per il settore sport. Chissà come si è guadagnato meriti in questo settore. Entra Luca Trentini, presidente di Arcigay Brescia, candidato come segretario nazionale con la mozione di Ezio Menzione. Quel 30% tanto denigrato da Andrea Benedino (che se non sbaglio non è stato rinconfermato) un riconoscimento, seppur minimo, ce l'ha avuto. Formalmente punita la spocchia del co-portavoce di Gayleft.
Secondo Aurelio Mancuso si tratta di "una 'giunta' giovane ..... e la cui rappresentanza sul territorio nazionale è omogenea".
Omogenea? I 13 membri (compresi Mancuso e Gottardi) provengono da: Milano, Genova, Perugia, Pistoia, ancora Milano, Torino, Roma, Catania, Vicenza, Napoli, Cremona, Brescia, Padova. Già guardando la distribuzione delle sedi locali si evince che una chiara omogeneità è impossibile da raggiungere. Se poi analizziamo la "giunta" diventa palese: del sud ci sono Napoli, Catania e... Roma (anche se viene considerata centro). Possibile che Bari, nonostante il successo del Pride 2003, non si sia conquistata una rappresentanza? Manca Palermo, seppure lì è nata la prima ARCI gay! Manca la Calabria che pure ha una sede a Cosenza (forse non più operante ma, se pure fosse, non eliminata dall'elenco) E c'è pure un'altra grande assente, Bologna con il suo Cassero! Ma a ben vedere.... la "presidenza onoraria", con Franco Grillini e Sergio Lo Giudice, messinese di nascita ma bolognese d'adozione, è totalmente del Cassero. Si poi altra anomalia, ma non troppo significativa, Lo Giudice che diventa presidente onorario.
Tanta attenzione e accanimento su una associazione che ho sempre detto che non mi rappresenta? Beh è, senza ombra di dubbio, la più rappresentativa della nostr comunità. Se pensi ai gay ed al loro associazionismo, pensi inevitabilmente all'Arcigay. Quindi volente o nolente rappresenta, agli occhi dell'opinione pubblica, anche me. Quella stessa opinione pubblica è anche totalmente indifferente alla composizione della dirigenza nazionale dell'Arcigay e quindi potrei esserlo pure io, per lo stesso motivo di cui sopra. Ma se questa associazione ad ogni minima accusa e critica interna che le si fa risponde con arrogante sicurezza di infallibilità e con presunta palese democraticità, è chiaro che mi viene spontaneo drizzare le antenne ad ogni loro mossa. Che se fosse una mossa limpida non avrei problemi ad apprezzarla o addirittura elogiarla (l'ho fatto per esempio quando Arcigay ha deciso di fare un passo indietro e di accordarsi per quest'anno sulla parata unitaria a Roma). Non è questo però il caso: a me questa nuova giunta convince poco. Limpida a mio modesto avviso non è.
Segnalo quello che credo essere un errore in questo post: a Padova non è stato approvato alcun Registro delle unioni civili... si è solamente ribadita l'attuazione di una norma anagrafica nazionale approvata nel 1954 e del suo Regolamento di esecuzione del 1989 (base anche del ddl DICO). Per il testo della mozione padovana vedere www.tralaltro.it/pagina.asp?IDPagina=350
Mi stupisce il linguaggio quasi formale che hai utilizzato cmq.... ho parlato di registro delle unioni civili ma so benissimo come è andata a padova. so che è stato tutto fumo e niente arrosto, ma era per lasciare intendere quando sia sopravvalutato lo Zan. Certo poi bisogna essere degli attenti conoscitori della materia, come te, per capire la sottigliezza :-) Grazie, comunque, per aver specificato meglio!
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
I contenuti inediti (articoli, foto, video, etc.) di questo blog, che siano opera del suo autore, sono pubblicati sotto una licenza Creative Commons.
Se riprodotti altrove, la loro paternità va attribuita specificando il nome dell’autore e il titolo di questo blog, e inserendo un link all’originale o citandone l’indirizzo.
I commenti e ogni altro contenuto inedito qui ospitato sono di proprietà dei rispettivi autori. I contenuti già editi altrove sono di proprietà dei detentori dei relativi diritti.
Segnalo quello che credo essere un errore in questo post: a Padova non è stato approvato alcun Registro delle unioni civili... si è solamente ribadita l'attuazione di una norma anagrafica nazionale approvata nel 1954 e del suo Regolamento di esecuzione del 1989 (base anche del ddl DICO). Per il testo della mozione padovana vedere www.tralaltro.it/pagina.asp?IDPagina=350