I testimonial dell'evento sono Vladimir Luxuria e Fabio Canino. E' previsto inoltre uno show di Gennaro Cosmo Parlato, istrionico cantante partenopeo, volto noto del programma Markette
Una serata 'impegnata', all'insegna del divertimento sicuro, dell'informazione libera e della solidarietà. Il 30 novembre è Red Party : appuntamento imperdibile per la comunità omosessuale di tutto il mondo, il 'party dal fiocco rosso' di Muccassassina è interamente dedicato alla prevenzione, contro ogni oscurantismo e proibizionismo, in occasione della Giornata mondiale della lotta all'aids (il 1 dicembre). Due i testimonial dell'evento : un 'ritorno a casa' come guest per l'onorevole transgender Vladimir Luxuria, storico direttore artistico della serata che vestirà i panni di un'ironica Miss Condom, sul palco in compagnia del conduttore Fabio Canino. Tra una gag e una canzone, la 'strana coppia' distribuirà preservativi al pubblico, commentandone i molti e virtuosi usi. Molte le adesioni dei personaggi dello spettacolo e gli ospiti attesi. Tra questi brillerà l' istrionico cantante e showman Gennaro Cosmo Parlato , che regalerà al pubblico di Mucca uno showcase live delle sue divertenti riletture di classici della musica pop degli anni Ottanta. Ospite alla consolle è il dj Extremely Super Crazy Zandy, che suona in sala house accanto al dj resident Andrea Tie D'Innocenzo. Il piano black si scatena ai ritmi di Easysqueezy Superstar Dj e Tuzz. In sala commerciale sono protagonisti inoltre Gianluca Pacini e Paskal dj. Il Red Party vi aspetta per passare una notte intera fra i preservativi, perché il condom è l'unico sistema sicuro per fermare la diffusione del virus. Non solo parole a Muccassassina, ma un impegno concreto e portato avanti anno dopo anno dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, l'associazione di volontariato che organizza la serata danzante, con la direzione artistica di Diego Longobardi, e che si occupa di prevenzione sin dal 1983, anno della sua costituzione. I proventi della serata sono devoluti, com'è tradizione, al finanziamento di progetti di sensibilizzazione e di assistenza ai malati: in particolare, quest'anno la raccolta di fondi va a favore della Lila Lazio, a sostegno del servizio legale dell'associazione, volto alla tutela dei diritti delle persone sieropositive. La serata è inoltre la prima occasione ufficiale di informazione e reclutamento per il Progetto COROH svolta dagli operatori volontari del Circolo "Mario Mieli". Spazio, infine, anche ai libri: Vladimir Luxuria presenterà infatti il suo "Chi ha paura della Muccassassina?" (Bompiani editore).
Gli incassi della serata saranno devoluti alla Lila
In questi giorni si doveva approvare in Campidoglio il registro delle unioni civili, calendarizzato per ieri. Oltre il 30esimo posto nell'ordine del giorno del consiglio comunale. Inevitabilmente quindi è slittato. Se slitterà troppo scadranno i termini previsti per le proposte di delibera su iniziativa popolare ed a quel punto stato vegetativo quasi permamente.
E sicuramente slitterà: il Sindaco Segretario, che già con difficoltà si barcamena tra il Campidoglio e Montecitorio, è sotto assedio! Da ieri i taxi e oggi si sono aggiunti i venditori ambulanti. Insomma da due giorni Roma, per lo più il suo centro, è paralizzata e non solo per il traffico! Nessuna solidarietà nè ai tassisti nè agli ambulanti. Per cairtà non lo dico per egoismo, perchè anche voi state contribuendo a bloccare l'approvazione del Registro. Se il buon Uolter avesse voluto è da mo' che ce l'avremmo! Lo dico per il bene di Roma, la vostra protesta - e non è la prima - la rende più invivibile di quanto già, quasi quotidianamente, lo sia. Se non s'è capito, la mia solidarietà non va nemmeno a Veltroni. E non aggiungo altro... non vorrei passare per un berluscones. Teniamoci il male minore và!
Il corteo femminista: antipolitica sterile e sessimo demagogico
Cacciate Prestigiacomo e Carfagna, aggrediti due giornalisti.
Dacia Maraini: "Grande partecipazione, sbagliato escludere chiunque"In piazza Navona contestate anche i ministri Turco, Pollastrini e Melandri. "Occupato" il gazebo de La7
Gli insulti, gli ostracismi, sono quella parte sbagliata che alla fine spunta quasi sempre fuori nelle manifestazioni, come quelli che bruciano le bandiere o fanno i cori contro Nassyria. Una parte, non il tutto. Un pezzo, non l'insieme. Infatti: "Non sono d'accordo con la contestazione, hanno fatto malissimo. Sbagliato anche cacciare gli uomini, loro sono degli alleati" dice la scrittrice. Meno comprensivo il giudizio delle ministre. "Questa violenza verbale va solo contro le donne" taglia corto Giovanna Melandri. "La contestazione di qualcuno va a discapito di tutte" rincara la dose Livia Turco. Più morbida la Pollastrini: "Cerchiamo il lato positivo: tante, tantissime donne per dire basta alla violenza". Il problema è che a fine serata della giornata si parla più per le polemiche che per i contenuti.
Ma non è un problema di colore politico. Pochi metri dopo, infatti, un fotografo e un paio di giornalisti s'imbattono nel rigore separatista delle femministe organizzatrici. Cori, spintoni, fuori anche loro. (Repubblica)
Una dura nota in merito alle contestazioni è arrivata dalla direzione del tg de La7, costretta a interrompere la diretta. «Vedere giornalisti messi in condizione di non svolgere il proprio lavoro, dover interrompere la trasmissione in diretta in nome di un malinteso veterofemminismo, fa soltanto cadere le braccia», si legge in una nota, che esprime «piena e convinta solidarietà a Giulia Buongiorno, Mara Carfagna, Giovanna Melandri, Alessandra Mussolini, Barbara Pollastrini, Stefania Prestigiacomo, Livia Turco». E ancora: «In merito alla presa di posizione del comitato organizzatore della manifestazione contro la violenza sulle donne (che ha parlato di una strumentalizzazione da parte di La7, ndr), la direzione precisa che la diretta è stata organizzata durante la settimana coordinandosi con il comitato promotore. Durante la marcia, le nostre telecamere hanno dato voce alle diverse anime del movimento e alle loro rivendicazioni. Stupisce la sorpresa di chi, in nome di una sacrosanta mobilitazione contro la violenza sulle donne, ha allontanato altre donne - di destra o di sinistra, ha ben poca importanza - considerandole alla stregua di "corpi estranei"». (Corriere)
L'intolleranza separatista non si ferma. Intorno a piazza Venezia si aggiunge al corteo - ahiloro - un gruppo di senegalesi con tamburi, treccine e ritmo. Sono bravi e fanno allegria. Durano venti minuti. E' in azione una specie di servizio d'ordine che fa la spola lungo i lati del corteo per controllare che non ci siano uomini. "Dovete andare via, non potete stare qui...". Malandobo, il leader del gruppo etnico resta un po' perplesso: "Ma noi siamo contro la violenza...". Succede che un gruppo di donne decide di fare da "protezione" ai gruppo di intrusi. Sono tanti i pezzi del corteo che non condividono questa impostazione. Paola, ad esempio: "Siamo qui, contente di partecipare e di manifestare per una cosa molto seria. Ma che tutto questo sia appaltato a una banda di separatiste sessiste non ci sta bene". (Repubblica)
Contro la violenza sulle donne. Un impegno anche per gli uomini.
La Redazione di GayToday sostiene e si impegna nella lotta alla violenza contro le donne, ma non aderisce alla manifestazione del prossimo 24 novembre.
Per le donne tra i 15 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte e di invalidità: ancor più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e persino della guerra. La violenza nei confronti delle donne assume varie forme. Comprende: la violenza domestica, gli stupri, il traffico di donne e bambine, l'induzione alla prostituzione e la violenza perpetrata in occasione dei conflitti armati, quali omicidi, stupri sistematici, schiavitù sessuale e maternità forzate. Vi rientrano inoltre i delitti d'onore, la violenza collegata alla dote, gli infanticidi femminili e la selezione prenatale del sesso a favore dei bambini di sesso maschile, le mutilazioni dell'apparato genitale femminile, e altre pratiche e tradizioni dannose. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni sono concordi: la violenza contro le donne è caratteristica tanto dei paesi in via di sviluppo quanto di quelli industrializzati. E non conosce differenze sociali o culturali: le vittime ed i loro aggressori appartengono a tutte le classi ed a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. L'Italia non fa eccezione, oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita. La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (per esempio circa il 70% degli stupri) o dall'ambito familiare, ma oltre il 94% non è mai stata denunciata. Nei primi 6 mesi del 2007 nel nostro paese sono morte, per mano del partner (o ex-partner), ben 57 donne, una ogni 3 giorni! La violenza sulle donne è purtroppo ancora, in qualche modo, "accettata" e solo una piccola speranza è fornita dallo stralcio del ddl sulle "misure contro gli atti persecutori e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere" che è stato approvato nei giorni scorsi. Ma è solo con una vera e massiccia battaglia culturale che potremo sperare di sconfiggere questa piaga. "La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace." Kofi Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite
Con questa frase dell'ex segretario dell'ONU ci sarebbe piaciuto concludere questo editoriale e poter dare, in qualche modo, il nostro appoggio considerata la bontà e la necessità, visti i dati, della manifestazione. Ma, c'è un ma. Siamo convinte e convinti che non bastasse dare un sostegno soltanto morale alla causa, ma partecipare attivamente al corteo che rappresenta indiscutibilmente il momento massimo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo tema. Avremmo voluto, ma noi maschietti di GayToday non possiamo e le femminucce, pur consapevoli – è bene sottolinearlo – dell’importanza di questa piaga sociale, non vogliono. Si legge infatti sul sito delle organizzatrici: "Manifestazione di donne per le donne. Si invitano tutte le realtà ad accogliere questa decisione dell'assemblea nazionale di organizzare una manifestazione di sole donne".
Noi questa scelta non la condividiamo, in nessun modo. Non vogliamo mettere in discussione le teorie femministe separatiste, non è questo il “luogo” ed il modo più opportuno, ma non possiamo tacere la nostra dissonanza ed il nostro rammarico. Crediamo e ci impegniamo quotidianamente nella lotta ad ogni forma di discriminazione, violenta e non, e siamo convinti che l’unica strada percorribile per ottenere uguaglianza e rispetto dei diritti umani fondamentali sia quella dell’impegno condiviso attraverso l’integrazione e la partecipazione di tutte le realtà sociali. È impossibile per noi pensare che una manifestazione di sensibilizzazione politica la si faccia escludendo dei soggetti. Diventa ancora più grave apprendere che questa esclusione è basata su una discriminazione d’identità sessuale. Noi di GayToday non ci stiamo ad accettare questa assurda linea politica secondo la quale la violenza è iscritta nel DNA di ogni essere umano di sesso maschile. Con rabbia rifiutiamo questa ideologica generalizzazione e con delusione constatiamo che la battaglia contro le discriminazioni diventa senza fine se la si continua a portare avanti con queste teorie anacronistiche e con questi arroccamenti ideologici.
Giorno della memoria delle vittime della tansfobia
The Transgender Day of Remembrance was set aside to memorialize those who were killed due to anti-transgender hatred or prejudice. The event is held in November to honor Rita Hester, whose murder on November 28th, 1998 kicked off the “Remembering Our Dead” web project and a San Francisco candlelight vigil in 1999. Rita Hester’s murder — like most anti-transgender murder cases — has yet to be solved
RADICALI ITALIANI CHIEDE AL PRESIDENTE E AI MEMBRI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI LA MESSA ALL'ODG DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 1245 (LINK AL TESTO).
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani e Sergio Rovasio, membro della Direzione della Rosa nel Pugno: “Il 20 novembre è la giornata che celebra in varie parti del mondo il Transgender Day of Remembrance. In Italia le associazioni lgbtq ricordano le vittime dell'odio transfobico che continua a mietere vittime, in particolare Valentina, Tatiana, Manuela e Stefania. Ancora il 5 ottobre scorso, a Montesilvano, i Carabinieri hanno denunciato alcune persone transessuali perché vestite da donna rispolverando una legge del 1931 contro il travestimento, attendiamo ora una risposta dal Governo a un'interrogazione dei deputati radicali della Rosa nel Pugno contro questo assurdo provvedimento. Di seguito il testo della lettera che abbiamo oggi inviato al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati”
L'onorevole Franco Grillini, insieme ad altri colleghi (Fabio Baratella, Maurizio Turco, Di Gioia, Roberto Poletti, Mauro Del Bue, Donatella Poretti, Marco Beltrandi, Bruno Mellano, Cinzia Dato, Lanfranco Turci), ha depositato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Giuliano Amato sulla discrepanza tra stime divulgate dal Viminale sul numero di manifestanti al gay pride nazionale di Roma del 16 giugno scorso. Il Viminale aveva divulgato, il 16 giugno scorso, un dato secondo il quale i manifestanti al gay pride sarebbero stati circa 300.000. Il 23 ottobre con un comunicato il Viminale ha parlato di soli 30.000 manifestanti. Considerato che quest'ultima stima sembrerebbe palesemente errata e danneggia l'immagine del gay pride stesso l'onorevole Grillini chiede al ministero dell'Interno la rettifica della stima e una indagine interna per verificare eventuali responsabilità nella diffusione di dati palesemente falsi.
Ho segnalato la mia testimonianza sulla cerimonia funebre per Massimo Consoli (pubblicata da Gaynews) ad Alba Montori, storica amica di Massimo e pioniera con lui del movimento di liberazione omosessuale italiano. Alba l'ho vista varie volte alle piccole commemorazioni ed alle manifestazioni dei Radicali e, ora mi viene in mente, agli Stati Generali del movimento l'anno scorso. Non sapevo molto di lei, nemmeno il nome, poi alla cerimonia al Soka Gakkai ho ricollegato tutto. Mi sono ricordato di aver letto delle sue email in un paio di mailing list in cui ero iscritto ed ho ritrovato il suo indirizzo email, poi scovato il suo blog ed un'intervista che proprio Consoli le fece nel febbraio 2006. Vi pubblico, così come ha fatto lei (riempiendomi di gioia), il nostro scambio epistolare.
Ciao Alba, non mi conosci e nemmeno io posso dire di conoscerti benissimo, quanto menodi persona, ma avendoti vista più di una volta alle manifestazioni delmovimento glbt e avendo letto tuoi interventi sparsi posso dire di conoscerequalcosa di te. In particolare, proprio qualche giorno fa, ho scovato unintervista che Massimo Consoli ti ha fatto non so quanto tempo fa.Che storia la vostra! Vi invidio sai? L'ultima volta che ti ho ascoltata è stata proprio alla cerimonia funebre diMassimo Consoli. Non conoscevo nemmeno lui di persona, ma da "militante inerba" quale sono e pur se non iscritto a nessuna associazione, mi sembravaimportante rendere omaggio al nostro "padre spirituale". I media gay hanno dato poco o nessuno spazio all'ultimo saluto a Massimo. Io nel mio piccolo ho cercato di riempire quel vuoto, quel silenzio ingrato, ed ho scritto qualcosa che l'amico Franco Grillini ha pubblicato su Gaynews. Mi faceva piacere segnalartelo, come persona più vicina a Massimo che io fossi in grado di raggiungere. Con tanta stima Andrea
Carissimo Andreas sei un tesoro e mi hai quasi commosso, lo sai? Se vai a vedere sul mio blog ho cercato di metterci buona parte di quel che gli amici hanno scritto per Massimo sulla lista che aveva aperto Maya, e altri hanno poi continuato ad aggiungere cose...Così se ti va posso aggiungere quel che hai scritto per gaynewsPosso pubblicarci anche la tua lettera?Mi farebbe davvero piacere...ma ho bisogno del tuo permesso. Sto lavorando per Massimo, sorpresa per il giorno del compleanno...spero che ci sarai. un bacio alba
non ti meravigliare del silenzio su Max... chi non si inchina al potere, non piace al poterepenso che sia un onore per chiè onesto e corretto e leale e ha sempre lottato a viso aperto, altro che mr.Biagi, data la gente che fa i media e relativo circo mediatico...e poi i preti non hanno potuto banchettare sul suo cadavere...
Ciao Alba, non dovevi nemmeno chiedermelo, ma in un mondo di sospetti è sempre meglio chiedere “liberatorie” su tutto a tutt*. Puoi pubblicare, con mio immenso piacere, sia la lettera sia il racconto sull’ultimo saluto a Massimo. Anzi a proposito, appena possibile, caso mai proprio il giorno del compleanno di Massimo, mi piacerebbe che tu scrivessi per GayToday.it – il portale che gestisco insieme ad alcune amiche ed amici ed il quale spero vorrai sostenere con la tua iscrizione e partecipazione - un ricordo personale su di lui. Ma se preferisci lo possiamo pubblicare qualche giorno prima così ci parli e ci convochi per la sorpresa. Chiaro che farò di tutto per esserci! Il silenzio del “potere” non mi stupisce, anzi. Più che stupirmi mi intristisce il silenzio del movimento e dei singoli glbt. Massimo ha impiegato tutta la sua vita nell’insegnarci la memoria e spero di non dover constatare che in pochissimi hanno imparato qualcosa! A presto Andrea
Ciao Andrea Grazie per la liberatoria, sapevo che non ti saresti dispiaciuto, ma meglio chiedere comunque, no? Sono andata a fare un giro ( troppo veloce, ma il mio tempo è sempre contingentato, grrr) sul tuo portale e l'ho trovato interessante e vivo.Così l'ho anche aggiunto alla lista dei blog qui. Quanto a scriverci su, mi piacerebbe, ma ... beh, vedrò che riesco a fare,perchè ho qualche difficoltà a mettere in parole gli innumerevoli pensieri che mi frullano in testa...pure sui miei blog. Da un po'di tempo la mia consueta vena scribacchina sembra in calo, anche la mia rubrica su Gaya CsF news non riesco più a mandarla in rete...forse sono pigra e forse il mio modo di esprimermi in questo periodo non è la parola scritta, ma secondo me è la troppa indignazione che si aggiunge ad altra indignazione ed altra ancora... non so se riesco a spiegarmi, ma mi pare che delle parole se ne stia abusando troppo e troppo spesso a sproposito, senza alcun rispetto delle idee altrui ma condite con overdoses di autoreferenzialità, che trovo asfissiante. E poi affetti che scompaiono, emergenze che urgono, e una gran voglia di riflettere su ciò che capita, scremare, riordinare, che trova spazio troppo limitato nella mia testa e anche nella mia vita quotidiana in questi giorni ....e che fa groppo, una sorta di gnocco mentale che non riesco a trovare modo o di sciogliere o di ignorare.Passerà. E' come una sorta di depressione, ma un po' diversa da quella da cui sono abituata a difendermi...E' vero in fondo che con Massimo un pezzo della mia vita (un gran pezzo) non esiste più e vivere senza è difficile, anche se necessario, ma so perfettamente che non sarò mai più la stessa che ero solo il 3 novembre scorso...Però so che tutto passa, prima o poi,e anche questa strana sensazione passerà e si trasformerà in altro ed è inutile incaponirsi: da creativa so bene che "quando l'uccello non canta..." è meglio aspettare ... Perdonami lo sfogo, evidentemente hai solleticato qualche corda ipersensibile...un abbraccio, a presto Alba
Un conttato, uno scambio, che non voglio assolutamente perdere.
Domenica prossima, 11 Novembre, a Bologna si incontreranno le associazioni del movimento GLBT. Secondo alcuni sarà la seconda, tanto attesa, edizione degli Stati Generali del movimento, per altri un semplice passaggio di consegne tra il coordinamento Roma Pride 2007 ed il futuro coordinamento Bologna Pride 2008. Incerta è anche la consistenza dell’adesione all’incontro, non si sa quante e quali associazioni della galassia GLBT abbiano sottoscritto l’appello e quante effettivamente parteciperanno. Non è nel nostro stile dare notizie vaghe, non chiare. Abbiamo comunque ritenuto doveroso informarvi perché, comunque vada, partecipato o meno che sarà, l’incontro di domenica riguarda prima di tutto noi, comunità GLBT, e non i rappresentanti delle associazioni. Formalmente ed ufficialmente tutti, o quanto meno tutti quelli che hanno partecipato al grande Pride romano, dovremmo sapere che è da tempo noto che per l’anno prossimo la nostra manifestazione più importante si terrà a Bologna. Il successo del Pride dipende da noi, singoli gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, che vi partecipiamo. È indubbiamente necessario che sia voluto ed organizzato unitariamente dalle associazioni, ma non si può pensare che basti il loro accordo per decretare il suo successo. Ci piace pensare che si sia ancora in tempo per rivalutare, anche alla luce degli ultimi avvenimenti politici, la scelta fatta lo scorso gennaio. Ci piace pensare che sia ancora possibile poter esprimere il nostro dissenso contro un compromesso unitario, senza per questo essere accusati di essere disfattisti e faziosi. Ci piace pensare che domenica prossima sarà ascoltata anche la nostra voce, pur piccola, ma, siamo convinti, non isolata e fuori dal coro. Vogliamo essere chiari e schietti, perché questo, lo abbiamo ripetuto più volte, è il nostro stile: un Pride nazionale a Bologna o in qualsiasi altra città che non sia Roma ci sembra inefficace, non produttivo, dal punto di vista politico e mediatico! Questa nostra convinzione non nega o esclude l’importanza che ci sia un Pride lì dove serve, lì dove c’è bisogno di dimostrare la nostra presenza, lì dove c’è bisogno di dare forza alla comunità del luogo, piccola o grande che sia, anzi siamo convinti che organizzarne uno per ogni necessità sia doveroso per il movimento e siamo pronti, nel nostro piccolo, a sostenerlo. Ma, come abbiamo detto, non sono sedi che si escludono e quindi rimane fermo il convincimento che lo sforzo unitario debba essere ogni anno concentrato sulla manifestazione nazionale e che questa manifestazione nazionale, quasi per antonomasia con il suo carattere, debba essere a Roma.
Questa è la nostra ferma opinione, ma ci piacerebbe ascoltare l’opinione di ogni nostro singolo lettore (di GayToday ndr). Perché il nostro obiettivo primario è fare informazione dal basso e, attraverso questa, avvicinare il mondo associativo a quello della società civile GLBT italiana. Attraverso internet tutto questo non è impossibile e quindi vi esortiamo a votare il sondaggio in homepage, a commentare e/o sottoscrivere questo editoriale, a scriverci un’email o fare tutto ciò che ci possa permettere di ascoltare le vostre opinioni, singole ma non per questo non importanti, con l’impegno di presentarle alle associazioni.
Se Massimo Consoli fosse stato realmente il “papa degli omosessuali”, così come lo aveva definito l’antropologo Alain Daniélou, allora l’ultimo saluto che gli è stato tributato martedì scorso non sarebbe stato all’altezza di una tale “carica”. Non tanto per la cerimonia in sé, quanto più per la partecipazione. Ma Massimo, che si autodefiniva anarchico, anticristiano ed anticlericale, Papa non lo sarebbe affatto voluto essere. Consoli è stato un grande studioso e intellettuale del movimento omosessuale italiano ed internazionale. Libero pensatore e quindi spesso scomodo non è mai voluto e potuto diventare leader di quel movimento. Ha preferito la militanza individuale ed il riconoscimento come mentore e storico della memoria. Piuttosto che trascinatore di folle, quindi, è stato un trascinatore di coscienze. Soprattutto negli ultimi anni quando la malattia, aggravatasi, lo ha tenuto lontano dalle manifestazioni a cui aveva sempre voluto partecipare. È diventato molto solitario, ma non solo. Con lui c’erano sempre Lorenzo, il figlio tanto desiderato e che dopo tante battaglie è riuscito ad adottare ufficialmente qualche anno fa, con sua moglie Milika ed il nipotino Massimo. E poi gli amici di sempre, fedeli compagni di battaglie, come Alba Montori, per dirne una su tutti, che gli sono sempre stati vicini in tutti i sensi fino agli ultimi giorni. Ed infatti alla cerimonia hanno partecipato quasi esclusivamente loro. I rappresentanti del movimento, quelli ufficiali, non c’erano, se non quelli come Franco Grillini, Vladimir Luxuria, Titti De Simone – per citare i più noti – che erano anche, o prima di tutto, amici personali. Certamente gli assenti avranno reso omaggio a Massimo visitando la camera ardente allestita al Circolo Mario Mieli, ma comunque la loro è stata una biasimevole assenza difficile da giustificare. Ammirevole, al contrario, la presenza di singoli glbt, anche giovani e di fuori Roma, che pur non conoscendolo personalmente hanno ritenuto importante rendere omaggio a questo grande personaggio della nostra comunità. Massimo Consoli ha sempre ripetuto che era soddisfatto della sua vita avendo centrato i sue due grandi obiettivi: avere un figlio e ottenere la legittimazione da parte dello Stato del suo celebre archivio internazionale di pubblicistica gay. Voleva per questo che i suoi amici e le persone che lo stimavano fossero anch’essi contenti per lui, anche quando sarebbe morto. Infatti parlando di come immaginava il suo funerale, disse che avrebbe voluto non piagnistei ma una grande festa, una sorta di Pride in suo onore: allegria, colori, musica, balli e… perché no, anche “altre forme di divertimento”! È facile intuire che non è andata proprio così. Le sue volontà sono state solo in parte rispettate: la cerimonia, celebrata all’Istituto buddista italiano Soka Gakkai (di cui fa parte il gruppo buddista glbt Arcobalena), è stata laica, come lui voleva e di piagnistei, a parte l’inevitabile commozione dei familiari e di alcuni amici, non ci sono stati ma niente “Pride ad personam”, purtroppo. Sarà difficilmente realizzabile anche un altro suo ultimo grande desiderio: quello di essere seppellito al cimitero acattolico di Roma, vicino all’amico Dario Bellezza ed a illustri sconosciuti, primi militanti o sostenitori del movimento di liberazione omosessuale (http://www.cybercore.com/consoli/cimitero.htm), che lui stesso scoprì e celebrò nei sui mitici “GayDay”. Le pratiche burocratiche sono difficili, poiché la custodia e la gestione del cimitero è affidata alle rappresentanze straniere in Italia e, data lo spazio esiguo a disposizione, solo eccezionalmente viene concessa la sepoltura a italiani illustri. Senza l’interessamento delle istituzioni comunali, che per ora non si è manifestato, sarà quindi molto difficile che Massimo Consoli venga sepolto lì e quindi, in attesa di positivi sviluppi, sarà seppellito nel cimitero di Marino, dove risiedeva danni.
rIeri ho partecipato alla cerimonia funebre per Massimo Consoli. Appena ho un pò di tempo, spero presto, vi esporrò le mie riflessioni. Nel frattempo, attraverso questo blog, voglio fissare questi versi - citati da Franco Grillini - nella mia memora:
Fuggono i giorni lieti lieti di bella età. Non fuggono i divieti alla felicità.
Una figura indelebile, l'ho sempre visto sin dalle mie prime manifestazioni. In particolare me lo ricordo alle commemorazioni di Alfredo Ormando. Mi incuriosiva come personaggio, avrei voluto conoscerlo meglio, ma non ho fatto in tempo. Stamattina il mio ragazzo ha aperto Gay.tv ed ho intravisto la sua foto in prima pagina. Avendo letto delle sue condizioni critiche ho intuito e mi sono venute le lacrime agli occhi. Ciao Massimo!
Non gioisco mai per la morte di nessuno, nemmeno del peggior nemico. Non posso gioire quindi nemmeno per la morte di don Oreste Benzi. E l'omofobo don Benzi sicuramente è stato un nemico per noi tutti. Per chi non lo conoscesse eccovi due video da YouTube: il primo in un'intervista doppia con il mitico don Franco Barbero, il secondo in un'intervista registrata al Family Day, la manifestazione più omofoba della storia italiana.
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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