Dall'ultimo post di qualche giorno fa ad oggi non è cambiato molto, è solamente arrivata la sentenza della Cassazione. Ho ridotto, con quel "solamente", il tono dell'attesa proprio perchè consideravo difficile che potesse stravolgere più di tanto le cose. Prodi aveva vinto e Prodi ha vinto anche se con qualche voto in meno di distacco. Mi preoccupava un pò di più, sinceramente, il "lodo Calderoli", ma porcata è la sua legge e una porcata è stata la sua stessa interpretazione. Se la Cassazione interepreta diversamente dallo stesso presentatore del testo è veramente.... Calderoli sei un porco! Il caso Tremaglia? Bah, ormai alla CdL si sforzano di essere sempre più patetici, ci vorrà un oscar alla fine! Attendo, con forse inutile ansia, un altro verdetto: quello sul ricorso presentato dalla Rossa nel Pugno per ottenere i 3 senatori dovuti (?) al Senato. Se fosse accettato, ma ne dubito fortemente, le cose cambierebbero e... di molto! Comunque torno nel mio ovile, lasciando perdere le crisi isteriche della CdL che non si rassegna a perdere e soprattutto quelle dell'Unione che rischia una "divisione" prima ancora di cominciare. Torno all'ovile e come al solito senza troppe pretese analizzo il "voto gay".
Prima un chiarimento: io personalmente, e credo si fosse capito anche in base alla mia scelta, auspicavo per i gay un voto lobbystico o comunque di massa verso un unico partito, la Rosa nel Pugno. Non ho dati sui flussi e comunque non avrei le capacità per analizzarli e fino a che nessun esperto li esaminerà, seguiro il mio intuito: un 2.4% al Senato ed un 2.6% alla Camera non mi fanno pensare ad un "voto gay" per la RnP. In generale, credo inolte, non ci sia stato un voto lobbystico. Credevo, anzi credo, nella necessità di un voto "concentrato" perchè è a mio avviso l'unico modo per far pesare il nostro voto che sì deve essere il voto di cittadini comuni ma ha, volendo o nolendo, una "diversità" che si deve fare in modo che pesi, che faccia appunto la differenza. Necessità ancor più grande in Italia: nel nostro Paese entrambe i candidati Premier avevano posizioni che eufenisticamente definosco "tiepide" sui diritti civili, in particolare sui PaCS. Dare come sola indicazione di voto, come ha fatto l'Arcigay, quella di votare Unione è stato quanto meno ovvio e poco efficace. Se Berlusconi riteneva non necessario legiferare in materia, risolvendo il problema con modifiche ad hoc del Codice Civile dall'altro lato avevamo, ed ora abbiamo come capo di Governo, Prodi che nel suo programma ha preso l'impegno di affrontare il tema ma riducendo il tutto ad un aberrante elenco di "diritti elementari" che poco ha di diverso dall'idea berlusconiana.
Ancora una volta, al contrario di quello che Franco Grillini ripete continuamente, i PaCS e, per estensione, qualsivoglia tema sociale non hanno influito sulla scelta del voto e soprattutto non hanno condizionato il voto gay. Ancora una volta il fronte di gay di centrodestra ha potuto ripetere che "tanto nemmeno Prodi farà nulla". E, senza nessun pessimismo o disfattismo, sono convinto che sarà così. Introduco così un più autorevole commento al voto, quello del rieletto onorevole Grillini:
"In questo quadro sono tra coloro che dicono che meno male che nel centro sinistra sia stato previsto anche grazie alle nostre pressioni e richieste il riconoscimento delle unioni civili. Certo, come tutti sanno, era una soluzione ambigua ed insoddisfacente, ma alla luce di questi risultati non possiamo che rivendicare un programma che deve essere onorato in tutti i suoi aspetti, quindi anche per quanto riguarda i "diritti delle persone che vivono in unione di fatto" comprese le coppie omosessuali."
L'amico Franco è convinto che l'Unione onorerà il suo programma. E forse riesce a convincere pure noi. Ma anche se lo farà, presumbilmente nei termini detti prima, per me sarebbe squallido festeggiare: si sarà approvata una lista della spesa non un bel riconoscimento alle coppie gay. L'ho detto altre volte e lo ripeto: vera vittoria è la creazione di una nuova istituzione (i PacS) o l'estensione agli omosessuli di quella più tradizionale (il matrimonio) non i singoli diritti. Per qualcuno basta quello, per me no, altrimenti mi basterebbe un notaio.
Quasi sullo stesso tono il commento di De Giorgi, direttore di Gay.it ed eminente dirigente toscano dell'Arcigay. Dovrei citare molti passi ma preferisco estrapolare solo questo passo: "...quanti danni hanno fatto in questi mesi quelle sirene che sapevano solo urlare proprio contro quel "minimo garantito" cui oggi ci aggrappiamo con disperazione? Cosa ci diranno oggi i Lo Giudice o i Dall'Orto, massimalisti dell'ultima ora, che tuonavano contro una Unione - tutti i partiti, fuorchè la Rosa nel Pugno - che secondo loro li aveva traditi non includendo i PACS nel programma di governo? Che effetto fa oggi ripensare alle contestazioni del Cassero bolognese a Romano Prodi o rileggere il comunicato stampa - tra i tanti emessi in queste settimane - dell'Arcigay di Milano, che ancora venerdì invitava a non votare neppure per quei Democratici di Sinistra che proprio in Lombardia candidavano l'uomo simbolo della battaglia per il riconoscimento delle coppie gay, Franco Grillini? Quante tutte queste pressioni negative hanno di nuovoallontanato parte del mondo gay e lesbico dall'unica parte politica che, anche se in modo non così forte come avremmo voluto, ci garantiva qualcosa già nel suo programma di governo?"
Risponderei con delle contro domanda: quanti danni hai fatto De Giorgi con il tuo sito che in prima pagina ha pubblicato fuorvianti interviste alla Santanchè ed alla Mussolini? Quanti danni hai fatto ancora tu e la corrente diessina dell'Arcigay con il vostro appiattimento sull'Ulivo? Quanti danni ha fatto la vostra incapacità di sollecitare la vera corrente laica dell'Ulivo a far sentire la propria voce almeno al pari di quella della corrente cattolica?
Comunque rispondendo alle sue domande che non erano rivolte a me: era impossibile votare in Lombardia come in tutta Italia per i DS alla Camera e lo sappiamo tutti bastavano quindi i voti dei margheritini per far rientrare Grillini (sesto in lista!). Io credo che tra i tanti danni possibili quello dell'allontanamento non sia da imputare ai Lo Giudice ed ai Dall'Orto. Pare strano che io difenda questi ultimi due, dopo averli già duramente criticati, ma credo sia doveroso. Grillini ha sempre vantato come un suo successo quello di aver portato i PaCS al centro della discussione politica per lunga tempo. Sicuramente gli si può dare ragione ma non è stato un tempo sufficientemente lungo visto che proprio in campagna elettorale effettiva di PacS si è parlato poco o niente! E quel poco che si è detto ha teso solo a ribadire le posizioni riassunte prima. Gli Italiani e di gay italiani non hanno sostanzialmente potuto decidere sui temi etici. Forse giustamente il vero scontro si è avuto sulle tasse e sui temi economici. L'unico modo per gay e non solo per farli rimanere fulcro dell'agenda politica era votare un partito, la Rosa nel Pugno, che pur firmando il programma dell'Unione quindi concordando sulle line generali ha allegato un documento in cui chiariva la sua posizione in particolare su alcuni temi come PaCS e scuola pubblica. Ripeto che giustamente si doveva votare un programma che dava maggiori garanzie sulla ripresa economia del nostro paese che la nostra beniamina Emma Bonino ha definito "asfittico, bloccato, a crescita econmica zero", ma sono altrettanto convinto che tutto questo dovesse essere accompagnato dai temi di libertà, di civiltà, di laicità. Purtroppo l'Italia, anche quella di destra, ha ragionato secondo logiche proprie del marxismo-comunismo di struttura e sovrastruttura: esistono problemi più importanti di altri ed esiste una scala di priorità. E così hanno ragionato i glbt italiani. Non posso permettermi di dire che quantomeno questi ultimi abbiano fatto un grave errore ma credo di poter dire che si sia persa una grande occasione. Sembra che io stia facendo campagna elettorale ma sto solo denunciando gli errori che a partire dalle massime rappresentanze gay sono stati fatti e sto analizzando i conseguenti danni. Il vero danno è stato fatto quando non si è avuta la capacità di sostenere ed indirizzare il voto verso un unico partito. In questo becero sistema proporzionale non è servito a nulla! a nulla! E non dico per forza la RnP, ma era necessario dare un unico punto di riferimento. Cioè non toglie che non credo che tutte le migliaia di iscritti dell'Arcigay aspettino le loro indicazioni, anzi! Ma era importante il valore di una posizione unitaria. Non è servito a niente l'Appello Glbt per la Rosa nel Pugno ma sicuramente il suo valore simbolico lo ha avuto. Condivido invece totalmente, come spesso succede, l'opinione di Giuliano Federico di Gay.tv. Commentarlo significherebbe ripetere le sue parole, lascio quindi a voi la lettura.
E nel frattempo che leggete io mi prendo una pausa, sono stanco e carente di concentrazione.
to be continued...
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