...bisogna fare gli italiani! Non voglio tornare così indietro per commentare questo risultato politico, ma azzardo e dico che a circa 150 anni da quando D'Azeglio pronunciò questa frase essa sia ancora attuale. Ero al seggio a scrutinare le mie pochissime schede quindi non ho vissuto la fase "euforia da exit poll" ma ho seguito la lunga maratona televisiva e soprattutto internettiana fino alle 2.30, fino a quando cioè Prodi si è in qualche modo dichiarato vincitore. Man mano che passavano le ore tutti, da destra e sinistra, convenivano nell'affermare che l'Italia o meglio gli Italiani sono divisi quasi perfettamente in due. Come si può analizzare questo sostanziale pareggio? Cosa si può dedurre sul "pensiero", sulla volontà, sulle aspirazioni del popolo italiano? Ho provato a rispondere a queste domande appena sono andato a letto, tra l'altro quando non sapevo le previsioni sui Senatori all'estero, ma non sono riuscito a darmi risposte. In nottata-mattinata sono arrivate alcuni dati sul voto all'estero e pare l'Unione possa ottenere di uno il vantaggio anche al Senato. Sostanzialmente l'Unione di Prodi avrebbe vinto in entrambi i rami del Parlamento. Ma procediamo per ordine e vediamo di sintetizzare la mia logorrea.
Berlusconi, personalmente, ha vinto. E con lui Forza Italia, che rimane il primo partito in Italia. Tutti lo davano per sconfitto, tutti lo odiavano tutti non lo sopportavano e invece... il 50% degli italiani gli ha ridato fiducia! Ha vinto e perso pronosticando una sua vittoria in caso di alta aflfuenza; vinto perchè comunque proprio l'altra affluenza ha portato al pareggio.
Prodi, nonostante la sua "autoproclamazione", ha perso. Il suo progetto, il suo programmone non ha convinto (gli indecisi) e non è riuscito a far capire i grandi limiti e pericoli della destra italiana. Non ha mai convinto nemmeno me e questo è noto dai tempi delle Primarie. Non ho votato perchè non mi piaceva Prodi e non mi piaceva nessun altro. Lui ha trionfato allora ma non in questa tornata reale elettorale.
Io percepisco l'aria dell'incertezza, non ha vinto nessuno insomma. E pur riconoscendo vittoria morale a Silvio Berlusconi ed a Forza Italia credo che sia lui sia Romano Prodi debbano fare un passo indietro. Lo avrebbero sicuramente dovuto fare in caso di maggioranze alternate nei due rami del Parlamento ma credo lo si debba fare anche ora che si prospetta vittoria anche al Senato (per un senatore, massimo due). Il governo che potrà nascere sarà doppiamente debole e non credo potrà garantire lunga durata, al contrario di quello che tentano di dire ora; credo inoltre che sia unpolitically correct chiedere ai Senatori a vita di schierarsi, anche se lo hanno già fatto in passato. O forse spero seguano le orme di Agnelli e votino cioè il governo che ha bisogno di fiducia. Anche con la vittoria al Senato credo che non sia scontata l'uscita da questa empasse. Molto dipenderà dal nuovo Presidente della Repubblica che dovrebbe comunque nominare un Premier o spingere per nuove elezioni. Prese di posizioni troppo grandi per un inizio di carica. Pur avendo votato a sinistra ed auspicando una vittoria della sinistra avrei preferito di gran lunga una vittoria del centrodestra ma di larga maggioranza. Sono convinto che ci sia bisogno realmente di una politica diversa in Italia fatta da persone diverse. Mi ha sempre turbato constatare che a distanza di 10 anni gli aspiranti al trono fossero gli stessi e questo turbamento si è concretizzato in una spaccatura. Nel 2001 si poteva dire che avesse vinto il meno peggio. Oggi chi ha vinto? Ha vinto sicuramente la retorica. Di là si paventava un arrivo dei comunisti, di qua un nuovo Ventennio e molti si sono lasciati condizionare, forse pure io.
Continuo a seguire online i risultati dall'Estero e quindi possiamo dire che ha vinto l'Unione anche al Senato.
Iniziamo a pensare la futuro? Da che cosa partirà l'Unione, dal programma? Riusciranno a portarli avanti? Non lo so sinceramente, un pò dubito anche considerando che ho sempre dubitato sulla durata del Governo Prodi. Analizziamo ora un altro risultato, quello della Rosa nel Pugno.
L'ho giudicato seguendo emozioni contrastanti ma sempre sostanzialmente deludente. Se dal Senato ce lo si poteva aspettare alla Camera si è andati sotto il "minimo sindacale". Comunque 18 deputati ci saranno e tra questi sicuramente Emma Bonino, Enrico Boselli e Daniele Capezzone. Altri non so. Alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale mi si ricordava che negli anni '70 anche con solo 6 deputati si riuscì a smuovere qualcosa, mi auguro che con 18 si possa smuovere qualcosa in più. Nonostante il risultato credo anzi sono convinto che il progetto della fusione radicalsocialista, quindi della Rosa nel Pugno, debba andare avanti. Il concetto di liberalsocialismo è ancora sconosciuto a molti italiani ma a qualcuno ha colpito e gli ha dato fiducia. Un piccolo passo iniziale ma che deve essere reso più forte, consolidato e sostenuto da tutti noi che abbiamo contribuito a formare il 2.6% alla camera. Leggo, con dispiacere, sul forum della Rosa di volontà di alcuni elettori di annullare tutto e tornare all'"indipendenza", secondo me sarebbe la cosa più stupida. Credo che la base radicale che ha sempre mal digerito i neo alleati socialisti debba iniziare a capire che anche nella Rosa si deve ragionare sempre unitariamente. Mi preoccupa e non lo nego che i Comunisti Italiani di Diliberto abbiano 16 deputati... qui faccio un pò di retorica demagogica io: torneremo alle lotte di classe?!?! :-)
Nell'ultimo post avevo dichiarato la mia seconda scelta di voto quindi non posso essere considerato paraculo: l'Italia dei Valori ha ottenuto un risultato molto soreprendente e di questo non posso che esserne contento. Credo che Di Pietro ed i suoi abbiano molta più sintonia con la Bonino-Boselli ed i loro piuttosto che con i rifondaroli ed i comunisti, spero che si concretizzi in una collaborazione seria. A dopo per un analisi sul voto gay. (P.S. arrestato Provenzano. un segnale a qualcuno?)
upgrade: la mia seconda scelta, Antonio Di Pietro comincia male, e condiziona già negativamente il discorso sui PaCS: Roma, 10 apr - ''Il paese e' spaccato e dobbiamo ricostruire la fiducia nella politica e nelle istituzioni''. Lo ha affermato Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori, partecipando in serata a 'Porta a Porta' e anticipando la sua contrarieta' ad accordi ''tipo Pacs'' in caso di pareggio. Ad una domanda su come sia andato il suo partito, Di Pietro ha risposto: ''Siamo andati molto bene, ma non e' il momento di guardare ai singoli partiti. Noi speriamo ancora di vincere e Italia dei Valori in questo caso garantisce il suo appoggio a Prodi''. Ma nel caso di pareggio? ''Se si va al pareggio - ha risposto Di Pietro - dico no in questo caso ai Pacs e si torni a votare''
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Caro Andreas, sono colpito da quanto siano simili i nostri punti di vista, concordo molto con la tua analisi, unica eccezione la mia disistima su Di Pietro e da molti anni, almeno dal 93. Per il resto siamo in piena sintonia sull'analisi politica del paese.
Spero anch'io che l'alleanza radicalsocialista regga e operi con forza in parlamento dato che mi riconosco in pieno nella cultura liberalsocialista. Con stima Maurizio-Innisfree