Sono omosessuale, sto con la mia compagna da quasi7 anni. Abbiamo acquistato casa, mutuo di 30 anni, 1.440 euro al mese. Ingegnere, entrambe apprezzate in due grandi aziende italiane nelle quali contribuiamoad alzare il Pil del Paese. Da un mese sto riflettendo sui“Dico”. Che mi sembravano e mi sembrano oggi una presa in giro. Diritti rimandati a decisioni di altri enti. Anni per ottenere qualcosa che chi si sposa ha con una sola firma. Penso che il movimento omosessuale abbia sbagliato ad allearsi con le convivenze eterosessuali, perché è vero che per una coppia eterosessuale i Dico sono, come dice il Papa, una forma di deresponsabilizzazione, perché permettono di scegliere tra due forme, una impegnativa e vincolante (il matrimonio), e un’altra che non lo è. Ma noi omosessuali, invece, non possiamo scegliere. Credo che fare questa legge rischi di diventare una discriminazione: certificare, scrivere, documentare, che il nostro amore vale di meno.
Noi paghiamo le tasse, abitiamo in mezzo a voi, andiamo alle riunioni di condominio, apriamo le porte degli ascensori alle vecchiette dei palazzi dove abitiamo. Ci accudiamo nella malattia. Tutte le cose banali che succedono nelle famiglie. Chiedo: è davvero questo pezzo di carta a minare la Sacra famiglia? Noi ci sentiamo, ora, in Italia, come gli ebrei al momento della promulgazione delle leggi razziali. Discriminati senza logica e motivo.
Credo che pericolo per la famiglia sia la pedofilia dei padri sui figli/e, i figli che ammazzano i genitori per soldi, che privi di valori copulano sui banchi di scuola. Da quali famiglie normali sono nate queste depravazioni? Sento la mancanza di Pasolini, che sapeva abbattere le ipocrisie con le parole, farci vedere nudi, come siamo. Le battute volgari di certi senatori a vita mostrano che è la Sacra famiglia oggi a essere nuda. Noi, omosessuali d’Italia, sappiamo che il cinismo politico avrà la meglio. Credo che i Dico saranno accantonati. Siamo anche disposti ad aspettare che questa briciola ci venga data dopo. Però, le offese no. Noi siamo vestiti di dignità. Quella che sta mancando al Parlamento codardo. La discriminazione ci impedisce di essere organizzati, e il governose ne sta approfittando. Il 10 marzo (alle ore 15 a piazza Farnese a Roma) ci sarà una manifestazione che deve essere grande. Agli amici eterosessuali chiedo: mettete questo sulla vostra pelle. Tutti questi no. E sentite quanto bruciano. E stateci accanto. Noi siamo una comunità che siete abituati a vedere colorata. Oggi siamo in lutto. Stateci accanto il 10 marzo.
Questa è una lettera-appello di Cristiana Licata (scrittrice) apparsa su Metro (p. 20). Ci sono delle frasi forti, che ho evidenziato. A molti (per lo più eterosessuali) suonerà addirittura esagerato paragonare la nostra situazione a quella degli ebrei ai tempi della promulgazioni delle leggi razziali. Forse è esagerato anche per me. Ma allo stesso tempo, vivendo io sto con difficoltà la situazione politica attuale, non trovo del tutto sbagliato il paragone con gli anni 30 del secolo scorso. Inutile dire quanto abbia apprezzato e condiviso le parole di Cristiana Licata.Etichette: 10 marzo, Di.Co., Metro, rassegna stampa |
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