Gentile Direttore, le scrivo a proposito del vostro articolo sulla testimonianza di un ragazzo ex gay "convertitosi" all'eterosessualità; grazie alle teorie di Jospeh Nicolosi ed alla religione cattolica.
Sono un ragazzo di 25 anni, "normale", tranquillo, con relazioni affettive durature e con le piccole grandi ansie tipiche di ogni essere umano a qualsiasi età. Sono gay. Accettare la mia diversità non è stato facile, come non lo è stato, immagino, per la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze omosessuali. Arrivato a Roma per studiare, a 19 anni quando le incertezze, le paure e le difficoltà erano ancora tante, ho cominciato a frequentare Comunione e Liberazione. Per caso, per amicizia. Mi ci sono trovato bene e sono rimasto partecipando con impegno, passione, entusiasmo e, naturalmente, fede. Ho partecipato alla messa, recitato rosari e cantato le lodi al Signore quasi tutti i giorni, fatto via crucis, anche da chierichietto, e mi sono accostanto ai sacramenti. Nella confessione ho parlato della mia omosessualità solo una volta, in seguito no perchè per me bastava confessare gli atti impuri, la fornicazione. A distanza di anni non frequento più il movimento, ma ho ancora molti amici che frequento tuttora. Loro non sanno. Perchè dirlo impone coraggio e, questo, nonostante tutti i coming out già affrontati, i gay pride ed altre manifestazioni, con loro mi manca. Loro sapranno, perchè non voglio più mentirgli. Mi sono allontanato dalla Chiesa ed è inutile, credo, spiegarle il perchè. Vede tutte quelle messe, tutta quella Bibbia e sono ancora gay, al contrario dell'exgay di cui ha parlato il suo giornale. E lo sa perchè? Perchè io è la maggior parte dei gay abbiamo accettato con serenità il nostro diverso orientamento sessuale. Conoscevo le teorie di Nicolosi, che comunque non vedo come possano essere su degli appunti di filosofia e che non reputo scientifiche, e quindi trovare qualcuno che le abbia seguite ed eseguite non mi sembra affato impossibile.
Quello che però mi ha spinto a scriverle è stato l'atteggiamento del suo giornale. Secondo me non si è chiarito che coloro che si avvalgono delle terapie del Narth e del gruppo Chaire sono persone con gravi difficoltà ad accettare e vivere serenamente la propria omosessualità, lo dice lo stesso Nicolosi. Non si è chiarito che il processo può arrecare danni ancora più gravi alla personalità di chi vi si sottopone. Non mancano di certo prove per dimostrarlo. Anche mia madre, portandomi dallo psicologo, voleva che io cambiassi, diventassi etero. E non è stato di certo lo psicologo a dirle che non si può. Il terapeuta ha solo specificato che dovevo volerlo io e che comunque si sarebbe trattato di un processo difficile e doloroso. E' giusto che tutte le teorie, anche quelle che non si condividono, vengano diffuse ed è quindi giusto che il suo giornale attraverso questa testimonianza lo abbia fatto. Forse qualche gay insofferente avrà trovato una strada, ma credo che quantomeno dovute sarebbero state delle precisazioni per non offendere chi insofferente non è.
Con stima Andreas Martini
N.B. Tutto ciò che ho scritto nella lettera corrisponde a verità. Si, sono stato molto vicino a Comunione e Liberazione. Ed in parte lo sono tuttora, per amicizia.
Andrea, premesso che ogni lettera simile necessita di applauso anche solo per esser stata scritta, mi rammarico pero del fatto che in quanto da te scritto non si trova minima evidenza della impossibilità di gurarire per il semplice fatto che l'omosessualità non è una malattia, anzi sembra quasi che tu sostenga questa possibilità legandola ad una volontà soggettiva: scusa tu ti sei svegliato un mattino ed hai deciso di diventare gay? mi meraviglio che tu abbia fatto questo errore...
Critica giustissima che accetto ma vorrei solo farti notare che ho scritto convertire e pure tra virgolette non guarire. Ho pure chiaramente scritto che rifiuto le teorie di nicolosi. ci sono dei gay che non si accettano e che vedono in queste teorie la salvazione.... Ogni gay insofferente, anche senza terapeuta, può "convertirsi" o no?
andrea, la mia non una critica ma solo una opinione, lo sai... dici: Anche mia madre, portandomi dallo psicologo, voleva che io cambiassi, diventassi etero. E non è stato di certo lo psicologo a dirle che non si può. Il terapeuta ha solo specificato che dovevo volerlo io e che comunque si sarebbe trattato di un processo difficile e doloroso. in questo passaggio lasci intendere che tu credi alla guarigione, che definisci "processo difficile e doloroso" e non impossibile tutto qui...
Mi chiedo: qualcuno ha mai provato a "convertire" qualche etero all'omosessualità? Perché ho la sensazione che la cosa sarebbe molto più facile del contrario???
:-D
Comunque, complimenti per aver scritto questa lettera!
Fireman: io credo che se uno vuole può andare contro la sua natura (omosessuale) ed andare con le donne. sono convinto che farà una vita di merda ma è un problema suo. Tu al tipo di cui parlano su La Stampa gli diresti: è impossibile che tu sia diventato etero o gli diresti povero scemo? riporto parole di quello psicologo e non convinzioni mie ma sono lo stesso convinto che non sia impossibile. Certo è che non si possono costringere persone a "convertirsi"! è per questo ho criticato l'articolo!
Michele, grazie e per far diventare gli etero omo non c'è bisogno di terapie... vedi quanti "etero curiosi" ci stanno"
La mia approvazione alla lettera già te l'avevo data. Io ex accierrino (azione cattolica ragazzi) ho vissuto travagli simili, ancor più duri perchè per molto tempo ho vissuto una vita parallela, perchè ho esperienza di chiesa (apposta con la "c"minuscola) positiva. di quella che si sporca le mani, di quella che sta tra la gente. Di questa ho fatto parte, da questa ancora mi sento coinvolto, e ancora ringrazio per la mia formazione. Quella chiesa che guarda agli altri, attraverso Dio, a cui ancora, zoppicando, sono fedele imperfetto. Tutti i nostri genitori credenti, i nostri amici, lontani dagli intrighi delle gerarchie e sinceri nella loro fede, non bigotta, ma pulita e verace, hanno pensato di poterci guarire, forse anche solo per proteggerci. Tutto questo va oltre la battaglia ideologica, l'orgoglio (pride) di ognnuno di noi. E' storia intima di ciascuno, per chi l'ha passata, un dolore, innegabile in alcuni momenti, che ci ha segnato. Però oggi ancora credo in quella chiesa delle persone e, scusate l'odore di santità, perdono coloro che credono di potermi guarire. Perchè forse senza malizia, ma con Fede sincera. Compatisco chi, gay, però, crede di poterci riuscire senza dover cedere a rinunce lesive, per se stesso e per chi lo circonda o circonderà. Solo questo mi impaurisce di tutto ciò, non i credenti, quelli sinceri, che pensano ci si possa convertire, ma quei deboli,gay, forse perchè soli, che sperano realmente questo possa avvenire. E' qui che bisogna agire, non lasciare nessuo solo, perchè la solitudine è solo una finta libertà. La solitudine fa paura e a vincere, in questi casi, è la massa, omologata e impaurita. Comprensione per alcuni e solidarietà per altri, senza inutili battaglie, dall'una e dall'altra parte, di contrapposta "evangelizzazione".
ciao, hai proprio ragione, ci sono molti curiosoni. Scommetto che sono questi stessi curiosi che poi se ti vedono per strada mano per mano al tuo ragazzo ti sfottono, e sono i primi a battersi per i diritti della "famiglia tradizionale" (che poi, vorrei fare un censimento e sapere chi ha una famiglia tradizionale... Fra nonni/babysitter, famiglie allargate...mah!)
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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Andrea,
premesso che ogni lettera simile necessita di applauso anche solo per esser stata scritta, mi rammarico pero del fatto che in quanto da te scritto non si trova minima evidenza della impossibilità di gurarire per il semplice fatto che l'omosessualità non è una malattia, anzi sembra quasi che tu sostenga questa possibilità legandola ad una volontà soggettiva: scusa tu ti sei svegliato un mattino ed hai deciso di diventare gay?
mi meraviglio che tu abbia fatto questo errore...
besos,
FM