I Democratici vincono. Per il movimento glbt USA una mezza vittoria.
I Democratici hanno vinto le elezioni di MidTerm. Dopo 12 anni hanno di nuovo la maggioranza al Congresso. Una maggioranza all'italiana direi: al Senato 51 democratici, 49 repubblicani!I Democratici hanno vinto. Festeggiamo! Festeggiamo perchè finalmente la politica di Bush non è più in maggioranza. Festeggiamo perchè si può serenamente iniziare a pensare che tra due anni la Casa Bianca sarà guidata da un democratico (Hillary, Barak o Rudolph?). Festeggiamo perchè le donne si fanno aventi anche negli States: Hillary e Nancy. Festeggiamo perchè Nancy D'Alesandro Pelosi diventa la prima Speaker donna della Camera e perchè, come si deduce dai cognomi, è italoamericana. E festeggiamo... Insomma c'è tanto per cui essere contenti dopo i risultati dell'ultima tornata elettorale americana. Ma la comunità gay americana festeggerà e per cosa? Ha la possibilità di gioire per qualcosa in più, in particolare? Sicuramente lo farà per i motivi suddetti. Ma oltre non può andare, a mio modesto avviso. Leggevo da qualche parte e non posso che essere d'accordo: negli USA ha vinto il rifiuto della politica repubblicana, il rifiuto alla guerra, ma non significa che abbiano vinto i "valori" democratici.Aver messo in minoranza Bush significa aver messo in minoranza uno dei più omofobi presidenti degli Stati Uniti d'America ed aver eletto personalità come la Clinton e la Pelosi notoriamente gay-friendly e sostenitrici dei diritti glbt. Ma siamo sicuri che presto arriverà la "primavera dei diritti" negli USA? Penso proprio di no. E non è solo un opinione. È purtroppo la constatazione di fatti Oltre ad eleggere deputati, senatori e governatori, si sono votati anche numerosi referendum tra cui quelli per la messa al bando dei matrimoni gay. Hanno votato a favoredel bando in Colorado, Sud Dakota, Sud Carolina, Tennessee, Virginia, Wisconsin, Idaho. Solo in Arizona è stato rigettato. 7 a 1. Se poi si considera le tornate referendarie precedenti il dato diventa ancora più deprimente: nel tempo si è votato su questo tema in 28 stati e solo la già citata Arizona ha votato contro. Il matrimonio gay è considerato costituzionale solo in questo stato e nell'ormai famoso Massachusetts. Anche in quegli stati che hanno cambiato "colore" la cosa non è andata meglio. La Virginia, per esempio, che è stata determinante per la vittoria dell'Asinello, ha eletto due senatori democratici ma ha votato anche a favore del bando ai matrimoni gay. Naturalmente tutti pongono estrema fiducia nei Democrats, in particolare nelle sue donne, ma come ricorda Libby Post di 365gay.com anche nella "sinistra" americana ci sono i conservatori e allora "Pelosi, like Spitzer, has to build consensus on these issues"E conclude: "These are heady days. Yet despite our glee, when the partying is over we must remember that this election was not so much an endorsement of Democratic values but a repudiation of Republican arrogance and power-mongering, of a war that is going nowhere and of a bias toward corporate greed over the needs of everyday people."
Non condivido il tono negativo del post, Andreas. Secondo me, infatti, in USA siamo proprio nella privamera dei diritti glbt. Infatti, è vero che sette referendum costituzionali su 8 hanno messo "al bando" le nozze omosex... ma è anche vero che rispetto a due anni fa, quando i referendum costituzionali erano ben 11 e non era praticamente pensabile che degli elettori potessero respingere anche seolo un referendum del genere (difatti tutti gli 11 referendum passarono alla grande), la situazione è assai migliorata: laddove i referendum sono passati sono passati con percentuali di "sì" minori, e in più in uno degli Stati conservatori per eccellenza (l'Arizona) hanno prevalso i "no". Inoltre, ad esempio, in California i conservatori non ce l'hanno nemmeno fatta a raccogliere le firme necessarie per poter fare il referendum, e nello Stato di New York è stato eletto un governatore pro-nozze gay.
PS: Il Massachusetts non è il solo stato in cui il matrimonio gay è costituzionale (lo è in tutta America)... ma è il solo Stato USA finora in cui la C. Suprema ha dichiarato incostituzionale impedire ai gay di unirsi in matrimonio.
Sarà diminuita la percentuale di scarto ma il risultato non cambia, in questi casi perdere 1-0 o 4-0 è uguale. Si dovrebbero riaspettare nuovi referendum e chissà quanto ci vorrà!
Se fai quella precisazione allora aggiungi pure il New Jersey. Penso che la corte suprema abbia anche lì dichiarato incostituzionale impedire i matrimoni/unioni gay.
In generale sei tu il pessimista, ma ora tocca farlo a me. Mi sembra che tu da una rondine (scarti esigui e governatori friendly - questi già considerati da me come risultato positivo) veda già la primavera. Mi auguro naturalmente che il mio sia solo pessimismo e che si avveri il meglio, ma solo il tempo ce lo dirà.
No, Andreas... la decisione C. Suprema del New Jersey è assolutamente diversa da quella della C. Suprema del Massachusetts... in quanto non dichiara discriminatorio, perciò incostituzionale, impedire ai gay di unirsi in matrimonio. Difatti, essa lascia provvisoriamente al legislatore la facoltà di continuare a escludere le coppie gay dal matrimonio a patto che venga creata una unione "per gay", mentre la C. Suprema del Massachusetts ha ordinato allo Stato di piantarla entrom 180 gg di escludere i gay dal matrimonio, specificando che eventuali unioni "per gay" sarebbero state segregazioniste e di serie b dal punto di vista sociale, relazionale, ecc quindi esse stesse portatrici di ineguaglianza, stigma, quindi discriminatorie, incostituzionali.
Nel merito dei referendum 2006, io trovo che il caso Arizona e la minor percentuale di "sì" siano segnali di un cambiamento positivo, che col tempo si farà sentire. In due anni un miglioramento del genere non mi sembra poco. In ogni caso, gli emendamenti costituzionali anti-nozze gay -come ricordi te- possono essere tolti attraverso altri referendum, ma anche dichiarati incostituzionali -- vedi il caso degli emendamenti costituzionali contro i matrimoni tra persone di razza diversa (sono rimasti per moltissimo tempo, in Alabama fino al 2000!, ma sono diventati inoperativi da quando diversi decenni fa la C. Suprema nazionale degli USA ha dichiarato discriminatorio, perciò incostituzionale, impedire alle coppie di razza diversa di unirsi in matrimonio).
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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Non condivido il tono negativo del post, Andreas. Secondo me, infatti, in USA siamo proprio nella privamera dei diritti glbt. Infatti, è vero che sette referendum costituzionali su 8 hanno messo "al bando" le nozze omosex... ma è anche vero che rispetto a due anni fa, quando i referendum costituzionali erano ben 11 e non era praticamente pensabile che degli elettori potessero respingere anche seolo un referendum del genere (difatti tutti gli 11 referendum passarono alla grande), la situazione è assai migliorata: laddove i referendum sono passati sono passati con percentuali di "sì" minori, e in più in uno degli Stati conservatori per eccellenza (l'Arizona) hanno prevalso i "no". Inoltre, ad esempio, in California i conservatori non ce l'hanno nemmeno fatta a raccogliere le firme necessarie per poter fare il referendum, e nello Stato di New York è stato eletto un governatore pro-nozze gay.