Il Campidoglio e Palazzo Marino non verranno colorati arcobaleno: nessuno dei candidati gay nelle due delle città più grandi d'Italia è stato eletto. Per inefficenza dei siti dei due Comuni non riesco ad avere i voti di preferenza dei vari candidati glbt ma sembra chiaro che nessuna campagna pro voto gay ha avuto molto successo. Un'attenuante all'insuccesso è comunque doveroso farla: Roma e Milano sono sì due città con una grande popolazione gay ma molti di questi sono studenti fuorisede - come il sottoscritto - o lavoratori non residenti. Per la stessa inefficenza non riesco ad avere i dati delle elezioni nei 20 Municipi romani e nei 9 Consigli di zona milanesi. Gaynews dà notiza dell'elezione a Presidente del IV Municipio di Alessandro Cardente. Il lancio APCom riporta anche le dichiarazioni di Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma. Dichiarazioni che, non per disfattismo ma anzi per spirito critico, definirei patetiche. "Con l'elezione con il 60% dei consensial Presidente del IV Municipio, Alessandro Cardente, tra i fondatori di Arcigay a Roma, abbiamo dimostrato che essere gay non implica far perdere voti", "le cittadine e i cittadini romani hanno eletto molti dei candidati Gay e Gay-friendly segnalati da Arcigay Roma durante la campagna 'Usa il Tuo Voto',con la quale abbiamo fornito ai nostri soci di Roma ed ai nostri simpatizzanti un elenco di candidati al Comune ed ai Municipi di Roma che hanno condiviso e firmato le nostre richieste". Sarebbe bene ricordare che in quanto candidato Presidente il Cardente non aveva bisogno di voti di preferenza. Cioè il suo nome era prestampato sulla scheda elettorale e qualsiasi voto, anche una croce su uno dei partiti che lo sostenevano, era un voto per lui. Sia chiaro che non voglio togliere nulla al neo eletto Presidente del quarto Municipio ma dire che "essere gay non implica far perdere voti" mi sembra una forzatura tant'è che storicamente solo due Municipi romani hanno avuto presidenti di destra e tra questi due non c'è il quarto. Il successo quindi era quasi scontato. Il giovane presidente di Arcigay Roma parla della campagna "Usa il tuo voto". Come aveva già fatto notare uno dei candidati non segnalati, Sciltian Gastaldi, l'niziativa di cui parla Fabrizio Marrazzo è stata un pò scorretta. Infatti nell'elenco mancavano alcuni nomi e se a pensar male si fà peccato ma spesso ci si azzecca allora mi viene da pensare che per avversione partitica e soprattutto per rivalità personali la mancata segnalazione di quei nomi non è stata semplice disattenzione. Marrazzo parla di elezione di "candidati", al plurale quindi. Aspetto ulteriori dati o comunque il ripristino del server del comune di Roma. |
Dal nuovo numero di Famiglia Cristiana... intervista a Rosy Bindi, Ministro per la Famiglia del Governo Prodi. Ecco i punti che riguardano le coppie di fatto:
(L'intervista si può leggere anche andando su: http://www.sanpaolo.org/fc/0623fc/0623fc42.htm )
FC: Allora, che cosa è accaduto? BINDI: «Il Corriere della Sera ha strumentalizzato le mie parole sulle unioni civili, mettendole in contrapposizione a quelle del Papa».
FC: Si parte dalla questione delle Unioni civili… BINDI: «Sta a cuore a una minoranza della coalizione. A Grillini e Capezzone dico che nessuno ha intenzione di ignorare le minoranze. Loro però devono accettare che quando si parla di famiglia le priorità siano altre, quelle che ho appena indicato. Ma ci preoccuperemo anche di togliere dalla clandestinità giuridica le persone che hanno scelto di affidare i loro affetti a forme di convivenza che non sono previste dall’articolo 29 della Costituzione».
FC: Cioè i Pacs? BINDI: «La parola non c’è nel programma dell’Ulivo. Non faremo mai i Pacs. Nel nostro programma c’è scritto: "L’Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto". Non verranno riconosciuti i diritti delle unioni, ma delle persone. Altrimenti ci sarebbe contrasto con l’articolo 29 della Costituzione che parla solo di famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna».
FC: Quindi non farete i "registri" che Grillini vuole e la Chiesa contesta? BINDI: «A Grillini dico di non far diventare un problema una scelta che è minoritaria nel Paese, e alla Chiesa di non spaventarsi. Non abbiamo alcuna intenzione di inventare il piccolo matrimonio o il matrimonio di serie B. Le coppie eterosessuali sappiano che se vogliono gli stessi diritti e gli stessi doveri del matrimonio possono sposarsi».
FC: E alle coppie omosessuali cosa dice? BINDI: «Che manca il presupposto per definire "matrimonio" il loro rapporto. Naturalmente, nel definire diritti e prerogative delle persone che formano le unioni di fatto, non faremo alcuna discriminazione».