Quando in qualsiasi dibattito sui diritti per i gay si sente dire che la società non è pronta, soprattutto noi "del settore", storciamo il naso. E se poi è Barbara Berlusconi a dirlo ci convinciamo che sia stata imboccata dal padre. Ma se pure il 68.7% dei Cattolici è favorevole ai PaCS, figuriamoci tutta la popolazione italiana senza distinguo religiosi! Se poi si pensa ai giovani si è convinti che siano molto più open minded dei loro genitori. Beh, forse, almeno un pò dobbiamo disilluderci: nemmeno i teenagers-ventenni sono così di larghe vedute.
E Andreas Martini come la pensa? Intanto i numeri: su un campione di 939 ragazzi, di età compresa tra 15 e 25 anni, su tutto il territorio nazionale, il 52,5% e' "molto/abbastanza d'accordo" nel definire le relazioni omosessuali "contro natura" (tra le ragazze la percentuale scende al 33,6%) qualche altro distinguo e dato in più: Maggior apertura tra i non religiosi (solo il 36,7% concorda con l'affermazione) e tra i ragazzi di sinistra (la percentuale scende ulteriormente al 31,4%). Incide notevolmente anche l'area geografica: tra il Nord ed il Sud la distanza - a favore del Nord - e' di 10 punti percentuali. Con l'affermazione secondo cui le relazioni omosessuali sono percepite come "relazioni normali" e' in disaccordo la maggioranza dei giovani (il 54,8% del campione), un atteggiamento di chiusura che si esplicita anche nel fatto che il 25% dei giovani ritiene che le relazioni omosessuali non debbano essere "tollerate" e il 22% che non debbano "esistere". Sinceramente questi dati mi lasciano interdetto questi dati ma non sono del tutto incomprensibili. Sicuramente non posso basarmi su ciò che riscontro io personalmente perchè, l'ho sempre detto, tutte le persone a cui l'ho detto o di cui ho potuto ascoltare un opinione a riguardo hanno dimostrato sempre molta apertura. Tra questi anche molti giovani o comunque coetanei. Credo nessuno mi abbia detto di essere incuriosito da rapporti omosex (tranne la madre di una mia amica del liceo!), ma comunque mai nessuno ha parlato di contronatura o di intolleranza. Se però penso ad un campione di persone molto più vasto e che quindi comprende anche molte realtà provinciali posso essere d'accordo su quanto rileva la Fondazione Iard. I dati non mi sembrano nemmeno così "allarmanti": sitamo parlando di un ragazzo su due. Ed in un'Italia che ormai sembra essere divisa in due mi sembra un dato "normale". Però riflettiamoci, stiamo parlando, di ragazzi dai 18 ai 25 anni, stiamo parlando del futuro. Certo è che se pensiamo ai loro/nostri genitori è quasi prevedibile che la pensino così. Dobbiamo allora aspettare i nostri figli? (continuo a parlare in prima persona perchè rientrerei nel campione! :-) ) Non credo! Credo piuttosto che sia importante che ai ragazzi di oggi vengano presentati "modelli gay" molto più reali e meno stereotipati di quelli che attualmente gli si offrono. Credo quindi che sia importante che nella vita quotidiana dobbiamo presentarci nella nostra naturalità e che sempre più ragazzi si confidino con i loro coetanei per far capire loro che diritto ad esistere ce l'abbiamo pure noi! Se ripenso a me al liceo ed alla possibilità che parlassi delle mie pulsioni ad i miei compagni, mi viene in mente che sto prospettando cose difficile da realizzarsi, ma frequentando locali mi sto accorgendo che i teengay di oggi sono molto più "coraggiosi". Una battaglia per la visiblità quotidiana, 365 piccoli gay pride all'anno, è questo quello che credo sia importante affinchè la società sia pronta ad accettarci. |