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mercoledì, gennaio 25, 2006
Omosessualità: basic concepts/2
In un precedente post ho già scritto come il mondo scientifico (OMS) ed in particolare psicologi, psichiatri e psicoterapueti (APA) considera l'omosessualità. Una variante naturale dell'orientamento sessuale.
Ho già specificato che naturalmente non tutti erano e sono d'accordo, consideranto l'omosessualità una patologia (Narth & Co.).
Ma anche gente comune, al massimo filosofi o studiosi di biologia o scienze connesse, vuole che si riapra il dibattito.
Ricordando a costoro che proprio quest'anno l'APA inizierà i lavori per la stesura del DSM V la cui pubblicazione è prevista per il 2010 (fate in tempo a proporre le vostre revisioni), vorrei parlare dell'ultima versione ufficiale del suddetto, pluricitato, manuale ufficiale: DSM IV-TR.
Leggendo la classificazione dei disturbi mentali presentata dal manuale si riscontra che l'omosessualità non è presente.
Ma andiamo oltre e soffermiamoci sulla categoria dove presumibilmente si dovrebbe trovare l'omosessualità: "Disturbi sessuali e di identificazione di genere".
Posto che i generi naturali sono due, maschio (uomo), femmina (donna), si evince che il disturbo conseguente è la non identificazione con il proprio genere: ci si può sentire donna in corpo di uomo (caso statisticamente più frequente) o viceversa.
L'eterosessualità, la bisessualità e l'omosessualità sono altro.

Il pezzo più citato del DSM, riguardo al transessualismo è questo:
In tarda adolescenza o in età adulta, circa tre quarti dei ragazzi che hanno una storia infantile di Disturbo di Identità Sessuale riportano un orientamento omosessuale o bisessuale, ma senza Disturbo di Identità Sessuale concorrente. La maggioranza dei rimanenti mostra orientamento eterosessuale, anche senza Disturbo di Identità Sessuale concorrente.


Ho rintracciato la traduzione non ufficiale (si legga il disclaimer) e vorrei prendere tutto il passo in cui sono inserite le pluricitate parole quotate prima.

Evoluzione

Nei casi di bambini clinicamente trattati, il disturbo è generalmente intervenuto tra 2 e 4 anni, mentre qualche genitore riporta il fatto che il loro figlio abbia sempre mostrato interessi transessuali. Solo un piccolissimo numero di bambini con tale disturbo continuano ad avere sintomi che soddisfano i criteri del Disturbo di Identità Sessuale nella tarda adolescenza o in età adulta. Tipicamente i bambini sono indirizzati alla terapia al momento dell'ingresso a scuola a seguito della preoccupazione dei genitori per quello che loro identificano una fase e che non sembra passare Molti bambini con Disturbo di Identità Sessuale mostrano un comportamento transessuale meno palese con il tempo, a seguito dell'intervento dei genitori o in base alla risposta dei coetanei. In tarda adolescenza o in età adulta, circa tre quarti dei ragazzi che hanno una storia infantile di Disturbo di Identità Sessuale riportano un orientamento omosessuale o bisessuale, ma senza Disturbo di Identità Sessuale concorrente. La maggioranza dei rimanenti mostra orientamento eterosessuale, anche senza Disturbo di Identità Sessuale concorrente. Le percentuali corrispondenti in campo femminile sono sconosciute. Alcune adolescenti possono sviluppare una più chiara identificazione transessuale e richiedere la modificazione chirurgica del sesso o può continuare l'evoluzione cronica della confusione sessuale (disforia). Nel maschi adulti, ci sono due differenti percorsi evolutivi del disturbo. Il primo è la mera continuazione del disturbo che li ha colpiti nell'infanzia o nella prima adolescenza. Nell'altro percorso, i segni più palesi di identificazione transessuale appaiono più tardi, gradualmente, con una presentazione clinica nella metà dell'età adulta, usualmente seguita, ma talvolta concorrente, a Travestitismo Feticistico. Quest'ultimo gruppo può mostrare un grado più o meno fluttuante di indentificazione transessuale, più ambivalente in merito alla riassegnazione chirurgica, più facilmente attratto sessualmente alle donne, meno prone ad essere soddisfatto dopo la riassegnazione chirurgica. I maschi con Disturbo di Identità Sessuale che sono sessualmente attratti ai maschi tendono a presentarsi in adolescenza o all'inizio dell'età adulta con una lunga storia di sindrome transessuale. In contrasto, coloro che sono sessualmente attratti dalle donne, sia maschi che femmine, o non attratti da nessuno tendono a presentarsi più tardi e tipicamente hanno una storia di Travestitismo Feticistico. Se il disturbo è presente in età adulta, questo tende ad avere uno sviluppo cronico, sebbene si siano notate remissioni spontanee.


Leggo e rileggo tutto ma, sarà limitato io o offuscato da chissà chi o cosa, ma non trovo affermazioni slla patologicità dell'omosessualità e quindi affermazioni che possano fare rientrare dalla porta sul retro l'omosessualità come "disforia".

Quello che capisco io è che 3/4 degli omosessuali hanno avuto nel passato problemi di identità di genere e che il rimanente 1/4, nonostante questi disturbi, è eterosessuale.
Se qualcosa è patologico lo il transessualismo in genere non l'omosessualità. Si dimostra anzi che è molto difficile diagnosticare veri casi di disturbi dell'identità di genere.

Mi si accusa di considerare i transessuali "più malati" di me/noi.
Ribadisco che non considero l'omosessualità una malattia, quindi non metto le due cose in una graduatoria di gravità. Come mi rifaccio alle decisioni dell'APA per dire che la mia non è una patologia altrettanto mi rifaccio a queste per dire che il transessualismo lo è.
(Per le accuse sul mio borghesismo nei giudizi verso tali persone risponderò in seguito)

L'APA quando si parla di omosessualità risponde, in stile FAQ, così. Si legge anche la posizione dell'APA rispetto alle cure di riconversione.

I pro patologicità rispondono così.

Qui un piccolo riassunto su cosa ne dicono gli studiosi.

Io non esprimo giudizi, che comunque sono facilmente deducibili.
Lascio a voi, che spero capiate l'inglese, farvi un'idea.


Upgrade: Mi sovviene ora che la sig.ra Rubytuesday aveva scritto che l'omosessualità nel DSM IV-TR è citata più di una volta. Quella sopra discussa ed altre. almeno un paio. Se potessi chiederei delucidazioni direttamente sul suo blog, ma non ho accesso al commento. Se capita di qui sarebbe così gentile da rispondermi. Grazie.
posted by Andreas Martini @ 3:46 PM  
5 Comments:
  • At 3:19 PM, Anonymous Anonimo said…

    Ah, eccolo qui il post con la domanda.
    Ho scritto 2 volte.
    E l'ho scritto in questo commento:

    http://bernardo.splinder.com/post/6917576#comment-17660718

    E' avvenuto in data 22 gennaio alle 14:41 sul blog "Critica della Ragion Pubblica".

    A meno che lei non voglia inferire che Bernardo sappia manipolare i commenti per togliermi d'impaccio.

    Ma che è: un processo?
    Mah.
    Potrò non pensarla come lei ma so di essere una persona corretta, lo vorrei sottolineare.
    Ora non mi va più nemmeno di commentare il post sebbene ne fossi intenzionata.

     
  • At 3:26 PM, Anonymous Anonimo said…

    p.s.: prima va a dire in giro che io non le dò accesso ai commenti, poi inferisce che io non sappia contare per ovvia malizia intellettuale.
    Se vuole fare la vittima si accomodi, attacca solo coi suoi pari che se le bevono tutte, con me no.
    Le garantisco che le truppe cammellate al soccorso io non le ho mai chiamate in vita mia, così come non ho mai appeso i manifestini sugli abusi che hanno commesso sulla mia persona.
    E chiudiamo qui.

     
  • At 4:36 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Mi scusi c'è stato un misunderstanding. Scrivendo non ho ricontrollato il suo commento quindi ho non ho specificato bene il numero.
    Ha travisato comunque il tono della mia domanda. Non stavo facendo assolutamente il vittimista e non accusavo Bernardo di nessuna manipolazione.
    Le stavo semplicemente chiedendo dove fosse ulteriormente citata l'omosessualità nel DSM IV-TR.

    Mi spiace si sia alterata così tanto.

    Saluti

     
  • At 8:07 PM, Anonymous Anonimo said…

    Risolto l'equivoco! Se riesco rispondo più tardi, ora ho una fame che non ci vedo (sono le 20:00), le ho appena scritto qualcosa nell'altro post, mi prendo la pausa pappa, gnam.
    ;)

     
  • At 7:17 PM, Anonymous Anonimo said…

    Io sono consapevole che il DSM si riferisca a omosessuali che hanno in passato manifestato un disturbo dell'identità.
    Ho fatto solo osservare che il rilievo statistico assolutamente consistente (75%) dei soggetti che dalla situazione di disturbo evolvono in una condizione omosessuale è stato colpevolmente trascurato per ragioni che non possono non essere definite ideologiche.
    In parole povere, non ritengo che, dal punto di vista medico, tenuto conto di un'evoluzione numericamente così caratterizzata, sia coerente e fondato cassare la cosa come una risoluzione positiva del conflitto identitario. Il rapporto elettivo tra una patologia CERTA e l'evoluzione in omosessualità è troppo evidente per non essere indagato. Se ciò non avviene, considerati invece gli standard abituali della medicina, è perché l'ideologia a monte non lo permette.
    D'altro canto il DSM quando tratta del medesimo disturbo in ambito femminile dichiara di non conoscerne neppure la casistica. Ciò dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la frettolosità con cui è stata trattata questa materia a causa, non lo ripeterò mai abbastanza, di pressioni culturali e politiche.

     
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About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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