Credo sia opportuno fare un grande off topic. Aprendo questo blog mi ero imposto una linea ben precisa, ovvero capire se un gay in quanto tale è un elettore come tutti gli altri o se nell'accingersi al voto debba riflettere su altri temi, marginali per altri, di primo piano per noi. E mai come in questi giorni con i Pacs al centro dell'attenzione pubblica c'era tanto da parlare, scrivere. A partire,però, dal blog di Daw cittadino di TocqueVille e da quello di Andrea Mancia di Ideazione e tra gli ideatori della suddetta città aggregatrice, si è riproposta una annosa questione: quanti considerano (ancora) l'omosessualità un malattia; domanda posta per lo più ad i cittadini di TV, per fare un punto sull'omofobia. Di lì, attraverso i commenti e nei blog personali sono stati sollevati varie altre questioni correlate. Ma cominciamo col rispondere alla domanda di base. Mi cimento, quindi, nel voler spiegare alcune cose da un punto di vista più o meno privilegiato, anzi il fatto che io stesso sia omo può rendere le cose troppo soggettive e scontate, cercherò per questo di rifarmi a fonti certe citando tutto il citabile.
Nel 1973 l'American Pshychiatric Association (APA) tolse l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). La decisione fu convalidata, per richiesta degli oppositori, in modo del tutto inconsueto: attraverso un referendum postale a cui hanno partecipato tutti i suoi iscritti. Già da allora nacque un fronte interno di oppositori che alla luce della sconfitta investirono molti soldi e fondarono, nel 1992, la NARTH, National Association for Research and Therapy of Homosexuality (se masticate l'Inglese, vi consiglio l'esilerante lettura; capiresta anche a chi è legata questa associazione) di cui è attuale presidente il fislosofo cattolico Joseph Nicolosi. Loro stessi non nascondono quindi che alla base delle loro cure ci siano delle forti convinzioni cattoliche. Prima ancora della nascita della NARTH, nel 1987, l'APA aveva rivisto ulteriormente quanto depennato nel '73. Allora non fu cancellata l'omosessualità in quanto tale, ma solo quella cosidetta "ego-sintonica" cioè quella in cui il paziente accetta serenamente il suo orientamento sessuale. Solo dall'87 in poi fu depennata anche quella ego-distonica, cioè quando il pazienta rifiuta e vive con sofferenza la sua condizione. Fino ad allora quindi i pazienti ego distonici potevano essere considerati malati psichici. Da quell'anno questi ultimi devono essere invece aiutati a trovare un'armonia con il proprio orientamentento sessuale. Inutile specificare che la NARTH invita questi soggetti a cambiare, a diventare quindi eterosessuali. Più o meno negli stessi anni l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, fece lo stesso tipo di revisionismo: fino dal 1968 l'omosessualità era classificata con un disturbo sociopatico della personalità insieme a pedofilia, necrofilia, feticismo e transessualismo; dal 1984 fu lasciata solo l'omosessualità ego-distonica e nel 17 maggio 1990 fu completamente eliminata. Da allora il 17 maggio è diventata la Giornata Mondiale contro l'Omofobia. Questa "riforma" entrò in vigore il 1 gennaio 1994. Da allora quindi, in tutto il mondo, l'omosessualità non può essere considerata come malattia e quindi nemmeno trattata in quanto tale. Da 12 anni in conclusione l'omosessualità è una "variante del comportamento sessuale umano". Per quanto a me, omosessuale (ego-sistonico?), possa sembrare inconcepibile, ammetto che possano esserci persone che al giorno d'oggi vivano in modo difficile il loro orientamento sessuale e, nonostante sia più favorevole al ritrovo di un'armonia interna come proposto dall'APA, posso capire che ci siano persone che preferiscano intraprendere l'altrettanto difficile cammino verso un cambiamento radicale (?). Concepisco quindi l'esistenza di associazioni come la NARTH, la PATH, o Exodus; mi sembra solo alquanto strano leggere le parole del professor Nicolosi nelle quali sembra che tutti gli omosessuali abbiano bisogno di cure e che tutti gli omosessuali in realtà sono dei disadattati che con il tempo si adattano erroneamente allo stile ed alla cultura gay. Arriva addirittura a paventare un errore nel trattamento dei glbt, da parte della Chiesa Cattolica spinta da chissà quali potenti lobby pretistiche omosessuali. E se la memoria non mi inganna l'associazione accetta anche minorenni. Non credo anzi sono convinto di non essere l'unico gay in sintonia con il proprio orientamento sessuale. Certo non è stata facile, certo anche io ho avuto i miei dubbi, le mie difficoltà ed un rifiuto, ma non credo che qualcuno o qualcosa mi abbia illuso che si può vivere serenamente da gay. Consiglio di leggere anche questo che indirettamente parla del prof. Nicolosi.
Questo mio post non aveva nessuna pretesa scientifica e tutte le informazioni che ho riportato sono facilmente reperibili su internet, inserendo semplici chiavi di ricerca su Google o altrove, o nei link che ho inserito. Senza bisogno di una bibliografia preciso che gran parte delle informazioni sono state prese dalla libera enciclopedia online Wikipedia, non prima di un riscontro su altri siti.
E' lecito dopo tutto questo pensare che l'omosessualità è una malattia, un disturbo? Considerando che nessuno fino ad ora è riuscito a capirne le cause e considerando che le Costituzioni di tutti i Paesi democratici riconoscono la libertà di pensiero e la sua divulagazione, è lecito. Ciò che mi pare inconcepibile è che per difendere alcuni concetti o valori tradizionali si possa ricorrere al senso comune ed alla Tradizione appunto, invece per quanto riguarda l'omosessualità si argomenta che la Scienza non ha dato ancora risposte certe.
Ammessa la leicità di pensiero, è altrettanto lecito usare solo un parte della Letteratura scientifica per difendere le proprie idee? E' lecito usare termini dispregiativi e lesivi della dignita umana per definire i gay? E' lecito usare richiami storici riconosciuti da tutti come nefasti? Insomma che cos'è l'omofobia o chi è un omofobo? Una piccola premessa: questo orribile neologismo contiene delle inesattezze etimologiche in sè: omo dal greco uguale o abbreviazione di omosessuale? Naturalmente "omo" fu preso dal greco, quindi paura (fobia) dell'uguale. Gli uomini hanno paura degli uomini e le donne delle donne? Buah... Comunque nell'accezione comune omofobia sono gesti, atti o parole discriminanti nei confronti dei gay. Una scrupolosa analisi del termine è offerta dal sito http://www.kattoliko.it/ . Non sto qui a dire che non mi trovo d'accordo con quanto riportato ma è giusto capire entrambe le posizioni.Estremizzare la confusione creata dal termine stesso è strumentale e poco utile ai fini dell'individuazione di veri atti discriminatori nei confronti di gay, lesbische, bisessuali e transessuali/transgender. Chiudere il concetto di omofobia entro precisi limiti è per tutti difficile ma credo si possano determinare dei punti fissi. E vorrei ancora una volta indivudarli citando casi concreti: usare un linguaggio come quello usato dagli onorevoli Tremaglia e Calderoli è omofobia; produrre testi come l'ultimo documento vaticano per impedire l'accesso ai seminari per i gay è omofobia (che poi sia comprensibile visto l'"autore" è altro conto); non riconoscere i cittadini gay al pari degli altri cittadini è omofobia.
L'ultima affermazione so può essere contraddittoria rispetto alle liceità di essere favorevoli o meno al riconoscimento dei diritti per i gay, quindi cercherò di spiegarla. La mia affermazione non intende dire che bisgona, ad esempio, riconoscere i Pacs pena l'essere additati omofobi, significa invece che di fronte ad una diversità oggettiva (l'orientamento sessuale) qualsiasi Stato deve attuare norme affinchè i soggetti non possano essere oggetto di discrimininazione per motivi legati a questa diversità. Tutto questo PUO' significare riconoscere le unioni o i matrimoni, ma non necessariamente. E da qui la libertà di essere favorevoli o contrari. Aggiungo che nella stessa ottica non considerare affatto nella propria legislazione i "diversi" è omofobia. Non riconoscere addirittura la diversità di orientamento sessuale come possibile causa di discriminazione e definire illegittime, sulla base di argomentazioni pretestuose tipo il concetto di natura, di normalità e di perversione, le istanze del movimento GLBT è omofobia.
disclaimer: questo post è stato scritto tra le 2 e 3 di notte, non è stato ricontrollato e riletto. Chiedo venia per qualsiasi errore o inesattezza. Mi avvalgo della facoltà di poter rivedere alcune cose se mi accorgessi di palesi contraddizioni.
sono sconvolto con quanta cattiveria inconcsia che hanno questi genitori che non capiscono nulla, fate del male ai figli rendendoli ancora più diversi, facendoli pesare ancora di più che sono come dei malati. Ma la sessualita è molto conplicata e non è discriminatoria vorrei sentire nelle menti di voi acusatori le vostre perversini sessuali e vedere quanto sono (normali)
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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Bel post: bravo!