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giovedì, gennaio 17, 2008
Il boomerang domenica ci farà male
Come ho già scritto c'è poco da festeggiare per la rinuncia del Papa ad intervenire oggi alla Sapienza. Che i Porporati siano degli astuti strateghi lo sapevamo e Paolo Rodari, sul Il Riformista di oggi, ce lo dimostra con i fatti: Ruini ha esortato a dimostrare solidarietà al Papa domenica prossima partecipando all'Angelus in Piazza San pietro sapendo che domenica prossima non è un giorno qualsiasi. E' infatti la giornata diocesana della scuola cattolica, questo significa che è "un giorno in cui la piazza San Pietro avrebbe comunque dovuto essere parecchio affollata". Se ci si aggiungerà "qualche" studente universitario e tutti quelli che faranno a gara a manifestare solidarietà al pontefice, beh, l'effetto mediatico è assicurato: si strariperò in via della Conciliazione e tutti sentiremo parlare di una Roma solidale con il Papa.

Per un'analisi ben ragionata sull'astuzia ruiniana vi consiglio di leggere per intero l'articolo di Rodari.

E intanto lasciamo che i collettivi festeggino con qualche fumogeno rosso e qualche ora di tensione intorno alla città universitaria. Se poi riuscissero a trovare un pò di tempo per pensare a come rimediare a st'inculata (il francesismo è d'obbligo)...
posted by Andreas Martini @ 11:39 AM  
12 Comments:
  • At 12:39 PM, Anonymous Anonimo said…

    Tutto vero. E anch'io credo che politicamente i collettivi abbiano sbagliato tattica. In fondo la macchina da guerra cattolica ci tritura le palle da 2 millenni ed è esperta in questi giochetti. Però è pure vero che ciò che è successo può essere visto (da chi magari non si è accorto del contrario) anche come la possibilità di arginare il potere vaticano. E risvegliare dunque animi intorpiditi. Chissà... magari un'affluenza record domenica scatenerà risposte maggiori dal popolo con un cervello... l'ultimo Pride è stata una risposta massiccia al Family Day... ora vedremo. E' una guerra che la chiesa ha aperto da un bel po'; finora non abbiamo risposto.

     
  • At 1:12 PM, Anonymous Anonimo said…

    Sì ma come dici tu piazza San Pietro la Domenica è sempre piena.
    Al contrario non mi sembra che il popolo del "Family Day", servilismi politici e flessioni a 90° in direzione del Cupolone a parte, si sia mosso a grandi manifestazioni spontanee quando il povero Joseph ha deciso di non partecipare più alla cerimonia di oggi.
    Se le manifestazione a "La Sapienza", giuste o sbagliate che fossero, sono nate in maniera del tutto spontanea esattamente come il nostro grande Pride del 2007 è nato veramente dagli sforzi e dal dal lavoro delle singole persone (anche a livello di presenze),le manifestazioni e le voci di solidarietà dall'altra parte appaiono sempre più artefatte.

    Stavo pensando con mio profondo rammarico non potremo spettegolare sull'abbigliamento che il Pastore Tedesco avrebbe scelto per oggi.
    Sportivo? Dimesso? Penitenziale?
    Quale nuovo entusiasmante messaggio ci avebbe lanciato?

    Tutto questo mi fa pensare che si può condizionare e giocare con l'apparire fin quando vuoi, e ci è tristemente noto come l'informazione nostrana sia maestra in questo.

    Avrebbero potuto coprire eventuali fischi e contestazioni allo stesso modo in cui domenica faranno credere che la piazza sarà gremita da una folla sterminata di sostenitori del pintefice.

    Fatto sta che le menzogne ed i mezzucci non durano a lungo e, a meno di sostanziali cambiamenti, portano prima o poi al collasso.

    La gente non è tanto stufa (cosa che richiederebbe un eccessivo sforzo) quanto lontana.

    A volte mi vien ottimisticamente da pensare che sia solo una quesione di tempo. Bisogna solo capire quanto lanciato il là nel tempo sia il "Poi" di cui sopra.

     
  • At 1:41 PM, Anonymous Anonimo said…

    Non so. E' vero: la situazione in cui ci troviamo è molto più strategica di quella che avremmo mai potuto immaginare.
    Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, Andreas. Non c'è tempo per pentirsi o addirittura che era meglio se non accadeva niente.

    Secondo me da questa situazione si esce passando attraverso figuracce, incomprensioni, errori. Nulla sarà perfetto lungo la strada per conquistare la piena laicità, dignità e cittadinanza. La strada delle buone intenzioni, è lastricata di ... (non mi ricordo, ma è una brutta cosa, mi sembra).

    Bene hanno fatto alla Sapienza a mostrare senza timori le loro opinioni. Ricorda che non è stato fatto nulla di male e che è il Papa e il suo entourage che sono le persone più fetenti e che si offendono per nulla. Il Papa non è una vittima: è il capo della più grande organizzazione illiberale e finalmente qualcuno è riuscito a creare un coro dissonante con i genuflessi.

    Il punto è piuttosto solo uno: ci accontentiamo di questa fumata? Allora siamo proprio stupidi. Questo deve essere e può essere solo l'inizio. Ma affinché sia così dobbiamo avere coraggio e non farci remore ad essere soddisfatti di questo risultato che non può che essere limitato, pariziale, inconcludente e contraddittorio.

    Pensiamo solo ad andare avanti. Qualcuno forse conosce una strada "perfetta" per arrivare alla laicità?

    PS Per non vedere tutto grigio... Il Papa avrebbe avuto lo stesso il pienone a San Pietro domenica prossima. E magari, affilando Sapienza e giornata per la scuola cattolica, avrebbe fatto fare a prodi un decreto legge sul finanziamento alle scuole cattoliche. Credo che questo non avverà domenica...

     
  • At 1:50 PM, Blogger Andreas Martini said…

    PEr partire all'attacco bisogna fare necessariamente un mea culpa sugli errori e progettare l'attacco imparando da questi.
    Ci lamentiamo tanto dell'onnipresenza della chiesa nel nostro paese, conosciamo benissimo le sue potenzialità eppure ci facciamo fregare.
    Ce lo possiamo dire tra di noi che il papa non è una vittima, ma noi che ci piaccia o no siamo una minoranza.

    LA piazza sarebbe stata comunque piena, ma l'attenzione mediatica ora è alle stelle. Se vuole il decreto legge lo ottiene come e quando vuole, con o senza interventi alla sapienza.

    La mia comunque non è una visione grigia.... è incazzatura propellente! :-)

     
  • At 2:52 PM, Anonymous Anonimo said…

    Condivido la tua riflessione e le parole che ha usato Cacciari - che certo e' ateo e non devoto - quando ha detto che questa protesta dei docenti è un atto da "cre-ti-ni" che farebbero meglio a stare zitti per i prossimi 20 anni, dopo la sciocchezza politica che hanno fatto.
    Aggiungo solo che io rivoglio Togliatti. Rimettiamolo a capo del PCI, anzi rifacciamo il PCI e mettiamolo a capo dello stesso, che con gente politicamente esperta come Togliatti certe cazzate non sarebbero mai successe.

     
  • At 3:43 PM, Anonymous Anonimo said…

    Ok, però permettetemi una cosa. Se oggi il Papa sarebbe andato alla Sapienza, ci sarebbe stata una attenzione mediatica altissima. E tutti i nostri blog sarebbero stati pieni di mea culpa perché non avevamo fatto abbastanza per non farlo intervenire...

    Io dico che mosse perfette non ce ne sono. E questa almeno è stata una mossa, che ha evidenziato errori (dai quali, giustamente è obbligatorio imparare) ma anche potenzialità, successi, nuovi orizzonti possibili.

    Cioè: qualcuno si è mosso.

    Molto meglio di quando quei poveri studenti che criticarono Ruini furono fatti passare per quasi terroristi. Molto meglio oggi.

     
  • At 6:49 PM, Blogger Andreas Martini said…

    C'è stata comunque un'attenzione mediatica alttissima. Ma non è quello il problema!
    Partiamo da un presupposto diverso: il papa, secondo me, doveva intervenire! Essere contestato sicuramente, ma doveva parlare.

    Molto meglio passare per terroristi che per illiberali!

     
  • At 8:15 PM, Anonymous Anonimo said…

    E lui per questo non è intervenuto! Era esattamente quello che più temevo e non speravo certo che non ci arrivassero in Vaticano se ci sono arrivato io!
    Quello che, comunque, bisogna fare per ora, a mio avviso è divulgare il più possibile le ragioni vere della contestazione dei prof e magari giocare d'anticipo su domenica cercando di comunicare il più possibile il "pompamento" mediatico.
    Poi, se posso dire la mia, i collettivi e i prof dovrebbero invitare il Papa per una lezione e cominciare nello stesso momento con comunicati stampa che spieghino ancora il perchè del no per oggi dimostrando che non è un no generalizzato al Papa e magari, lungo il percorso, far emergere che il Papa si sottrarrà ad un confronto pretendendo una lezione senza domande e dibattiti.
    Il rettore, proprio oggi, ha ribadito che ri-inviterà il Papa alla sapienza: bene, firmassero l'invito anche i prof che hanno firmato la contestazione!

     
  • At 4:11 PM, Anonymous Anonimo said…

    Allora Andrea, ti sei fatto male? Era meglio se ce ne stavamo tutti zitti? Per ribellarsi occorre coraggio, il coraggio di manifestare la propria contestazione, e di prendersene le consegunze.
    A chi manca questo coraggio, farà la fine di Zeffirelli, Dolce e Gabbana, e, lasciamelo dire, Grillini ecc...

     
  • At 8:20 AM, Anonymous Anonimo said…

    Devo dire che ci si poteva aspettare qualcosa di ben più "eclatante" le 200.000 persone stimate non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle folle oceaniche che sarebbero state il vero "boomerang"!
    Evidentemente i laici veri e le persone con senso critico in Italia sono più di quanto pensassimo e di quanto pensassero loro!

     
  • At 12:09 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Gian Mario continui a non capire che non chiedevo il silenzio dei docenti e degli studenti... ma vabbeh, contento di aver sbagliato (almeno in parte) la previsione!
    Era molta scaramantico cmq il mio post...

    Andrea: 200.000 del 90% degli italiani e più di 300.000 (per tenermi basso) del 5% degli italiani... noi abbiamo vinto, ma sti calcoli li facciamo in pochi! :-)

     
  • At 6:33 AM, Blogger daniela tuscano said…

    Vabbè... questo è quanto avevo scritto (anzi, preconizzato) giovedì scorso:

    Sapienza "vietata" a Ratzinger: vittoria di Pirro

    "...tant'era pien di sonno a quel punto..." (Dante, Inf. I, 11).

    Io sono ottimista di natura, ma confesso che, in questi momenti, mi sento più che smarrita; dantescamente smarrita; "piena di sonno", appunto. Il sonno sgomento della perdita della ragione, nel quale "non so ben ridir com'io v'entrai". Niente di peggio d'una intelligenza inutile, vana, e - per ricorrere ancora al nostro bistrattato Padre - "tutta morta" (Inf. X, 106). Le ho parafrasate tante volte a scuola, ma solo adesso mi sembra di afferrare compiutamente la lucida rocciosità di quelle implacabili parole.

    Sgomenta, e sterilmente rabbiosa come un patetico Capaneo. Perché vedo allontanarsi mani che mi si tendevano. Perché stavo di nuovo cogliendo, assieme ad esse, assieme al loro martirio involontariamente consumato, il significato vero, corposo, plastico direi, della vita e della giustizia. Tornavano, quelle mani invocanti e soffocate da maschere urlanti, da vocii senza eco, da maestri privi di cattedra. Tornavano, ed esigevano risposte autentiche. "Che ne hai fatto del tuo fratello metalmeccanico? Che ne è della tua solidarietà di carta, anzi di carta straccia, anzi di rifiuti?". E occorrevano queste parole di archeologia industriale per ricordare che la nostra società del mercato e del consumo si risolveva così: in ghisa, ferro, stracci, pattume. Perché l'Adam, dimenticando di essere polvere e terra, ha obliato la sua natura immortale.

    Era il momento. Per impiegare la nostra intelligenza e cominciare a ragionare sul serio. Soprattutto, per rispondere a chi realmente aveva bisogno di noi e non della nostra demagogia. Si chiacchiera tanto di etica. Si poteva cogliere l'attimo. Il lavoro e la produzione senza etica generano ingiustizia, sono schiaffi alla dignità umana. Ma no. E' già tutto finito. Il sonno torna ad annebbiarmi i sensi.

    Ricapitolando. Il Magnifico Rettore dell'università La Sapienza di Roma invita il Papa a inaugurare l'anno accademico con una lectio magistralis [...] poi, italiotamente, ridimensionata a "incontro". Vi si oppongono, con una lettera inviata in realtà nel novembre scorso, ma ignorata dal Magnifico e resa nota solo ora, alcuni docenti e gruppi studenteschi, accusando Ratzinger di essere nemico della scienza e del progresso. Il pretesto sarebbe un discorso del 1990 in cui, a detta di costoro, il futuro Papa avrebbe definito il processo a Galileo [...] "ragionevole e giusto".

    Il sonno continua. Qualcosa non mi torna. Mi documento. La frase non è del Papa, ma del filosofo laico Feyerabend. Non ci voleva molto a reperirla. Mi hanno sempre insegnato, e io stessa continuo a insegnare, che la completezza informativa è la prima regola non solo di un buon giornalismo, ma di integrità intellettuale. L'unico strumento contro il sonno dantesco, la massa informe dei balbettii cerebrali.

    Ma le tenebre s'infittiscono quando mi accorgo che quel discorso è un lumicino cieco. Dietro, c'è ben altro: l'esasperazione per un Papa oscurantista, anti-conciliare, misogino, omofobo, poco religioso, molto clericale, che raccomanda sempre la massima severità - e son parole sue, non di qualcun altro! - contro le donne che abortiscono e chi in qualche modo giustifica questo crimine, mentre si dimostra molto tollerante con coloro che esprimono "dissenso dal Santo Padre" su guerra e pena capitale ecc.

    Ratzinger è tutte queste cose? Sì, lo è. Lo è disperatamente, lo è stato finora (vogliamo continuare a illuderci), e, anche se gli atei devoti non mancheranno di scaricarci addosso la loro sguaiata grancassa di contumelie (chi se ne importa!), ne siamo sinceramente e profondamente addolorati. Quella perdita di respiro infinito, di cui Ratzinger accusa soltanto i "nemici della famiglia" - 194 compresa, e per demolirla si aggrappa nientemeno che all'infertile Ferrara -, la temiamo anche noi, cattolici "conciliari" in disuso, desolatamente fuori moda, che nessuno considera e tutti deridono come relitti demoliti dal tempo. Ma la temiamo per colpa nostra. Di ognuno. Per la nostra indifferenza a quelle ingiustizie cui accennavamo sopra, per la superficialità edonistica d'una soddisfatta insipienza, per il cagnesco ringhiare verso un Altro tornato nemico, per la tirannide suicida con cui si violenta un filo d'erba, sicuri, nella sordida felicità che, tanto, "si può".

    Con questo illuminante timore, la laica e libera ragione doveva accettare la sfida fideistica di papa Ratzinger. Misurarsi con lui, dimostrargli che il mondo non è una manicheistica lotta contro santi (i devoti papaboys) e demoni (tutti gli altri, compresi i cattolici che non gli piacciono), ma che santi e demoni albergano in qualsiasi cuore. E che qualsiasi cuore, e mente, langue e vuole uscire dal sonno dell'infinito perduto.

    La laica e libera ragione si è invece lasciata sopraffare dall'esasperazione emozionale, dalla sovraesposizione mediatica del Vaticano, dal continuo interventismo cardinalizio in politica, dall'ingiusta e strumentale rampogna al Sindaco di Roma (poi ipocritamente ritrattata, ma il cui autentico scopo era contrastare le leggi sulle unioni di fatto, vera ossessione di questo Pontificato). Ma, in tal modo, ha tradito sé stessa e la sua stessa ragionevolezza. "Non condivido quanto affermi, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa affermare le tue idee", è diventato quasi un detto proverbiale. Come Dante. Come la Bibbia. E invece è filosofia pratica. E' vita.

    Il professor Ratzinger doveva parlare. Perché, comunque, sollecitava una riflessione. Sulla morale, sulla libertà, sull'antropologia. Era il momento, e non è stato colto.

    Il Vaticano ha disdetto l'incontro. Gli studenti hanno esultato, i professori "ribelli" - pilatescamente - farfugliato che in fondo no, loro non volevano tanto, tutti possono parlare per carità, grand'uomo il Papa, solo la sede era inopportuna... Di fronte alla figuraccia, la parola d'ordine è sempre minimizzare.

    Fu vera gloria? E' vera gloria un Paese dove s'impedisce la libertà di parola e d'opinione? E' trionfo della ragione assumere gli stessi parametri censori dell'Inquisizione? Ratzinger martire è un'immagine che non riuscirebbe a partorire nemmeno la più fervida fantasia, ma può materializzarsi, quando il sonno dei cervelli diviene profondo e immoto.

    I martiri veri, gli assetati di giustizia, intanto, continueranno a languire davanti alle nostre porte sprangate.

     
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