Da subito sicuro che un intervento del Papa all'inaugurazione dell'a.a. dell'Università La Sapienza fosse paradossale per le sue idee sulla scienza e per quello che si legge, a proposito di pena di morte, sul Catechismo della Chiesa cattolica, non mi sono, però, mai del tutto convinto che la sua lectio magistralis fosse d'annullare. Contestare, ostacolare, criticare, sì. Ma da annullare no. Per quel semplice motivo, banale e, purtroppo, strumentalizzato, che è la libertà di pensiero. Il pensiero non lo si annulla, lo si controbatte. Basterebbe questo se non fosse che, proprio perchè banalizzato e strumentalizzato, quel motivo perde di valore e se non fosse che sono anche io cosciente che offrire uno risonante spazio senza contraddittorio ad uno che di spazi e di risonanza ne ha già tanti significa voler dare una chiara scelta baciapile del Rettore de La Sapienza. Motivo in più per contestare, per ribadire che gli studenti ed i professore vogliono un'università laica, ma non per chiedere l'annullamento. Anche se la laicità, a mio avvico, ci entrava comunque poco. Alla fine, come chiedevano i fisici ed i collettivi, Ratzinger ha annullato la sua lezione. Purtroppo si è caduti, anzi, come laici e laicisti, siamo caduti (ancora una volta) nella trappola dei peggiori nemici della libertà e del provocatore Rettore Guarini. Non era forse un piano premeditato, ma alla fine ne hanno tratto un indiretto vantaggio loro. L'unica vittoria era quella di poter manifestare all'interno dell'università. Chiaro, come dice il titolo dell'editoriale di GayToday, "meglio anticlericali che ignoranti", ma a questo punto siamo sia anticlericali che ignoranti.
Prorpio ora, da un breve conversazione con un amico, mi sovviene un parallelismo che ho richiamato nel titolo: ma se Ahmadinejad è potuto intervenire alla prestigiosissima Columbia University, perchè Ratzinger non è potuto intervenire a La Sapienza? Che gli studenti e professori americani siano più stupidi degli italiani? Non credo. Loro hanno contestato e boicottato la decisione dell'università, ma facendolo parlare hanno avuto il piacere di poter ridere in faccia al presidente iraniano quando ha detto che in Iran gli omosessuali non esistono. Organizzare qualcosa del genere anche a Roma era davvero impossibile? o semplicemente troppo difficile da pensare (o addirittura copiare) per le piccole intelligenze collettivistiche?
E' indubbio che l'occasione scelta, l'inaugurazione dell'anno accademico, abbia urtato le sensibilità del corpo docente e degli studenti, perchè l'inaugurazione è un momento (formalmente) centrale dell'università. Però trovo sguaiati quelli che non volevano che Ratzinger parlasse, o che l'avrebbero fischiato mentre lo faceva, o l'avrebbero ostacolato. L'Università per sua definizione stessa è un luogo di confronto, e il confronto è talmente sacrale e fondante per l'Università che non può mai essere messo da parte. Ratzinger ha delle posizioni orrende sui gay, ma Ahmadinejad è uno che i gay li fa torturare prima ed ammazzare poi, eppure l'hanno fatto parlare in una università americana. Salvo che gli hanno riso in faccia. Con un risultato, per le posizioni dei sui contestatori, anche assai migliore. Penso che la democrazia e l'università americana siano più forti di quella italiana.
Paolo proprio mentre tu scrivevi il tuo commento io aggiornavo e modificavo il post proprio citando l'esempio su Ahmadinejad che tu stesso hai citato. Ci leggiamo nel pensiero? :-)
C'è una bella differenza però tra Ahmadinejad alla Columbia e il papa alla Sapienza.
A NY hanno invitato il dittatore, sapendo che era un dittatore e al solo fine di ridicolizzarlo. Il rettore della Columbia ha fatto un discorso durissimo contro l'ospite.
Diversa è la Sapienza di Guarini, che avrebbe accolto il papa come un sovrano, perfino allestendo una messa dopo la lectio magistralis.
Credi che alla Columbia fossero felici di avere Ahmadinejad e che non ci sia stato un movimento per impedirne l'arrivo?
Sarebbe stupido non ammettere che quella del papa non sia stata un'abilissima mossa politica. Resta il fatto che una democrazia di misura anche attraverso la capacità di dialogo e di dibattito...nonchè attraverso la possibilità di contestare e manifestare il proprio dissenso. Peccato che questa querelle sia morta qui. Ho idea che in merito giovedì, visto quello che ho letto dai vari comunicati stampa ed in mailing list dai collettivi circa la possibilità di manifestare in città universitaria, ne avremmo viste delle belle.
F, è chiaro che l'accoglienza di Guarini era chiaro sintomo di clericalismo, e questo bisognava criticare non impedira l'intervento del Presidente della Città del Vaticano.
Andrew, non lo credo ed infatti l'ho scritto che l'hanno contestato e boicottato. Giustissimo che i collettivi e più in generale noi laici(sti) manifestassimo il nostro dissenso e avrei voluto vedere la reazione del papa, ora non ce la potremo gustare!
Primo equivoco, volutamente alimentato dalla stampa e dalla disattenzione dei blogger: la Lectio Magistralis non l'avrebbe fatta il papa, che avrebbe parlato solo dopo, con una non ben chiara riflessione "offerta agli studenti e ai docenti" (!), prima di dirigersi alla cappella dell'università. Il giorno dopo, i titoli della stampa italiana (unica che riporta questi fatti) sarebbero stati che il papa inaugura l'anno accademico della Sapienza.
Secondo equivoco: la visita l'ha annullata la curia, non l'università. Chi è che non vuole essere criticato o messo in discussione?
Prossimo passo: facciamo le manifestazioni a Piazza San Pietro e vediamo che succede... una bella occupazione con sit-in come la vedete?
Primo veleno: secondo voi il rettore ha agito spontaneamente per invitare il papa o SPINTANEAMENTE, ovvero ha ricevuto una telefonata più o meno così: "SS avrebbe tanto piacere di inaugurare la nuova cappella dell'università. Perché non lo invitate all'apertura dell'anno accademico"... "ma l'apertura di solito la facciamo a novembre...", "figliolo, non faccia troppe storie, spostiamo tutto e non ne parliamo più, ok?"
secondo veleno: rapida rassegna stampa mattutina sui principali giornali esteri. L'unico che parla di questa storia è l'osservatore Romano, con una difesa d'ufficio in prima di spalla. Il resto del mondo semplicemente di quello che dice il papa se ne frega. Figuriamoci se gl importa qualcosa di quello che va a fare quando esce di casa! Impariamo a fregarcene anche noi?
Beh, Andreas... questa volta è la prima volta che mi sembri incespicato...
Allora, provo a snodare alcuni punti:
- Associamo pure il Papa ad un dittatore: mi sta bene, per quanto improprio - LA Columbia University ha fatto bene o male a invitare Akmanideggiad? Se ha fatto male, noi abbiamo fatto bene a contestare il Papa. Se ha fatto bene ad invitarlo, sarebbe il caso di approfondire (come qualcuno ha provato nei commenti precedenti) il contesto. - Il Papa e Akmaniggiad possono essere assimilati e considerati simili. Ma per noi Italiani il Papa è un pericolo democratico molto più vicino, più "pericoloso", più tremendamente efficace. Se il Papa entra alla Sapienza, sai quanti scienziati si compra? Una poltrona, un favore un ricatto... Il Papa mica va da solo a parlare... Si porta dietro Cardinali che non stanno solo lì a guardare. - La libertà di parola c'è all'interno del diaologo e del confronto democratico. Il Papa non ha mai dialogato con nessuno, non si è mai confrontato con la cultura laica e scientifica. Quindi la democrazia insegna che il suo diritto di parola è da rimodulare... non è come il mio diritto di parola o il tuo. - Infine, il Papa è stato solo contestato. Nessuno ha cancellato il suo intervento se non lui stesso. Quindi ancora una volta, è lui che si è tiarto via da un confronto/scontro. Chi protestava ha detto al rettore "Hai fatto male ad invitarlo" e al Papa "Vieni, e ti faremo sapere a chiare lettere cosa pensiamo di te e della tua dottrina". Tutto splendidamente democratico e lodevole.
Lampidipensiero: nel primo ecquivoco, più per poca precisione che per reale disattenzione ci sono caduto pure io!
Sul secondo veleno, ieri la notizia era in homepage su la CNN, su NYtimes no, altri siti non li ho controllati.
Per il primo sit-in, piazza san pietro mi sembra difficile.... come funziona per i permessi per manifestare in uno stato estero (quanno je fa comodo!)?
Famigliafantasma: il Papa non sara dittatore ma monarca assoluto e la differenza è poca. Ma non è questo il discrimine tra un invito ad Ahmadinejad ed uno a Benedetto XVI. Non sussiste nessuna differenza in quanto a diritto di contestare e l'ho scritto. Tra l'altro sono inviti che vanno ratificati dal Senato Accademico e a questo punto voglio capire i rappresentanti degli studenti come si sono mossi, ma anche questo è secondario. Che c'entra che il Papa è un pericolo che sentiamo più vicino? Ahmadinejad non è forse il peggior nemico degli Stati Uniti? Eppure nemmeno Bush si è opposto, salvo impedirgli di commemorare Ground Zero e considerando che chi l'ha invitato (non il rettore ma il direttore di qualche "scuola/dipartimento") avrebbe, per sua stessa ammissione, invitato anche Hitler, nemico dell'umanità. Se fosse stato invitato un qualche dittatore africano (come è successo) siccome è un pericolo lontano dalla nostra quotidianeità lo lasciamo perdere?
Su tutti i giochetti di potere, credi che il fatto che ora non sia andato questi non li concludano? Dai, su!
Considerazioni sulla risonanaza della parola del papa le ho espresse, ma ciò non toglie che il fatto che ora lui non parli non è una vittoria per noi.
Per l'ultimo punto, ribadendo che avrei preferito una contestazione (a cui avrei fatto in modo di partecipare) durante il discorso del papa e non l'annullamento del discorso stesso, si ottiene poco a specificare (tra noi) che chi ha rinunciato è lui... l'opinione pubblica non la formiamo/Condizioniamo noi ma i giornali ed i politici e sfoglia un pò i giornali di oggi e guarda le reazioni politiche. Allora chi ha vinto?
L'ho scritto chiaramente nel mio blog: la vicenda (tristissima, superlativo assoluto di TRISTA) della Sapienza, la stolida euforia degli studenti, sono una vittoria di Pirro.
L'Arcigay milanese gongola. Persone di corte, cortissime vedute. Io non sono mai catastrofista. Ma non penso neppure di essere scema e Ruini ha già affilato il suo boomerang. Touché.
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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E' indubbio che l'occasione scelta, l'inaugurazione dell'anno accademico, abbia urtato le sensibilità del corpo docente e degli studenti, perchè l'inaugurazione è un momento (formalmente) centrale dell'università. Però trovo sguaiati quelli che non volevano che Ratzinger parlasse, o che l'avrebbero fischiato mentre lo faceva, o l'avrebbero ostacolato. L'Università per sua definizione stessa è un luogo di confronto, e il confronto è talmente sacrale e fondante per l'Università che non può mai essere messo da parte. Ratzinger ha delle posizioni orrende sui gay, ma Ahmadinejad è uno che i gay li fa torturare prima ed ammazzare poi, eppure l'hanno fatto parlare in una università americana. Salvo che gli hanno riso in faccia. Con un risultato, per le posizioni dei sui contestatori, anche assai migliore. Penso che la democrazia e l'università americana siano più forti di quella italiana.