Omosessualità: l'Ordine dei medici intervenga nei confronti di psichiatri cattolici che vogliono curare gli omosessuali perché "malati". La pericolosità di una nuova offensiva fondamentalista. Radicali Italiani ringrazia Liberazione
Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani e Sergio Rovasio, radicale, membro della Direzione della Rnp:
"L'offensiva clerico-omofobica ha ora aperto il fronte della 'guarigione' o 'riparazione' dell'omosessualità. Grazie al quotidiano Liberazione e al giornalista Davide Varì è stata messa in luce una vicenda più da Medio Evo che da nuovo millennio. Piuttosto che riconoscere diritti alle persone lgbt si cerca di farle passare per malati mentali, squilibrati da far curare dagli psichiatri. Ciò che è ancor più grave è che il capofila di questa nuova branca della medicina è il Professor Tonino Cantelmi, presidente e fondatore dell'Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici e docente di psichiatria all'Università Gregoriana, nonché Diacono permanente della Diocesi di Roma . Insomma, proprio un medico 'neutrale' che certamente antepone alla religione cattolica i riferimenti medico-scientifici! Peccato però che la comunità medico-scientifica non consideri l'omosessualità una malattia e che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato questa assurdità nel 1990. Delle due l'una: o il Professor Cantelmi abusa della sua professione e per questo devono intervenire gli Ordini dei medici, degli Psichiatri o degli Psicologi oppure 'guarisce' davvero le persone che non piacciono alle gerarchie cattoliche e allora, da radicali, chiederemo tutti di essere curati". I Deputati radicali presentano un'interrogazione nella quale chiedono conto anche dei privilegi statali accordati all'Università Gregoriana".
Eh se non fosse per i buon vecchi radicali, ci sogneremmo anche solo una discussione civile su certi argomenti... sono i globuli bianchi dello stato laico
OT: ciao e scusa il messaggio un po' off topic. Ti volevo segnalare un'iniziativa: in queste vancanze, infatti, noi di QueerWay abbiamo lanciato un social network queer. L'idea è quello di creare un posto in cui poter raccogliere tutte le nostre notizie e le nostre opinioni e di mettere a disposizione uno strumento per aprire una finestra su quello che pensa la comunità all'interno del proprio blog. Se vuoi dare un'occhiata, questo è l'indirizzo : http://www.queerway.it/dblog/newsnetwork.asp
Condivido tutto ciò che hai scritto. Anch'io ho avuto a che fare con la terapia riparativa e so cosa vuole dire considerarsi malati e deviati quando si è perfettamente sani...
Condivido tutto ciò che hai scritto. Anch'io ho avuto a che fare con la terapia riparativa e so cosa vuole dire considerarsi malati e deviati quando si è perfettamente sani...
Non credete a Vari'. Ha scritto falsita' per lo piu' su di un giornale di sinistra, per carrierismo si e' trovato a scrivere su Liberazione, ma evidentemente, per questo signore, in cambio di qualche favore, non avrebbe fatto differenza scrivere su un giornale quale il Secolo d'Italia.
«Il presidente dell’Arcigay ascolti i miei pazienti» Articolo pubblicato su Avvenire del 10 gennaio 2008-01-10 di Tonino Cantelmi Difficile non condividere quanto recentemente affermato dal presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi Giuseppe Luigi Palma, che invoca il rispetto per i codici valoriali dei pazienti che consultano uno psicoterapeuta e pone un altolà a discriminazioni di ogni genere. Difficile però leggere questo a senso unico e titolare, come fa Liberazione, «l’Ordine degli psicologi condanna Cantelmi» (e invece fa solo un comunicato che ribadisce alcuni principi a mio parere indiscutibili). Al di là dell’attacco strumentale e dal tono chiaramente intimidatorio, non avrei difficoltà neanche a sottoscrivere quello che afferma Mancuso, presidente dell’Arcigay, che in un altro precedente editoriale terminava anche con un passaggio omeletico in cui ricordava a me la misericordia di Dio. Il fatto: una presunta inchiesta di Liberazione riportava la vicenda di un giornalista che mi chiede, sotto mentite spoglie, aiuto e che poi strilla che quel medico cattolico e clericale lo voleva 'curare'. Inchiesta smentita nel dettaglio, grossolana, incompleta, strumentale. Da ciò nasce il caso, montato ad arte: esistono in Italia reti clandestine (davvero?) cattoliche di terapeuti che fanno terapie forzate ai gay. È inutile smentire ancora, si rischia di essere ripetitivi. Intanto riparte il tam tam mediatico con blog, siti, agenzie, ecc… Rinuncio a ristabilire la verità, ma raccolgo l’invito di Mancuso ad una discussione (pacata e serena mi auguro). E allora: quali sono i temi in gioco? Anche se ritengo che discussioni più tecniche vadano rimandate nelle sedi appropriate (quelle del dibattito scientifico), provo a semplificare, sperando che nessuno voglia strumentalizzare quello che dico. Primo: nessuna terapia 'riparativa'. Da tempo sostengo che il termine 'riparativa' sia ideologico, come quello 'affermativa'. Esiste la terapia, secondo modelli convalidati scientificamente, ed esiste la domanda di psicoterapia. Esiste il lavoro di decodifica del terapeuta ed esiste il consenso del paziente. Si può discutere di questo? Secondo: nessuna diagnosi di omosessualità. Questo non vuol dire non prendere in esame quella che l’ICD-X (cioè il sistema di classificazione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) chiama 'sessualità egodistonica' e la comprende nella categoria 'Psychological and behavioural disorders associated with sexual development and orientation'. Attenzione! L’ICD-X (il più ufficiale e recente sistema di classificazione) chiarisce che ciò vale per tutti: eterosessuali ed omosessuali e specifica che «l’orientamento sessuale da solo non riguarda questo disturbo». Sottoscrivo e credo che questo possa mettere a tacere ogni speculazione. Nessuna omofobia. Vogliamo mettere in discussione l’ICD-X? Si può fare, attiene alla ricerca scientifica, ma al momento questa è la posizione ufficiale dell’OMS. Terzo: rispetto dei codici valoriali del paziente. Ottimo, ma anche questo vale per tutti. Che debbo rispondere alla lettera di denuncia che proprio oggi mi giunge da un uomo della Basilicata che si dice 'violentato' perché il suo terapeuta lo pressa per la separazione coniugale che invece contrasta con i suoi valori più profondi? Ne vogliamo parlare? Davvero nessuno ha mai preso in esame le lamentele di pazienti che aderiscono con convinzione a movimenti ecclesiali e che sono profondamente turbati da terapeuti che non rispettano il loro codice valoriale? Quarto: la presunta neutralità del terapeuta. Innumerevoli studi metodologici ed epistemologici dimostrano che il terapeuta non è neutrale. Sostenerne la neutralità è semplicemente antiscientifico. E allora: non è forse più etico (ma direi semplicemente onesto) dichiarare le premesse antropologiche ed i presupposti epistemologici che sono dietro ogni modello terapeutico? Questo mi sembra un punto su cui debba essere promossa in Italia una ricerca autentica. E infine: è vero, ho invitato Mancuso a passare con me una settimana, nel mio studio, per verificare se sia stato giusto prestarsi ad una operazione mediatica di linciaggio così, a mio parere, ingiusta. Rinnovo l’invito e alzo il tiro: potrà accedere, con il permesso dei pazienti, all’agenda degli appuntamenti, allo scambio di mail, alle innumerevoli telefonate, agli sguardi ed alle sofferenze dei pazienti stessi, insomma a tutto il lavoro svolto.
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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