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mercoledì, aprile 11, 2007
Dobbiamo dissociarci.
La moda di imbrattare muri con scritte anticlericali, in particolare contro Bagnasco, il Papa e Ruini, dilaga. Dopo il messaggio contro il neo presidente della CEI sulla porta della Basilica di S. Lorenzo a Genova, sede dell'arcivescovado di Bagnasco, e dopo le scritte sui muri esterni della chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Torino, è comparsa oggi a Bologna, di fronte alla sede dell'ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), di cui è ex-presidente il senatore Bobba, un'altra scritta che grida vergogna, ancora, a Bagnasco.
I giornali le definisco intimidatorie. Io no. Induce forse la parola "vergogna" a temere un determinato comportamento? Non mi sembra. Se qualcosa di intimidatorio è stato scritto è tuttalpiù "morte al Papa". Ma sul serio crediamo che il Pontefice dopo questo si sia intimorito? Sul serio crediamo che qualche mitomane o una faida tra estremisti di destra e di sinistra possa arrivare a colpire il Papa o gli altri suoi colleghi? Ma per carità!

Riportando il nuovo episodio a Bologna Corriere.it ci tiene a specificare che la scritta è stata fatta con uno spray rosa (o porpora). Un particolare evidenziato a caso? Non credo proprio se consideriamo che è di questi giorni l'iniziativa di Controradio di esporre uno straccio porpora come segno di laicità. L'ACLI ha esposto denuncia contro ignoti. Ma mi sa che a partire dall'indizio del colore si vuole dare comunque un nome al colpevole.
Ma il punto dove volevo arrivare è un altro, visto che la disinformazione e la faziosità con cui, i media, trattano certe notizie è arcinota e visto che credo superfluo far notare ancora che stesso trattamento - vedi la scorta al monsignore genovese - non è stato riservato a vittime di atti intimidatori - nel vero senso della parola! - omofobici. Per altro l'ho già detto, prima ancora che a Milano comparissero le scritte omofobiche e contro Imma Battaglia sui muri della Libreria Babele.
Il punto dove volevo arrivare è questo: c'è bisogno che i vari rappresentati della nostra comunità prendano le distanze dai tre episodi di imbrattamento vandalico di Genova, Torino e Bologna. Perchè certo prima Ruini ed ora Bagnasco devono vergognarsi per le loro dichiarazioni sulle unioni civili, sull'amore omosessuale e sull'omosessualità in generale. Devono vergognarsi certo per gli innumerevoli casi di pedofilia e tutti gli altri scandali che hanno sapientemente oscurato ed insabbiato. Ma non è questo il metodo giusto per farlo notare, a loro e alla stampa. Un doverso dissenso non può e non deve essere espresso con atti che rimandano ad un periodo molto buio della storia di questo Paese. Considerando poi che gesti come questi sortiscono effetto contrario e rischiano di farci passare dalla parte del torto. Quanto meno passiamo per vandali.
Le varie associazioni sempre prodighe di comunicati stampa ad ogni singolo intervento omofobico della Curia, perchè ora tacciono?
Fino a quando vogliamo ignorare che il mondo cattolico sta individuando come autore di quelle scritte il movimento glbt italiano, assimilandoci ai gruppi di estrema sinistra? E non si può certo dire che le notizie siano passate inosservate! Non si può certo dire che le accuse che ci rivolgono siano velate! Fino a quando, allora, vogliamo farci accostare a gesti così stupidi e controproducenti? Salvo poi dover pensare che questo silenzio non significhi tacita ammissione di colpa. Se così fosse stiamo veramente messi male in quanto ad intelligenza e strategia politica.
Voglio continuare a pensare che il nostro movimento sia in un momento di empasse e di confusione e che il silenzio sia dovuto a questo. Ma, se vogliamo salvarci la faccia e fugare ogni dubbio sulla svolta "terrorista" della politica gay, non possiamo aspettare oltre. E' urgente diramare un comunicato stampa e so che Grillini, per fare un nome non tanto a casa, sarebbe in grado di fargli avere il risalto e la risonanza che merita.

Upgrade delle 19.30: scritte anche a Napoli sul muro laterale della chiesa di Sant'Eligio Maggiore
posted by Andreas Martini @ 2:41 PM  
7 Comments:
  • At 5:51 PM, Anonymous Anonimo said…

    Completamente e totalmente d'accordo (FORSE PER LA PRIMA VOLTA IN MANIERA COSì INCONDIZIONATA)su quello che hai scritto, per l'analisi politica e strategica per il movimento. Il tuo blog non passa inosservato in certi ambienti, spero questo "suggerimento" sia colto.
    Grande Andreas.
    Rikkardino

     
  • At 7:51 PM, Blogger Andreas Martini said…

    E che posso ribattere? Semplicemente che passa più inosservato di quanto possa sembrare! :-)
    E un giorno ti spiegherò perchè la penso così!

    Cmq grazie!

     
  • At 10:58 PM, Anonymous Anonimo said…

    Non sono molto d'accordo con la politica che proponi.
    Distinguiamo i vari piani.
    Prima di tutto il concetto fondamentale è che nessuna scritta sui muri va rivendicata, perchè qualunque posizione anche eventualmente civile e condivisibile nel merito si squalifica per il solo fatto di essere espressa imbrattando un muro.

    Venendo al merito delle scritte, c'è una differenza tra quelle con scritto genericamente "vergogna", per le quali non ritengo che debba essere espressa alcuna solidarietà particolare (non sono minacce) da parte di chi critica le posizioni della Chiesa. Salvo dissociarsi dal metodo incivile di protesta e non giustificarlo, chiaramente.

    Infine, le scritte apparse in un secondo tempo, quelle con le minacce. Non ritengo affatto che sia una priorità per le associazioni glbt, neanche qui, regalare ulteriore visibilità a questi episodi, già amplificati in modo smisurato dai media. Ricordo che sui muri di tutta Italia vengono minacciati di morte poliziotti, comunisti, fascisti, tifosi avversari, arbitri e presidenti di calcio, politici, gay e lesbiche e chi più ne ha più ne metta: spesso anche con nomi e cognomi. La semplice scritta sul muro non implica di per sè una minaccia seria.

    Vorrei proprio vedere tra l'altro dov'è il coro di solidarietà bipartisan dei politici e soprattutto la solidarietà degli esponenti della Chiesa per episodi come quello della libreria Babele (in cui la minaccia invece è firmata ed espressa sulle stesse vetrine della libreria, accompagnandosi quindi a un danno materiale, e non su un muro qualsiasi). Per non parlare dei casi di vero e proprio stupro o violenza contro le lesbiche. In quei casi niente scorta, niente Tg1 e niente fila di politici a rilasciare dichiarazioni allarmate.

    Che prefetti e magistratura facciano il suo lavoro e indaghino sull'eventuale esistenza di minacce serie. La Chiesa ha già abbastanza media compiacenti pronti a montare questo nuovo polverone dei "gay terroristi" (perchè è qui che vogliono arrivare, lo sappiamo..e ci arriveranno, che le associazioni gay si facciano sentire o no): non mi sembra il caso di far pubblicità a queste scritte anche cone i comunicati di Grillini & co.

    Tu dici che il silenzio potrebbe essere visto come "tacita ammissione di colpa". E invece credi che contribuendo anche noi ad ingigantire questo caso tutto mediatico (guarda caso, scritte apparse in 3-4 giorni in tutta Italia: prima non ce n'era nessuna? ma per favore) i vescovi e il loro seguito teocon si comporteranno più correttamente nei nostri confronti? Credi che non continueranno a darci la colpa lo stesso?

    Male non fare, paura non avere. Quando non si incoraggiano le scritte e le minacce, non vedo perchè si debba prendersene la colpa.

    In un paese normale qualche scritta isolata che minaccia od offende il Papa e i vescovi infastidisce e scandalizza al pari quelle che offendono il Presidente della Repubblica, un esponente politico o una minoranza qualsiasi. E queste scritte apppena scoperte vengono tutte giustamente cancellate, senza imbastire drammi nazionali.
    In Italia invece non si concepisce nemmeno l'idea che tra i grafomani offensivi ce ne sia anche uno ogni tanto che offende il Papa, tanto è tabù l'idea stessa della possibilità di critica alle sue posizioni!

    Scusa tanto la lunghezza, volevo cercare di argomentare a fondo visto che il tema è delicato, spero di essermi spiegato.

     
  • At 11:05 PM, Anonymous Anonimo said…

    (facciano il "loro" lavoro, ovviamente...)

     
  • At 11:25 AM, Anonymous Anonimo said…

    Disorder credo tu abbia correttamente argomentato e spesso, anch'io, sono dell'opinione che per nn cadere nella trappola comunicativa che la Chiesa riesce a tessere in maniera impeccabile, e in cui molto spesso il mondo Glbt è caduto, non bisogna rispondere.Laddove, soprattutto, questo significhi deleggittimare gli attacchi piuttosto che smontarli.
    Però, visto che questa politica non è mai stata adottata dai "nostri" esponenti in occasioni ben più significative (lo scandaloso appoggio iniziale al family day è solo un esempio recente delle ingenue leggittimazioni che il movimento ha dato alla Chiesa senza nemmeno rendersene conto), perchè proprio ora rimanere in silenzio?
    Ovviamente le dissociazioni non farebbero cambiare idea a nessuno, non calmerebbero gli animi, non porterebbero ad atteggiamenti meno ostili. Ma ci sarebbero. E per una volta servirebbero a noi. Per parlare a quel popolo Glbt che non milita, che non vuole estremismi, che non si riconosce nemmeno nelle manifestazioni di piazza, figuriamoci in scritte pericolose(concordo anche sul fatto che quelle scritte non sono pericolose, ma il livello di attenzione, sul tema, è alto, e con questo clima occorre fare i conti). C'è un popolo Glbt fuori dalle associazioni, che vive "normalmente" la propria omosessualità e che dissociandosi da certi comportamenti, non sentendosi supportato dai "vertici", rischia di cadere nel qualunquismo del pensiero teocon, nell' avvalorare l'omosessualità come un fatto privato, dovuto magari a una devianza, che non va assecondato nella scena pubblica, che non ha bisogno di riconoscimenti pubblici (diritti e doveri). Potremmo sembrare ai loro occhi(e detto da me che sono tendenzialmente e simpaticamente "rifondarolo" sembra strano) i "soliti" facinorosi, che protestano sempre e comunque, che cercano lo scontro, osteggiati persino da chi, omosessuale, non vive la militanza e non cerca rivendicazioni eclatanti.
    Dissociarsi serve per recuperare fiducia proprio in quel pezzo di realtà Glbt, serve per farsi accreditare, serve a noi, al nostro interno, prima che alla retorica politichese e politicante.
    Rikkardino

     
  • At 12:20 AM, Anonymous Anonimo said…

    Io però credo che tra i gay non militanti ma che vivono "normalmente" la propria omosessualità ,come dici tu, ce ne siano pochi che non si sentono rappresentati perchè ritengono troppo aggressivi i vertici dell'associazionimo gay, e molti di più che invece non si sentono rappresentati per il motivo opposto.

    Escludendo naturalmente da questi le velate convinte di destra/clericali, il cui consenso sarebbe impossibile da recuperare, anche volendo (e poi, chi lo vuole: che restino nel loro triste brodo).

     
  • At 1:03 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Noto solo ora che non c'è un mio commento in risposta a Disorder. Se lo recupero lo posto ora ma comunque ho risposto con un post.

     
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About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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