Per un convinto sostenitore ed elettore della Rosa nel Pugno come me, le parole di Daniele Capezzone - che si definisce si favorevole ai PaCS ma tiepido sull'estensione del matrimonio alle coppie gay - sono difficili da interpretare, da comprendere e usando impropriamente il termine, difficili da giustificare.Avevo letto quelle parole come sintomo di un inedito moderatismo del Segretario della rosa nel Pugno e per questo le avevo mal digerite. vedo il progetto ulivista di un partito moderato un qualcosa totalmente estraneo alle mie idee politiche che rifiuto ogni qualsiasi forma di conformismo ad esso ed ogni tentativo di entrarne a fare parte. E avendo visto in quelle parole una volontà di avvicinamento mi sono subito contrariato. Non rifiuto in toto il progetto di un partito unico, ma non è questo il momento adatto per parlarne.Non mi sono comunque accontentato della mia interpretazione e, approfittando dell'amicizia con un dirigente nazionale della RnP, ho chiesto un suo parere sicuramente più consapevole. La soluzione mi si è presentata quindi molto più semplice: Capezzone come il suo mentore Pannella sono sopra ogni cosa anticlericali di quelli che considerano il matrimonio il peggior retaggio clericale della cultura contemporanea. E allora io giovane radicale - non so se è troppo presuntuoso autodefinirmi tale - ho dimenticato di usare nella mia personale intepretazione la chiave fondamentale: il concetto sociale di matrimonio, non quello politico. Se lo avessi fatto avrei facilmente capito l'impossibilità di un radicale come Daniele Capezzone di dirsi favorevole all'estensione dell'istituto matrimoniale alle coppie gay.Ma non tutti i radicali la pensano come i duri e puri e lo abbiamo visto con la Mozione recentemente approvata a "stragrande maggioranza". Vorrei mettere in discussione le motivazioni che portano i padri radicali a dichiararsi contrari al matrimonio, ma sinceramente non credo sia necessario, tant'è che lo stesso Capezzone pur dicendo un si netto ai PaCS non ha detto un altrettanto no netto al matrimonio, aprendo anzi a nuove discussioni. L'intera campagna è stata impostata su un progetto: Blair, Zapatero, Fortuna. Spero che un progetto senza clausole. Ferma restando la mia perplessità sul raggiungimento dell'obiettivo matrimonio - visto che metto in dubbio anche la possibilità di avere i PaCs entro questa legislatura - avrei comunque stentato a capire la contrarietà del partito che incarna tutte - e dico tutte - le mie aspettative. Se nonostante l'apertura al dialogo di Capezzone dovesse prevalere la linea anti-matrimonio mi porrei il dubbio sulla vera liberalità dei radicali e sulla sua reale capacità di intepretare le istanze del movimento gay. Qauli sono le istanze del nostro movimento? A molti bastano i "patti" - forse perchè ormai sempre più difficili da ottenere - ma molti altri puntano in alto. Volere tutti e due significa puntare ancora più in alto. Forse dovrei ritornare a volare basso e convincermi che il matrimonio è un'inutile scimmiottamento della più vetusta tradizione clerico eterosessuale. Ma sono un giovane radicale, l'ho detto, e non ho sulle spalle tutto quell'esacerbato anticlericalismo radicale. Ma Ruini mi sta "insegnando" molto, crescerò con passi da gigante, forse. Nel frattempo continuerò a pensare che scimiottamento che sia è probabilmente il modo perfetto per dare piena dignità ai gay alle lesbiche e ai transgender. Io, radicale, anticlericale (ma non anticattolico) e favorevole al matrimonio gay.
sicuramente il riconoscimento del diritto di sposarsi a persone dello stesso sesso sarebbe una conquista di civiltà. Purtroppo, quel "matrimonio" è quello tradizionale: non esiste un concetto sociale e politico di "matrimonio".
Esiste, ahinoi, solo quello giuridico. Che, ripeto ahinoi, è ancora lontano dall'essere riconosciuto alle coppie gay.
Non si lotta per un riconoscimento di qualcosa di intangibile come un "matrimonio politico" o un "matrimonio sociale". Si lotta per ottenere il riconoscimento di un diritto, quelli di sposarsi.
Vedo l'uscita di Capezzone - che peraltro stimo moltissimo - come l'ennesimo malcelato tentativo di reductio ad unum all'interno dell'unione. Come dici tu, un episodio di moderatismo.
Teo, sono in disaccordo con te: c'è un concetto sociale di matrimonio... e cioè fusione, amore. Non a caso, settimane fa sentivamo tutti del "matrimonio di autostrade e abertis" e ogni giorno sentiamo tutto "io ho sposato quella causa", "quel vino va a nozze con... ", eccetera. Il matrimonio non è solo un qualcosa di giuridico ma anche di sociale: è una istituzione globalmente e istantaneamente associata ai concetti di fusione e di amore. E' il simbolo di elementi in perfetta comunione esistenziale. In quanto tale, dà conseguenze immateriali uniche nei rapporti imterpersonali e in ogni istante della vita.
Su Capezzone... io credo che la sua sia una presa di distanze relativa ai tempi, e non al merito: mesi fa a Gay.tv si è detto favorevole ai matrimoni gay, dicendo di preferirli a quelle che sono le unioni-ghetto inglesi e contestando il no di Pannella.
Teo io infatti se avessi contestato la posizione radicale anti-matrimonio avrei contestato l'unica accezione che con le loro argomentazioni danno alla parola matrimonio: quella religiosa. Con questo argomentazioni piuttosto che opporsi al clericalismo ne confermano le dure critiche che muovono alle nostre battaglie.
Il post era quindi una critica a queste idee che io giovane radicale non posso e non voglio condividere. Ho cercato quindi di corregere il giudizio di neomoderatismo capezzionano volendo di contro contestare la falsa idea che i radicali stessi hanno del matrimonio.
Marco a te basta che ribadisco che sono favorevole al matrimonio - quando mai ho detto il contrario? - che mi dici bravo :-) Capezzone oltre che per "tempismo" credo si sia detto per ora non del tutto convinto al matrimonio anche per ribadire la vera "ideologia" radicale che non deve essere dimenticata.
comunque sono ancora molto fiducioso sulla RnP, speriamo non ci deluda sciogliendosi.
Andreas, ovviamente ho detto bravo anche per la critica che hai fatto a varie posizioni di alcuni radicali. :-)
PS: il post di teo sulla situazione americana non mi è sembrato molto corretto. Trovo infatti assurdo che si tiri in ballo il DOMA per "dimostrare" che il timore annunciato da Bush di una invasione delle nozze gay in tutta america oltre ad essere omofobico sia anche insensato. E' certamente omofobico, ma non insensato: la questione dei matrimoni gay è nazionale, cioè riguardante anche la Costituzione USA; nulla vieta infatti ai gay USA di fare causa ai vari Stati e al DOMA stesso per cotrasto con la Costituzione nazionale USA.
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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Ciao Andreas,
sicuramente il riconoscimento del diritto di sposarsi a persone dello stesso sesso sarebbe una conquista di civiltà. Purtroppo, quel "matrimonio" è quello tradizionale: non esiste un concetto sociale e politico di "matrimonio".
Esiste, ahinoi, solo quello giuridico. Che, ripeto ahinoi, è ancora lontano dall'essere riconosciuto alle coppie gay.
Non si lotta per un riconoscimento di qualcosa di intangibile come un "matrimonio politico" o un "matrimonio sociale". Si lotta per ottenere il riconoscimento di un diritto, quelli di sposarsi.
Vedo l'uscita di Capezzone - che peraltro stimo moltissimo - come l'ennesimo malcelato tentativo di reductio ad unum all'interno dell'unione. Come dici tu, un episodio di moderatismo.
Purtroppo.