Una aneddoto per cominciare: mentre, sul treno urbano verso casa, nella mia mente organizzavo le idee per questo post mi è comparsa davanti proprio l'onorevole Luxuria. Peccato non aver avuto modo di parlarci.
No, non ho deciso di parlare del quotidiano dei Democratici di Sinistra. Non ho cambiato bersaglio, è sempre lo stesso: la neodeputata Luxuria. A parte gli scherzi, Luxuria non è il mio bersaglio prediletto, al contrario di quello che può essere sembrato dopo gli ultimi post. Ripartendo dalle dichiarazioni della Luxuria e soprattutto dai commenti - in particolare quello di Francesco Italia (*) - che il mio ultimo post ha ricevuto, torno a parlare di unità. Quell'unità che il movimento gay, almeno da quando lo conosco io, non ha mai avuto e che insegue senza troppa convinzione.
Il voto di Aprile ci ha detto che l'Italia è spaccata in due, se si leggono le parole della Luxuria - che dice "tutte le sue componenti" - sembra che il movimento glbt italiano sia addirittura frammentato ma comunque rappresentato. E quali sono queste componenti? O forse si riferisce proprio alle lettere che compongono l'acronimo? Con due gay (Grillini e Silvestri), una lesbica (Titti de Simone), un bisex (Pecoraro Scanio) ed una transgender (lei stessa) sicuramente sono rappresentate tutte... Ma preferirei scartare quest'interpretazione, dovrei altrimenti pensare che ognuno coltivi solo il proprio orticello. E allora quante e quali soli? Sinceramente faccio difficoltà a ragionare in questi termini. Riconosco certamente che a guardare le associazioni presenti in tutta Italia non è difficile capire la situazione ma quello che non capisco è come possano ognuna rappresentare una linea di pensiero diverso. Mi spiego meglio. Fondamentalmente le istanze del nostro movimento non dovrebbero essere tante. E' nato come una movimento di liberazione e tale fondamentalmente dovrebbe essere ora. Liberazione dai pregiudizi, con tutto ciò che implica e consegue. Un fine unico da raggiungere attraverso battaglie culturali e politiche, questo significa sì che i modi per farlo sono tanti ma non significa che sia impossibile trovare un'unica linea d'azione. Ritorno al "bersaglio". Le mie critiche non volevano essere sinonimo di schieramento (con il modus operandi di Grillini) e quindi un incitamento alla disgregazione. Tuttaltro. Una critica, forse - lo ammetto - troppo dura e carica di pregiudizi (politici), al singolo per denunciare il grave danno che fà alla nostra comunità. Nessuna partisanship, quindi: quando c'è stato da criticare Grillini e le sue strategie non ho mancato di farlo, nonostante l'amicizia. Anche quando scrivevo "Grillini siamo tutti con te" ero chiramente ironico, tant'è che non avrei mai pronosticato un exploit di Wladimir.
Mi ero però chiesto, a conclusione di quello stesso post, su cosa si sarebbe concentrato l'operato della deputata rifondarola. Come dicevo, per quanto variegato possa essere l'associazionismo gay italiano le istanze che porta avanti sono fondamentalmente due: una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale ed una legge per la tutela delle unioni civili. Gli strumenti possono essere tanti e ognuno può scegliere quello che crede migliore ma una scelta comunque intelligente sarebbe auspicabile. Lasciando la fetta dei diritti delle coppie di fatto a colui che sie autoproclamato, a ragione, padre dei PaCS all'Italiana (la versione originale è francese) la trangender più famosa d'Italia avrebbe dovuto occuparsi della parte antidiscriminatoria. E non sarebbe stata comunque poco. Anzi per qualcuno una revisione della legge Mancino è prioritaria rispetto all'istituzione di una forma giuridica di tutela delle coppie gay. Tra l'altro lei, omosessuale del Sud e per di più transgender, saprà meglio di ogni altro grillini che cos'è la discriminazione. Sempre tenendo presente che la mossa grilliniana non significava o i miei PaCS o niente: non voleva essere l'unico gallo a cantare nel pollaio (come accadde nella scorsa legislatura) ma semplicemente ripresentare un progetto di cui giustamene è orgoglioso per fare in modo che da subito le nostre istanze tornassero sul tavolo delle trattative, cercando di ottenere un qualche risultato già nei primi 100 giorni di governo, come anche dalla Rosa nel Pugno. Ben venuto sarebbe stato, quindi, un'altro progetto di legge per le unioni civili: con diverse alternative è più facile scegliere una soluzione gradita a tutti. Senza nessuna lungimiranza, però, Luxuria ha preferito schierarsi, e far schierare tutto il Prc, con l'Unione filorutelliana e pregiudicare qualsiasi possibilità di miglioramento delle famose "7 righe e 1/2" concordate con il Cardinal Ruini. Con un no ai PaCS e un fedele sì al programma dell'Unione, da quella parte che si è sempre erta a vera e storica paladina dei diritti civili e della laicità, non riesco a fare nessun'altra previsione se non quella che nemmeno in questa legislatura, lunga o corta che sarà, le coppie omosessuali possano ricevere il giusto riconoscimento sociale e legale.
Ennesima conferma che quando Giuliano Federico di Gay.tv declamava l'ode "in morte del PaCs" ebbe grande lungimiranza.I PaCS sono morti si passi al matrimonio, lo dice anche il Mario Mieli di Roma. E chi lo partorirà 'sto matrimonio? Dopo quanto detto, sicuramente non il Prc neomoderato.
Rosa nel Pugno, fatti avanti! (*) Francesco Italia è stato direttore di Gay.tv ed è attualmente candidato al Comune di Milano con una lista civica a sostegno di Letizia Moratti. Per maggiori infrmazioni, cliccare qui.
|
Bella schifezza!!!
Francesco Italia è stato direttore di Gay.tv ed è attualmente candidato al Comune di Milano con una lista civica a sostegno di Letizia Moratti.