Paola Concia, in un’intervista a Io Donna (il femminile del Corriere della Sera), parlando della sua giovinezza e dei primi anni a Roma, parte dalla fine del suo matrimonio e sul suo coming out nel 2000 dice: “mi ero stufata di vivere come una schizofrenica”. Non stiamo qui certo a parlare del suo passato eterosessuale e della sua “botta di omofobia” che l’ha portata a sposarsi, ma su quello che dice dopo a proposito del suo impegno in politica (dal PCI al PD). La giornalista la invita a parlare della difficoltà nel portare avanti battaglie sui diritti civili nel Partito Democratico. Concia cerca di eludere ma poi incalzata dice: “abbiamo ottenuto dei risultati e comunque non nego che vi siano delle difficoltà”. Poi la sua “verità”: “ credo che sia una bellissima scommessa fare questa battaglia sui diritti civili nel Pd, perché è una battaglia vera e non di testimonianza.” Già su queste due frasi si potrebbe dire molto, ma sarei alquanto ripetitivo. Andiamo avanti. Si parla della lontananza dalla Spagna zapaterista: “la verità è che la politica nel nostro paese è meno laica della società. […] Mancano certi diritti civili, grazie al fatto che la nostra classe politica è indietro rispetto al paese.” “Questo papa sembra non avere rispetto per l’autonomia della politica. Ma sta alla politica mantenere la barra dritta. Se invece si mostra fragile e debole si fa sopraffare dalle idee di Ratzinger.” Dal 2000 Paola Concia, per sua ammissione, è uscita dalla schizofrenia dell’omofobia interiorizzata grazie ad una psicanalista da cui era in terapia. Forse avrebbe bisogno dello stesso aiuto clinico per uscire dalla persistente schizofrenia politica. Mi piacerebbe sapere quali sono i risultati del coordinamento glbt del PD: sono il programma fotocopia sui diritti delle persone conviventi nelle coppie di fatto? Sono la sua amicizia con Paola Binetti, ovvero ora l’omofoba per antonomasia potrà dire di essere tollerante perché ha un’amica lesbica? Comunque questo, lo ripeto, è abbastanza ripetitivo. Ma quello su cui la Concia continua a stupirmi è la facilità con cui ripete che la classe politica è arretrata e che il papa fa ingerenza, senza rendersi conto che il suo partito da questo punto di vista non fa nulla per dimostrarsi “nuovo”, più avanzato, più vicino alla società. Con lei che per di più regge il palo, fa da specchietto per le allodole. Non è questa schizofrenia al pari di quella dell’omosessuale represso che si sposa? Da un lato, da lesbica, critica il clericalismo della politica italiana, dall’altro, da politica disciplinata, chiude gli occhi sulla forte impronta clericale del suo stesso partito. Parlando dei sui difetti si critica per l’impulsività: “prima di parlare o di agire dovrei contare non fino a tre, ma di più.” Mentre conta dovrebbe fare anche un minimo di esame di coscienza o coerenza, che dir si voglia. Il difetto che non tollera negli altri? La slealtà: “posso guerreggiare fino alla sfinimento, ma senza coltellate dietro le spalle.” Senza ricordarle la slealtà dei Teodem e del loro capo (quello candidato a sindaco di Roma) nei confronti del programma dell’Unione e quindi nei confronti degli elettori, vorrei capire come ha potuto sopportare il giochetto, a dir poco sleale, messo in atto dal PD nei confronti suoi e della comunità omosessuale italiana: se non sono stati il programma e le trombature delle vere e proprie coltellate alle spalle! Domande che come sempre non avranno risposta. Fortunatamente abbiamo l’intelligenza per risponderci da soli e capire, se ce ne fosse ancora bisogno, che in queste condizioni non otterremo nulla dalla “nuova” classe politica e nemmeno dai “vecchi froci”. E allora ben venga un voto che per Veltrusconi è inutile. Ben venga quindi un “nuovo” governo Berlusconi, con l’auspicio che stando all’opposizione il PD faccia autocritica, vera.
Tanto per rimanere sulla schizofrenia della Concia e la slealtà non è certo trascurabile la dichiarazione che la vede strenua sostenitrice di una frase come "Noi abbiamo scritto nel programma quello che faremo: una legge che garantisca i diritti delle persone che si amano" cercando di far credere a chi la ascolta che questo sia un riconoscimento delle convivenze tra persone dello stesso sesso. Come se non bastasse la Concia ha aggiunto questa frase ad uno sproloquio in cui rimbeccava a Boselli di essere scorretto nel ricordare chi ha votato per il registro a Roma e dove sostiene che "non fu Veltroni a vietare l'istituzione del registro delle Unioni civili a Roma". Un bell'esempio di schizofrenia ma anche di slealtà e di smemoratezza!
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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Tanto per rimanere sulla schizofrenia della Concia e la slealtà non è certo trascurabile la dichiarazione che la vede strenua sostenitrice di una frase come "Noi abbiamo scritto nel programma quello che faremo: una legge che garantisca i diritti delle persone che si amano" cercando di far credere a chi la ascolta che questo sia un riconoscimento delle convivenze tra persone dello stesso sesso.
Come se non bastasse la Concia ha aggiunto questa frase ad uno sproloquio in cui rimbeccava a Boselli di essere scorretto nel ricordare chi ha votato per il registro a Roma e dove sostiene che "non fu Veltroni a vietare l'istituzione del registro delle Unioni civili a Roma".
Un bell'esempio di schizofrenia ma anche di slealtà e di smemoratezza!