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domenica, marzo 02, 2008
Ditele che male ha fatto....
Ma che male ha fatto la Tatangelo? Tanto osannata all'inizio, seconda e fischiata alla fine.
La canzone non è piaciuta e l'Italia moralista non ha apprezzato nemmeno la sua vita sentimentale.
In entrambi i casi c'entra sempre lui, Gigi D'Alessio, autore della canzone e compagno della piccola Anna.
La canzone non è piaciuta, oggetto di critiche della comunità gay stessa, della quale solo poche eccezioni l'hanno gradita. Derisa con già almeno due cover, quella di Elio e le storie tese al dopofestival e quella di oggi a Quelli che il calcio. Derisione sottile quest'ultima: testo completamente rifatto con frasi fatte, stereotipi e luoghi comuni.
A me, sinceramente, le frasi del ritornello piacevano, per il resto ammettiamolo era pieno di stereotipi e di quel compassionevole vittimismo che non riusciamo proprio a toglierci di dosso.

Che dire poi dei fischi dopo "Gigi ti amo" se non che se lo sarebbe potuto risparmiare?
Visto il tono della canzone poteva cavarsela con un "ciao mamma" e invece....
Però diciamolo pure che un pò meno moralisti non farebbero male a questa Italia. Saranno cazzi loro e delle persone che hanno tradito? Bah...
A morte gli stereotipi, ma a morte anche il moralismo!

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posted by Andreas Martini @ 3:23 PM  
8 Comments:
  • At 7:24 PM, Anonymous Anonimo said…

    Mah, il fatto e` che la canzone e` brutta. Ha un testo penoso, a tratti anche sgrammaticato ("a chi dice che non sei normale tu non piangere su quello che non sei"), una musica "sanremese" che sa davvero di gia` sentito. Insomma. Che c'e` da interrogarsi? E` il peggio che si potesse fare.

     
  • At 10:31 PM, Anonymous Anonimo said…

    Guarda...io credo invece che sia piaciuta a molti più gay di quanto non si creda...oppure son capitati tutti sul mio blog nel post nel quale l'ho presa per il culo...

    Quanto al "GiGGGi ti amo" è stato un momento di toccante televisione eh! (???)

    Il bigottismo da chiesa di paese lo lasciamo volentieri a casa in ogni caso. Però è anche vero che se voleva evitare facili e prevedibili proteste (visto che il suo amico frocio dovrebbe averle insegnato quanto orrendo sia questo paese quando si tratta di rispettare la libertà alòtrui) e se è vero che "se stanno insieme saranno anche cazzi loro" poteva evitare di spiattellare la cosa in tv davanti a 6/7 milioni di spettatori...

     
  • At 1:42 AM, Anonymous Anonimo said…

    I fischi temo fossero per il secondo posto, da parte di chi magari la voleva prima.

    Più che gli stereotipi e il moralismo, io in questo caso dico soprattutto "a morte il cattivo gusto": della Tatangelo, del suo compare, di chi li ascolta e soprattutto dei gay che non vomitano al solo sentire quelle frasi - sgrammaticate, offensive, degradanti.
    Sono snob e talibano in certi casi, sì.

     
  • At 1:44 AM, Anonymous Anonimo said…

    (e preciso che il mio giudizio è tale indipendentemente dalla posizione occupata nel televoto: per me poteva indifferentemente vincere o arrivare ultima)

     
  • At 7:16 AM, Blogger daniela tuscano said…

    ...non so come iniziare questo commento, davvero. Dibattuta fra lo sconforto, la desolazione e la voglia di buttare tutto in caciara. In fondo ognuno ha quel che si merita, e se piace la Tatangelo, perché poverina non ha fatto niente di male, non dovrebbe esserci molto da aggiungere. Ma mi conosco, so che non riesco a resistere. Anche se non serve a niente.
    Innanzi tutto informo che a molte frange "importanti" dell'establishment gay la drudina di Gigi è piaciuta un casino. Aurelio Mancuso le ha dedicato due post molto generosi, su "Queerblog" se ne sono contati almeno 18 (diciotto!) nel giro di due giorni, poi, viste le proteste degli utenti, hanno deciso - pur se a malincuore, immagino - che, sì, poteva bastare.
    (Per inciso: in quel sito è intervenuta la Tatalessia in persona, la quale, come tutte le grandi signore - in effetti il suo amico truccatore sarebbe da impalare: l'ha azzimata come una quarantenne... - ha perso immediatamente le staffe e ci ha insultati.)
    "Tom", che si fregia di essere "il primo gayblog italiano", si è profuso in sperticati ringraziamenti: "Grazie Anna, grazie Gigi" con le stesse motivazioni d'un altro blogger, anch'egli redattore di "Queerblog". Che possono riassumersi così: certo la canzone non è un granché, ma per la prima volta a Sanremo si è raccontata una storia gay in modo semplice e chiaro, cosicché anche la casalinga di Voghera potrà imparare che l'omosessuale non è un mostro... Un'autentica operazione di pedagogia di massa, insomma. E non è finita: "forse un domani - si legge - arriverà qualcun altro che parlerà di omosessuali in modo diverso, ma adesso in quest'Italia, a parte 'Omosessualità' di Elio e un paio di brani di Ferro...". Sono sobbalzata sulla sedia. E dopo aver premesso che quella narrata dalla Cacangelo non è affatto una "storia gay" ma semplicemente la descrizione di un suo amico finocchio - qui servono le precise parole -, con espressioni che fra l'altro hanno inorridito anche il mio peggior studente, diciassettenne ed eterissimo, gli ho umilmente fatto notare che, forse, in Italia ci son stati altri capaci di affrontare l'argomento. Un certo De André con "Andrea". Ivano Fossati lo scorso anno. Persino la popolare "Gino e l'Alfetta" di Silvestri. Un robusto Jannacci con "Silvano" (1980). "La differenza" di Tosca-Nava. Tanti brani della Nannini. Giuni Russo. Poi vabbè, l'unico - e, ripeto, l'UNICO - che in Italia abbia contribuito REALMENTE a migliorare l'opinione pubblica sugli omosessuali, perché li ha cantati PER TRENTACINQUE ANNI quando, a differenza di oggi, NON "faceva figo" e non si rischiava certo di vincer Sanremo, ma ci si giocava la carriera (la sua è stata rallentata di otto anni), quando Arcigay era di là da nascere e gli unici "ritrovi per gay" (ai tempi, ancora "froci") erano i giardinetti. Sempre e solo lui: Renato Zero. Perché non si è accontentato di un brano e via. Il tema è ricorso in misura maggiore o minore, ma continuativa, in quasi tutti i suoi brani.
    Ma a lui accenno con fastidio. Si sa, Zero è un nemico, è quello dell'"altra pasta" (anche se si tratta di una menzogna, ma non importa), il traditore, il giuda. Ho capito che su di lui non c'è alcuna voglia di confrontarsi, anche vibratamente ma in sincerità. E' però chiaro che, di fronte a tanta marchiana (e voluta) ignoranza, i nodi vengono al pettine, e allora risulta difficile tacere.
    Comunque: il tipo NON conosceva De André (tanto è vero che il video della sua canzone è stato pubblicato su "Queerblog" dopo il mio suggerimento), mentre ah già, Zero? Non lo conosco quindi non mi pronuncio. Ma certo. Anche fisicamente è un personaggio che passa del tutto inosservato.
    Non è nemmeno vero, poi, che a Sanremo non si sia mai parlato di omosessualità. Nel 1996 ci provò tale Federico Salvatore, cabarettista che ai tempi conobbe un fugace ma significativo successo. Il brano s'intitolava "Sulla porta" e fu presentato nella categoria Big. Faceva abbastanza schifo, ma in confronto al pezzo di D'Alessio è un capolavoro. Se questo mio post non sarà censurato, e qualcuno ne volesse il testo, sono pronta a fornirglielo.
    Anche quella canzone avrebbe dovuto contribuire a sensibilizzare la solita massaia sul "dramma" dei poveri gay. Naturalmente non accadde nulla, come non accadrà nulla nemmeno stavolta, e non tanto perché, alla fin delle fini, sono solo canzonette, ma perché è molto probabile che la massaia un amico gay ce l'abbia già; oggi ce l'hanno quasi tutti. Ma questo non le impedisce di votare la Lega e Berlusconi. Pasolini ricordava che anche sotto il fascismo gli "invertiti" borghesi e ricchi facevano tranquillamente le loro cosucce all'ombra del regime, che sapeva e chiudeva un occhio, pigliandosela soltanto coi poveri cristi. Quelli, sì, andavano al confino; non i Luchino Visconti della situazione.
    Ora, volete che Gigi e Anna non abbiano il loro bravo frocetto sculettante da esibire? Ce l'hanno senz'altro! Gli dedicano pure una canzone, dove c'informano che anche lui è in fondo quasi come noi NORMALI e, anzi, un po' di più (si sa, le passioni omosex sono in genere più calienti). Poi continuano a votare Forza Italia, come hanno sempre fatto - non dimentichiamo che Emilio Fido, nella giuria di qualità, ha regalato ad Annarella un bel 10 -. Tanto i loro protetti non hanno mica bisogno della legge sulle unioni di fatto per garantire un luminoso futuro a sé e ai propri amanti. Un po' come le rispettabili dame d'un tempo, che starnazzavano contro la regolamentazione dell'aborto mentre pigliavano appuntamento dal medico privato e compiacente. Triplice vantaggio in una volta sola: i soldi non mancano, ci si sbarazza del feto e al tempo stesso non s'infrange la morale.
    Credo di capire i motivi dell'esaltazione della Gigiona, ma qui mi basta un accenno indiretto: la suite più lussuosa di Sanremo era la sua. Il resto vien da sé. Prepariamoci ad accoglierla come madrina del prossimo Pride. Un ultimo appunto, così di sfuggita: a Sanremo di quest'anno si è presentata, nella categoria Giovani, un'altra cantante che presentava una storia d'amore lesbico: Valeria Vaglio. Non se n'è accorto nessuno. Che faccenda singolare! Eh?

     
  • At 4:20 PM, Anonymous Anonimo said…

    Ai gay dovrebbe piacere il fatto che una canzone che parla di gay sia arrivata seconda a Sanremo, tutto qua...che la canzone sia poi orrenda direi che sia la logica conseguenza del fatto di essere arrivata seconda a Sanremo...

     
  • At 7:20 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Ho capito, basta parlare di qualche icona, aspirante tale o idol* di qualcun* per far fiorire i commenti sul mio blog. Bene credo mi produrrò solo in post su amici, grande fratello e eventuali altri reality (sanremo alla fine è un reality no?).
    A parte la facile ironia, aggiungo due cosucce alle poche cosucce che ho scritto nel post.

    Tra i miei amici, o meglio tra le poche persone con cui ho potuto commentare la canzone (l'hanno visto veramente in pochi) solo ad un amico piace.
    Poi si dica pure a me due frasette del ritornello mi sono entrate in testa.... che ce vuoi fa? orecchiabile è orecchiabile.
    Poi, sinceramente, me ne sbatto - disse la marchesa - del giudizio positivo dell'estabilishment gay. Non ho mai condiviso molte cose con loro e questa si aggiunge.

    Daniela, ha già fatto un ampio ragguaglio sulle canzoni gay sanremesi e non, non vedo cos'altro posso aggiungere dal basso della mia conoscenza musicale.

    E' chiaro che la Tatangelo il "gigi ti amo" se lo poteva risparmiare, credo di averlo scritto pure nel post, però qua ragazzi miei la ragazza è quella che è e se sta con Gigi D'Alessio un motivo ci sarà. Tutta sto savoir fair (spero si scriva così) non ce l'ha mai avuto, visto che da subito entambri hanno tenuto a "svelare" il loro amore.
    Un pò più di indifferenza alla loro patetica vita sentimentale, ovvero un pò meno moralismo, non avrebbe guastato.

    Anonimo, non sono così convinto che l'importante è che se ne parli. Se se ne parla male è meglio che non se ne parli. E la Tatangelo ne ha parlato e fatto parlare male in molti sensi.
    Non lo so se sia calzante ma mi viene un esempio: una persona "brutta" se gay non deve essere per forza mia amica, ovvero non difenderò quello che dice o non mi schiererò dalla sua parte solo perchè è gay.

     
  • At 5:19 PM, Anonymous Anonimo said…

    Si davvero ditele che male ha fatto e mandatela a casa... non se ne può più co sta Tatangelo!

    Sanremo è quello che succede quando porti la chitarra al dopolavoro di Confagricoltura.
    Perchè non iniziamo a sentirci qualcosa di decente invece di perdere tempo a farci una opinione della Tatangelo o di qualunque altra starlette sanremese e non?!

     
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