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martedì, febbraio 21, 2006
Attraverso l'America o attraverso i generi?

Non sono un gran cinefilo, nel vero senso della parola. Non frequento molte le sale cinematografiche, preferisco le sale casalinghe.
Però con l'uscita nelle sale di tre film, Reinas, Brockeback Mountain e Transamerica, a tematica gay ho voluto contribuire alla "causa" e quindi sono andato al cinema.
Sabato sera, ormai in sciopero da locali gay, ho puntato su una serata più "impegnata": al cinema per Transamerica.
La prima impressione, anche subito fuori dalla sala, al contrario di quella per i cowboy gay, è stata molto positiva. Sicuramente avrà contribuito la conturbante interepretazione del bel Kevin Zegers, coprotagonista con Felicity Huffman.
Quest'ultima, gia pluripremiata per Desperate Housewifes e vincitrice del Golden Globe come migliore attrice protagonista è candidata per la stessa categoria agli Oscar 2006.
Un ruolo quello della Huffman sicuramente difficile. Può una donna "vera" interepratare una trans? Riuscirebbe a far propri i sentimenti di una persona che si accinge a cambiare sesso?Come ha dichiarato il regista, Duncan Tucker, la scelta è caduta su una donna vera per paura che l'intrepretazione di un uomo sarebbe stata troppo caricaturale. Secondo alcuni l'operazione è mal riuscita e non sarebbe, mi sembra di capire, mai potuta riuscire a qualcuno che trans non è. Se prima di tutto si critica la visione che il regista dà del transessualismo, in seconda istanza si critica l'interpretazione della Huffman.
Il transessualismo insultato da una visione tragicomica. Ma non è forse vero che una persona che vuole cambiare sesso deve forzare alcune cose, sia per quanto il suo atteggiamento/portamento, sia per spingere i medici a rilasciarle il via libera all'operazione?
Conosco solo superficialmente dei trans e quindi non posso esprimermi con certezza, ma credo che, visto il clima culturale, anche americano, le cose vadano sul serio così.
Sicuramente il sospetto viene quando ad interepretare tutto questa è una donna che non può avere tra le sue esperienze quelle di un cambio di genere. La bravura della già casalinga disperata è messa in dubbio dalla impossibilità di calarsi completamente nel ruolo.
In un intervista su Out Magazine, l'attrice risponde così:

Il regista Duncan Tucker ha dichiarato che aveva bisogno di un attore
trasformista per il tuo ruolo. Come sono cambiate le tue aspettative mentre
recitavi
?

Beh all'inizio tutti cercavano un uomo... ma io ero convinta
di riuscire a vivere le vicissitudini di una trans. Perchè in fondo, si tratta
di parlare dell'anima delle persone. E l'anima è la stessa che si tratti di un
uomo, di una donna o di un trans. Cambia solo il contesto di relazioni ma le
emozioni sono le stesse. Per esempio la voce. Dopo la prima settimana di prove
tutte le mie voci erano state scartate perchè giudicate false. Questo perchè non
c'era un'anima . Bree , il mio personaggio proviene da una profonda
consapevolezza, da un profondo disprezzo e vergona, ma pure da un fortissimo
coraggio. Solo quando questi elementi sono entrati nella mia voce allora sono
riuscita renderla in modo accettabile.

Sarà stata sincera? O come si dice nella recensione che ho linkato, ha piuttosto utilizzato questo ruolo impegnativo per far risaltare la sua bravura?
Anche qualora si rispondesse si, meriterebbe comunque un premio.
Il film non si esaurisce nel drammatizzazione del transessualismo, anzi passa quasi in secondo piano, e tocca anche temi tipici della "letteratura di viaggio". Sicuramente un viaggio tra i generi, anche se conosciamo Bree che è già donna, ma con al centro un viaggio tra "padre" e figlio, un viaggio sull'onestà e forse in questo abbastanza banale.
A colloquio con il medico, Bree si chiede: “Non è curioso che la chirurgia possa risolvere un problema mentale?”La risposta immediata per lei e per tanti altr* come lei è immediata, ma il confronto con il figlio Toby sconvolge un pò i piani. Solo questo confronto, che la mette difronte a situazioni ben più difficili dell'esercizio sull'impostazione della voce, riuscirà forse a sciogliere il dubbio.
A me ha lasciato anche un altro dubbio: un genitore "qualsiasi" accetterebbe senza problemi che il proprio filio fà l'attore porno?
posted by Andreas Martini @ 5:44 PM  
1 Comments:
  • At 9:49 AM, Anonymous Anonimo said…

    bei pensieri, non ho da dirti la mia perche il film non l'ho ancora visto ma provvederò questo weekend...

     
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Home: Roma, Italy
About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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