Per amicizia con uno dei sui "cittadini" ho cominciato a leggere TocqueVille. Ora colto dalla sindrome del commentatore e comunque incuriosito dal fenomeno continuo a leggerla. In questi giorni in cui si parla molto di Pacs tanti fra i suoi circa 600 cittadini ne hanno approfittato per parlarne e per fare i conti sulla libertà e sul liberalismo, viste da destra. Il dibattito già dalle fasi iniziali si è acceso. Pro o contro i Pacs? Non lo sanno manco loro. Cioè loro credono di saperlo ma se mi dicono che le unioni gay distruggerebbeo la famiglia tradizionale allora mi sa proprio che non sanno di cosa stanno parlando. Sta di fatto che qualcuno ha volontariamente fatto proprie le parole di Tremaglia e Calderoli, definendoci "culattoni". A parte lo stendere un velo pietoso, hanno voluto risollevare una vecchia questione: cosa significa essere cittadini di una "citta di liberi". Insomma si posso accogliere gli estremisti (leggi omofobi)? Il mio parere non è stato chiesto da nessuno, ma da amante del mondo internet e dei suoi fenomeni approfitto della mia libertà di poterlo esprimere. Inizio col dire che a mio modesto avviso, il problema è stato posto in maniera sbagliata (chiedendo se si considera l'omosessualità una malattia o no). Infatti quasi nessuna ci considera malati, però ci considera dei poveri "anormali" con delle pretese assurde a cui bisogna rispondere con amore compassionevole, ma a cui bisogna negare una vita pubblica! Non sono omofobi solo quelli che ci considerano malati (pare che pure all'organizzazione mondiale della sanità ci sia una potente lobby gay che fà carte false!), ma lo sono anche quelli che parlano di noi usando termini dispregiativi, mancandoo di rispetto a noi come esseri umani, mancando di rispetto alla nostra vita privata. La goliardia è bella e quando voglio offro io stesso l'assist per fare battute un-politically correct, ma bisogna sapersi auto limitare! Si può essere favorevoli o contrari alle unioni ai matrimoni ed alle adozioni, si può utilizzare qualsiasi motivazione per argomentare le proprie idee, ma non si può utilizzare nessun genere di epiteto che nasconda precisi richiami offensivi! [E' pur vero che Sancta Romana Ecclesia non utilizza i suddetti epiteti ma rimane cmq omofoba. Ma questo è un altro discorso] Vado oltre. Dire che siccome la maggioranza della popolazione mondiale è etero, gli omosessuali allora sono un errore, un'anormalità è omofobia. Ergersi a giudici morali solo perchè si appartiene a suddetta maggioranza è omofobia.
Nella mia visione estremista eistono anche i veri tolleranti: quelli che cercano di capire, quelli che prima di dire no si infromano in modo dovuto e nn si nascondono dietro un "ho tanti amici gay".
Essere omofobi è in molti casi sinonimo di problemi di accettazione e/o di omosessualità repressa. Vedi Calederoli: quella S sibilante (o erre moscia?) che fa tanto ma tanto checca lo tradisce! :-)
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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