Questo post è stato scritto prima che i Radicali concludessero l'accordo con il PD. Salvo questo particolare rimane perfettamente attual. Dopo un incontro di ieri posso capire cosa ha spinto la Bonino e parte della company ad accettare e probabilmente avrei fatto lo stesso. Ma preferisco pensare che ci sia ancora un'alternativa valida che necessita del nostro sostegno elettorale proprio perchè rifiutata dal PD. E' chiaro che anche il Partito Socialista, pur di sopravvivere, potrebbe scegliere di confluire nelle liste PD, in quel caso lì mi sentirei veramente in difficoltà, dovrei rifutare la cosa così come sto rifiutando questo accordo con la Bonino. Ma prima di "fasciarmi la testa", prima di autoconvincermi che quella sarebbe una mossa giusta, voglio continuare a sperare che la "salvezza" del PS sia ancora possibile anche senza Don Veltroni, caso mai in coalizione col PD ma con almeno il simbolo. L'attesa sarà lunga, intanto confermo il mio no ai Radicali.
I diritti per le persone e le coppie glbt non sono tra le priorità programmatiche del centrosinistra, ovvero del PD. È indiscutibile che in Italia ci siano problemi da risolvere molto più importanti, anche per noi glbt è quasi doveroso ammetterlo. Siccome, però, le nostre istanze non escludono questi problemi e non gli tolgono priorità è altrettanto doveroso che si continui a pretendere che le nostre battaglie siano assunte pienamente dai partiti e non solo quelli di sinistra. Il programma del PD è quasi pronto e difficilmente si allontanerà dai 12 punti fondamentali illustrati da Veltroni a Pescara. È quindi ormai quasi certo che non si parlerà di una legge anti-discriminazione o di una legge per le coppie di fatto. Non promette nulla di buono, semmai conferma lo scetticismo, il copia-incolla sui diritti delle persone che formano una coppia di fatto dal programma 2006 dell’Unione al Manifesto dei Valori. Alla luce di questa supposizione ma che potrebbe già considerarsi come constatazione, già da qualche giorno si cerca di trovare una soluzione al problema rappresentanza: trovare uno o più partiti a cui dare, anche se ancora quasi esclusivamente sulla fiducia, il nostro “voto gay”. Si attende anche il pronunciamento del presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, che, in odore di candidatura (Sinistra Arcobaleno?), prende tempo fino ai primi di marzo per dire chi l’Arcigay appoggerà o se preferirà l’astensionismo. Siamo consci che ben pochi voti sposterà un’indicazione dell’Arcigay nazionale e allora siamo liberi di continuare la nostra riflessione anche senza aspettare marzo. Considerato che al di fuori del “nuovo grande partito” ci sono solo formazioni più o meno piccole sarebbe auspicabile sceglierne uno e dargli più forza possibile. Proprio su questa pagina un nostro iscritto, Famigliafantasma, ha suggerito di votare tutti i Radicali. Proposta condivisibile vista la loro storia, ma è il presente che ci mette in difficoltà. Nel non ancora risolto nodo sulle coalizioni-apparentamenti, qualche dato emerge chiaro: la Bonino e Pannella stanno instancabilmente lottando per trovare un accordo con il PD. Per alcuni l’ingresso dei Radicali nel partito di Veltroni garantirebbe un suo riposizionamento più laico. A leggere le dichiarazioni di alcuni noti esponenti Radicali, fino a quelle di oggi di Marco Cappato su “il Giornale”, si capisce invece che pur di entrare “non metteranno condizioni” sul programma, ossia cederanno sui temi cosiddetti etici e quindi anche sulle unioni di fatto e tutto il resto. Ci possiamo continuare allora a fidare dei Radicali? Gli amici Radicali hanno più chances dei nostri amici ed amiche gay e lesbiche già nella costituente di “convertire” al laicismo il partito di Veltroni? Non lo so, probabilmente sì vista la loro storia. Probabilmente non lo voglio sapere. Preferisco optare per la coerenza e questa mi spinge a negare già da ora, con profondo rammarico, il mio voto ai Radicali. Altri punti di riferimento rimangono, ma almeno in un caso dipende quasi tutto dalla capacità di creare l’auspicabile “voto gay”: senza questo sarebbe un voto che, salvo la passione ideologica, si dimostrerebbe perso. Altro dato chiaro è che comunque e sicuramente dannosa sarebbe l’astensione. Continuiamo a riflettere su cosa fare il 13 e 14 aprile ma dobbiamo prima di tutto porci una domanda: siamo pronti a mettere da parte i nostri ideali politici e votare solo col fine di sostenere chi ci sostiene? |