Cecchi Paone lascia, come Mastella. Uno è buffone però, l'altro no.
Non è arrivato prestissimo. Vari altri ospiti erano già lì da un pò. Ha rilasciato subito qualche intervista e poi subito ha fatto capolino sul palco. La prima parte della conduzione della manifestazione toccava a Pierluigi Diaco e Delia Vaccarello e quindi all'inizio si è mantenuto defilato. Diaco, chiarendo che lo scontro tra di loro era stato un pò gonfiato dalla stampa e che pur se distanti nelle loro idee le rispettavano a vicenda, vedendolo sul palco dietro ai numerosi politici e presidenti delle associazioni glbt ha annunciato che la seconda parte della manifestazione l'avrebbe gestita lui, Alessandro Cecchi Paone. Il dibattito-talk show prosegue e quando sul palco gli ospiti si stanno avvicendando, Diaco, con una voce simile a quella di Pippo Baudo quando in diretta dal palco del Teatro Ariston annuncia la morte di Claudio Villa, da la brutta notizia: Cecchi Paone, per protesta, ha lasciato la manifestazione. La piazza rimane per lo più silenziosa, quasi interdetta, qualcuno prova a far salire il coro "buffone" ma Delia Vaccarello li ferma. Mastella è un buffone, mica Cecchi Paone. Il dubbio sulla defezione di Cecchi Paone rimarrà fino alla fine, anche perchè molte spiegazioni dal microfono non ne danno, Diaco ripete solo il suo elogio all'ex conduttore di Azzardo, un uomo libero. Poco prima di lasciare la manifestazione vado a salutare gli amici nel backstage e curioso cerco di captare qualche discorso per soddisfare il mio grande desiderio di capire. Si sa la cuorisità è donna... e frocia. Perchè Cecchi Paone ha sbattuto la porta e se n'è andato? Quello che sento lo conferma poi un lancio Ansa: ha ricevuto pressioni affinchè non criticasse il Vaticano e, per protesta, ha lasciato il palco. Pressioni da chi? Dall'organizzazione. Da un palco che ospita tre ministri, vari sottosegretari e numerosi politici della maggioranza (e solo uno dell'opposizione, Benedetto della Vedova) non si potevano fare troppi discorsi anticlericali. C'era già stato infatti il bellissimo, quasi commovente, intervento di don Franco Barbero che tutti abbiamo accolto con un lungo applauso e tanti "santo subito". Don Franco, sospeso a divinis, aveva tutto il diritto anzi quasi il dovere di sputtanare una chiesa fatta, per lo più, di pedofili ed omosessuali gravemente affetti da omofobia interiorizzata. Cecchi Paone no. Ed è giusto così. Se Ratzinger, come diceva la Jena su La Stampa, si è incantato anche Cecchi Paone non scherza!
La cosa più triste della giornata, questa polemicuccia tra primedonne (perchè secondo me c'è sotto anche questo, oltre alle divergenze sull'anticlericalismo). Triste il fare da diva di Cecchi Paone che si fa vedere e poi se ne va, triste come ha gestito la situazione Diaco. Ma giustamente a quelli in piazza non importava niente di tutto ciò, per quanto le agenzie si buttino a pesce su queste sciocchezze invece di dare visibilità ai contenuti politici emersi (che ne so, i discorsi di Barbero, di cui immagino ci saranno poche tracce sui giornali).
Non ho mai avuto stima di Cecchi Paone. Eppure stavolta ha ragione lui. Arcigay continua nel suo tentativo idiota di fare le lotte per i diritti con la mascherina per il sonno davanti agli occhi. Già è stata scandalosa la stessa partecipazione della Pollastrini, che personalmente avrei preso a uova in faccia per aver partorito una legge contro i gay, e invece le è stato dato un posto d'onore sul palco. Vietare discorsi antivaticani, poi, è l'ennesimo proiettile nella pistola che porta la movimento glbt, se lasciato in certe mani, al suicidio politico.
Dare il torto a Cecchi Paone non significa dare ragione ad Arcigay. Dare torto a Cecchi Paone significa aspettarsi da lui un pò più di acume e strategia politica. Sono convinto che pochi frutti ci porteranno gli ultimi interventi di CP in televisione. Sul palco non avrebbe avuto nessun "nemico" - a parte il Diaco con cui si era chiarito - ma i media erano lì in agguato. L'ho visto a Porta a porta comunque e non mi è sembrato così afflitto da quello successo sabato e non ne ha proprio parlato (per lo meno fino a quando l'ho visto io)
Name: Andreas Martini Home: Roma, Italy About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
I contenuti inediti (articoli, foto, video, etc.) di questo blog, che siano opera del suo autore, sono pubblicati sotto una licenza Creative Commons.
Se riprodotti altrove, la loro paternità va attribuita specificando il nome dell’autore e il titolo di questo blog, e inserendo un link all’originale o citandone l’indirizzo.
I commenti e ogni altro contenuto inedito qui ospitato sono di proprietà dei rispettivi autori. I contenuti già editi altrove sono di proprietà dei detentori dei relativi diritti.
A me la polemica diaco cecchi paone ha dato parecchio fastidio.. insomma, fatti privati, chi se ne frega.. volavano piume arruffate!
cmq la prossima volta.... a piazza del popolo!!!