Il dibattito sul Partito Democratico impazza e alcuni noti esponenti di Arcigay-Gayleft-DS hanno portato al suo interno la "questione gay". Volendoci ragionare su parto dal ricordo del primo, vero e fino ad ora ineguagliato partito unito mai visto in Italia: la Democrazia Cristiana. Lo spunto di riflessione mi viene dal discorso di apertura dei lavori degli Stati Generali GLT, di Rossana Praitano (Circolo Mario Mieli). In una sua interessante ricostruzione dello scenario politico con cui, negli anni, il nostro movimento si è dovuto confrontare, la presidente del Mieli ha messo in luce un importante aspetto della fine della I Repubblica: la dissoluzione della DC. Lo ha fatto sotto altra ottica che, condividendola, mi fa dire un secco si al PD ma contemporaneamente un secco no ad una componente gay al suo interno.Verrebbe da dire, con una retorica tipicamente post democristiana, "si stava meglio quando si stava peggio". Ed è quasi retorico spiegarne il perchè. Il nemico allora era, come dire concentrato. Dal 1994 la diaspora e la conseguente contaminazione di un pò tutte le aree politiche, ha reso il "nemico" più difficile da contrastare. E allora non resta che auspicare un altro partito unico in cui raccogliere tutti gli esuli democristiani, dai margheritini ai popolari di mastella, lasciano così libertà d'azione alla vera sinistra e libertà di scelta a noi elettori che della componente cattolica all'interno del centrosinistra ne faremmo volentieri a meno. Se poi contemporaneamente nascesse un vero partito che si richiamasse esplicitamente al PSE e/o alla sinistra europea, sarebbe il vero paradiso politico! Inutile pretendere, come fanno Benedino, Zan, Concia e Grillini, che al centro di un programma del PD si dia grande peso ai diritti civili ed in particolare a quelli per le persone glbt.
Se l'intervento di Paola Concia (Gayleft) sul Riformista è apprezzabilissimo per la lucidità con cui riconosce i limiti e la sordità del suo partito (i DS) e del nascente PD, è impensabile che si possano avere risposte concrete dai dirigenti dell'Ulivo. Perchè anche quando arrivano sono... aria fritta! Così come le parole della diessina Delia Murer, assessore alle Politiche Sociali del comune di Venezia, in risposta all'intervento di Alessandro Zan sempre sl riformista: “Credo che i Ds e il centrosinistra in generale, nonostante le sensibilità diverse, non possano essere tacciati di scarso intereresse o addirittura di riluttanza nei confronti dei diritti civili”. A questo punto meglio la schiettezza del sottosegretario allo Sviluppo della Margherita Paolo Giaretta: “Zan deve capire una cosa: all'interno di una coalizione ci possono essere diverse sensibilità. Si può provare a mediare ma quando un'intesa non è possibile è meglio lasciar perdere e andare avanti”. Più chiaro di così si muore! Lasciamo perdere, sul serio. Il Partito Democratico è cosa buona ma non è cosa nostra!
|
ehy, mi hai battuto sul tempo!!! allora lascio perdere...
concordo pienamente, e poichè penso che alla fine il PD si farà, mi chiedo che fine faranno ArciGAY e GayLeft con tutti i loro autorevoli rappresentanti...