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lunedì, ottobre 02, 2006
Stati Generali GLBT, ovvero processo ad Arcigay.
Un processo non sarebbe stato se l'incontro romano di sabato 30 settembre non fosse stato preceduto da scontri a distanza e schrezi tra L'Aricgay e le altre, tante, associazioni del del movimento glbt italiano.
L'idea di riunirsi per un momento di riflessione sulla situazione sociopolitica italiana nacque, come ricorda il moderatore Andrea Pini (giornalista di Pride), dopo lo "schiaffo" ricevuto dall'Unione in sede di firma del programma di governo. Da quel febbraio in poi sembra che un ulteriore schiaffo i gay, le lesbiche e i transessuali italiani lo abbiano ricevuto anche dalla loro più rappresentativa associazione, l'Arcigay.
A parte i primi interventi, di Rossana Praitano del Mario Mieli, di Imma Battaglia per Dì Gay Prject, Mauro Cioffari per Gayroma.it e Giulio Vallocchia di No God, promotori dell'iniziativa, quelli a seguire sono stati attachi più o meno diretti all'associazione guidata da Sergio Lo Giudice.
I temi da affrontare non erano rinchiusi entro limiti ben precisi, ognuna delle associazioni intervenute (circa 40) e poi iscrittesi a parlare ha potuto quindi utilizzare i 10 minuti a disposizione come meglio credeva: qualcuno, sopratutto i neofiti e quelli che mai avevano partecipato ad assemblee del genere, vedi gruppo I-ken di Napoli e Johnatan di Pescara, come vetrina offrendo contemporaneamente spunti di riflessione a partire dalla loro esperienza locale, altri per togliersi i sassolini dalle scarpe. L'occasione era delle migliori: mai prima d'ora le varie associazioni sparse un pò su tutto il territorio nazionale italiano avevano avuto modo di incontrarsi e di confrontarsi dal vivo; mai prima d'ora il processo non era in contumacia o virtuale: nonostante infatti lo scambio epistolare tra Aurelio Mancuso, stizzito per l'esclusione dell'Arcigay dal tavolo dei promotori, e Rossana Praitano, l'Arcigay Nazionale era presente con tutti i suoi grandi nomi (e la loro claque): Sergio Lo Giudice, Alessandro Zan ed il succitato Aurelio Mancuso. Il nome, Stati Generali, rievoca grandi avvenimenti storici: quegli Stati Generali che portarono alla rivoluzione francese. E' difficile che l'incontro di sabato possa portare ad una rivoluzione. Il Governo, quello nazionale, si ci ha delusi e continua a farlo e vorremo vederlo sostituito, ma le forze per farlo è evidente che non ci sono ed un governo centrale le associazioni glbt non sembrano averlo mai avuto e non lo cercano nemmeno, nonostante la voglia di darsi un coordinamento nazionale. Ma se rivoluzione non c'è stata, rivolta si. Perchè rivolta per estensione significa "dissenso manifesto" ed il dissenso verso l'Arcigay c'è stato e pure molto. Le accuse: collateralismo e servilismo verso il Governo ed i partiti (DS in primis), boicottaggio ed egemonia.
Dopo i primi moderati e poco stimolanti interventi la platea si scalda con Porpora Marcasciano, per Facciamo Breccia, e con Elena Biagini per Azione Gay e Lesbica. Sono loro le prime a chiamare le cose con il loro nome ed a fare accuse ben precise: Arcigay Verona ha preso le distanze dalla manifestazione "Layca" di Verona organizzata dal coordinamento Facciamo Breccia , accusandoli di "estremismo" e quelle nazionale e catanese non hanno aderito alla manifestazione antifascista di Catania temendo, come scritto in un comunicato stampa, che potesse sfociare in "azioni incivili" e contrapponendole per di più, nello stesso giorno, una manifestazione a Viareggio contro lo stupro omofobico ai danni di una ragazza lesbica a Torre del Lago. Il pubblico che ha interrotto e sottolineato con lunghi applausi i due interventi era ormai schierato e poco ha potuto la claque al seguito di Arcilesbica ed Arcigay per sostenere i loro rappresentanti nei loro interventi. Hanno applaudito anche un passaggio di Cristina Gramolini (segreteria Arilesbica nazionale) che se fossero stati corretti avrebbero dovuto criticare anche loro. La Gramolini infatti in uno strenuo tentativo di difesa contro l'accusa di boicottaggio ed egemonia ha lasciato intendere che la lotta all'omofobia è più importante di quella antifascista. Una dispiaciuta ma saggia Marcella Di Folco (MIT) si è augurata che tali parole fossero state troppo istintive e poco ragionate, perchè è chiaro che la lotta di ogni gay, lesbica o transessuale è una lotta prima di tutto antifascista, essendo il fascismo alla base anche dell'omofobia e non a caso il risveglio di sentimenti neofascisti ha coinciso con l'acuirsi di violenza omofobica.
Lo Giudice, intervenuto subito dopo, non ci sta a dichiarare sconfitta anzi reclama vittorie: l'importante manifestazione pro-PaCS del 14 gennaio che ha fatto diventare le unioni civili uno dei temi caldi della campagna elettorale e la recente calendarizzazione dei PaCS. Quest'ultima, bisognava dirlo e Sergio Rovasio della Segreteria del Gruppo Parlamentare Rosa nel Pugno, l'ha fatto, è una mezza vittoria: le unioni civili sono state calendarizzate in Commissione Giustizia e prima che arrivino in discussione alla Camera ci vorrà molto tempo ancora. Tempo che forse non c'è se come Rossana Praitano si pensa che le aspettative di vita per questo governo sono al massimo di due anni.
Gli Stati Generali quindi non per rivoluzionare ma per arrivare, sotto esplicito invito di molti partecipanti, ad un sorta di Costiuente, quella di un Movimento glbt unitario, forte e in cui non prevalgano logiche di supremazia ed egemonia ma di piena rappresentanza di tutte le diversità che contraddistinguono le varie associazioni.
Mancuso nello scrivere alla Praitano aveva fatto notare il poco ecumenismo nella creazione di un gruppo promotore e la scarsa capacità organizzativa. E Lo Giudice lo ha ribadito nel suo intervento. La grande partecipazione, anche di singoli, e la voglia di ricontrarsi presto però hanno sancito il successo della giornata. Il tutto non è quindi stato solo un invebitabile processo ad Arcigay, ma anche fucina di spunti di riflessioni e buoni propositi per il futuro. E se qualche somma si vuole tirarla già ora si può dire che, a conferma di un inchiesta di Andrea Pini per Pride, la maggioranza delle associazioni sembra voler lottare, nell'ottica di un prossimo governo, per il matrimonio e non più per i PaCS e la quasi totalità è favorevole ad un prossimo pride nazionale a Roma, abbandonando l'idea di una pride "autocelebrativo" (Rosanna Praitano) a Bologna.


A margine:
erano presenti anche i blogger Rikkardino e FireMan. Qui e qui i loro racconti.
Tutti e tre siamo stati segnalati su Queerblog.it. Un grazie agli autori.
Faccio notare che il mio post insieme a quelli degli amici Rikkardino e FireMan sono gli unici report sulla giornata usciti nell'immediato. Nessun sito di informazione gay ha pubblicato la notizia. Per quanto riguarda il mio post non ha nessun copyright (come tutti gli altri pubblicati su questo blog) chiunque volesse può utilizzarlo citando e linkando la fonte.
posted by Andreas Martini @ 1:49 PM  
11 Comments:
  • At 1:58 PM, Anonymous Anonimo said…

    Beh resoconto giornalisticamente impeccabile, non ne dubitavo... Però dai... adesso pubblica anche qualche frecciatina e battutina che ci siamo scambiati sui personaggi che animavano platea e relatori...
    Nicolino for President

     
  • At 3:25 PM, Anonymous Anonimo said…

    dai, fà sapere anche a me di cosa avevate tanto da parlottare ;)

    FM

     
  • At 5:31 PM, Anonymous Anonimo said…

    citato su http://www.queerblog.it/
    di la tua...

     
  • At 8:52 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Oltre a quello scritto mi sembra che c'è poco altro tranne dire il vero nome che avevamo dato alla claque di arcigay... molto banalmente: le marchette di arcigay!
    Uhm abbiamo pure notato che se non ci fossero state le trans e le lesbiche la giornata sarebbe stata di un noiooooso!

    Ah rikkà, l'avemo dette in due le cose.... aiutami a ricordare che poi io manco potrei dirle c'avrei la deontologia professionale....! :-)

     
  • At 8:59 PM, Blogger MatrimonioGay said…

    Andreas... grazie per questi tuoi post... per chi come me non ci è andato sono preziosi per capirci un po' di più, e acculturarmi. Una domanda: quando dici che la maggioranza delle org gay vorrebbe iniziare a lottare per il matrimonio, che intendi dire? Per il matrimonio vero e nulla di meno oppure per delle unioni registrate "per gay" alla svedese?

    Grazie anticipate.

     
  • At 9:46 PM, Blogger Unknown said…

    Grazie per il resoconto. Eventualmente copio incollo il tuo post su Anelli, vista la latitanza degli organi di informazione in mano ad ArciGay et similia. Naturaliter, cito la fonte.

     
  • At 1:47 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Grazie per l'apprezzamento Anelli.

    Equalmarriage, premettendo che non saprei risponderti non avendo letto l'inchiesta pubblicata su Pride (dovrebbe essere il numero di agosto se riesci a reperirlo), parlerò della scelta di puntare al matrimonio in un prossimo post.

     
  • At 9:33 PM, Anonymous Anonimo said…

    Caro Andrea
    anche se non riesco a mettere a fuoco la tua faccia...senz'altro ti conosco....ti ringrazio a nome mio e di tante altre persone per l'imprtantissima opera che hai fatto. Ne abbiamo tutti molto bisogno. La invierò nelle liste per far passare la sana comunicazione.
    Credo che il problema grosso sia quello che non siamo più abituati al confronto diretto e siccome a Roma sabato c'è stato proprio questo: un confronto, sembra che ci sia stato un terremoto
    Grazie
    Porpora

     
  • At 12:30 PM, Anonymous Anonimo said…

    Ciao Andrea!
    Ho letto con attenzione il tuo commento. Mi sembra un buon lavoro.
    In genere non apprezzo molto gli "adulatori" e preferisco le persone
    che mi
    pongono con chiarezza critiche e commenti (se intelligenti). Proprio
    per
    questo, quindi, mi comporto allo stesso modo e cerco di riassumere in
    poche
    righe quello che credo nel tuo commento non sia emerso:

    - Credo che tu ti sia concentrato troppo su Arcigay (e Arcilesbica):
    gli
    Stati Generali non volevano essere un processo alle due
    Arciassociazioni ma
    volevano far discutere associazioni, gruppi, movimenti e singoli su tre
    principali argomenti: situazione politica italiana, rappresentatività e
    rapporto con i partiti, prospettive e strategie del movimento GLBTQ;

    - Attraverso una attenta disamina di questi tre punti la stragrande
    magigoranza degli intervistati ha sostenuto che: dal centro sinistra
    possiamo aspettarci ben poco, il movimento GLBTQ è vasto e vario e va
    ben
    oltre l'autoreferenzialità di Arcigay, la richiesta di vedere
    riconosciuti i
    Pacs è una strategia perdente e da tempo superata.

    - Altre sono le priorità che il movimento si stà dando (e andrebbero
    ricordate): un forum nazionale delle associazioni dei gruppi e dei
    movimenti, l'approvazione di una legge contro le discriminazioni, la
    richiesta di vedere riconosciuto il diritto al matrimonio civile per
    gay e
    lesbiche, la questione della memoria storica (omosessuali e trans nei
    campi
    di concentramento) e infine un gay pride nazionale a Roma.

    ...

    Spero che queste confuse osservazioni (fatte a notte fonda) possano
    essere
    utili per migliorare la percezione che hai avuto dell'incontro che si è
    svolto...
    Per il resto tutte le cose che hai scritto, anche se non le ricordo, le
    condivido pienamente...
    L'intervneto di Rossana, quello di Imma e il mio non credo siano stati
    "moderati e poco stimolanti". Credo piuttosto che siano stati discorsi
    misurati e ben articolati.
    Degni di attenzione, a mio avviso, sono stati anche i discorsi della
    Bertozzo, di Porpora e in negativo della Gramolini.

     
  • At 12:31 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Caro Mauro, questo post l'ho inviato a te ma anche a tutte, o quasi, le persone intervenute sabato, anche alle Arci quindi. Non è quindi affatto "adulatorio" anche considerando che il tuo intervento, quello di imma e quello di rossana li ho semplicemente citati.
    Ho cercato di dare al mio post, senza troppe pretese, un'impostazione giornalistica. Non ho quindi scritto gli "atti del convegno", ma semplicemente riassunto quello che è accaduto. Ed indubbiamente la giornata è stata dominata dal "processo ad arcigay", non era sicuramente quella la vostra intenzione ma così mi è stato, o sbaglio?
    Che siano emersi anche altri spunti di riflessione l'ho scritto, specificando per esempio l'emersa volontà di avere un coordinamento nazionale, o la dichiarazione di fallimento per la linea pacs. Sicuramente concordo che l'ho argomentati poco ma ripeto è stata una scelta stilistica più che contenutistica, infatti se leggi il post successivo a questo noterai che ho intenzione di approfondire tutto ciò che ho brevemente solo accennato.

    "Poco stimolanti" non era un'offesa, si riferiva diciamo così al piano emotivo. Ho infatti colto la giusta analisi storico politica di Rossana o il tuo richiamo alla pari dignità e credo che essendo voi promotori dovevate dettare, come avete fatto, la linea con misura. Ma non mi sembra di togliervi nulla dicendo che io come molti altri mi sono entusiasmato di più per gli interventi di Porpora, della Biagini e delle altre.

    Spero di aver dimostrato di aver colto l'importanza della giornata ben oltre l'idea che ti eri fatto sulla mia percezione di essa.

    Grazie per l'intervento,
    A.

     
  • At 12:33 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Grazie Porpora! :-)

     
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Name: Andreas Martini
Home: Roma, Italy
About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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