E' ancora Pride Time. Oltre a quelli casalinghi anche all'estero come ogni anno i gay scendono per le strade a manifestare. Cosa? Ognuno da la sua interpretazione, io evito di ripetere la mia che spero già chiara. I Pride all'estero, anche nei Paesi dove esistono leggi che tutelano le persone glbt sia come singoli che come coppie, hanno tutt'altro sapore ma non perdono di vista il senso comune di queste manifestazioni: la lotta al pregiudizio e alle discriminazioni. Spesso ricevendo il sostegno anche di politici che gay non sono ma che con vero senso di responsabilità combattono al nostro fianco. Qui da noi si è dovuto aspettare molto prima di avere partecipazioni istituzionali significative come all'ultimo pride nazionale di Torino, in altri Paesi già da anni accade. Questo discorso è ripetitivo, lo so, ma mai banale come altre "lamentazioni". Conitnuare a paragonare la situazione-Italia a quella di tanti altri Paesi europei è umiliante, ci fà vergognare, forse fà già vergognare pure i "grandi nomi" (che eufenismo, a mala pena li conosciamo noi gay pesudo-militanti) che pretendono di fare politica (per i) gay, ma non per questo bisogna smettere di parlarne, al costo di essere noiosi e petulanti, ma anzi bisogna ribadire con forza ciò che più ci indigna (sperando un giorno poi di parlare di ciò che ci fà onore).
Come ormai spesso succede non bisogna spulciare siti specializzati per trovare informazioni sui glbt, anche la stampa nazionale (per lo più online) ci offre notizie su quello che ci riguarda.Il Corriere.it ha mantenuto in homepage per un paio di giorni la notizia sull'Europride londinese. Per dscrivere un evento spesso si parte da una qualche particolarità, da un evento nell'evento e quest'anno la sfilata londinese ha offerto un interessante spunto da cui partire: la partecipazione di una quarantina di gay e lesbiche della Royal Navy in divisa d'ordinanza!
Ma non è tutto, grande rilievo ha avuto la partecipazione del sindaco della capitale britannica, Ken Livingstone per testimoniare la sua solidarietà alla causa, visto che l'anno scorso in città sono stati contati ancora 1.300 casi di abusi ai danni di omosessuali. Roma registra casi di omocidi o di aggressioni omofobe molto meno numerosi di quelli londinesi ma non per questo la situazione è meno drammatica, ma da nessun amministratore cittadino si è avuto un sostegno così chiaro. Veltroni ha però voluto un giardino intitolato a Paolo Seganti una delle vittime dell'omofobia capitolina. Però nè lui nè il suo predecessore Rutelli in occasione del World Pride 2000 hanno mai sfilato a fianco di gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Vogliamo parlare poi di Chiamparino e della sua assenza al pride nella sua città? inutile girare il coltello nella piaga! Importante anche la prtecipazione dell'attore Sir Ian McKellen, il grande Gandalf del Signore degli anelli che ha dichiarato la sua omosessualità nel 1988 e denuncia instancabilmente i pregiudizi di Hollywood.
Ma non sono rose e fiori nemmeno nel Regno Unito. Anche da quelle parti, strano a pensarsi, si aggira lo spettro del bigottismo cattolico. Anche loro hanno la loro Binetti: la ministro Ruth Kelly, che ha la delega all'Eguaglianza, era assente!. "L'ufficio della signora ha affermato che in agenda c'era un altro impegno, ma il giornale (The Indipendent) ha osservato che un avvenimento come l'EuroPride avrebbe dovuto essere segnato nel diario del responsabile governativo per la Equality da mesi. E ha ricordato come la Kelly sia membro dell'Opus Dei e abbia sempre evitato di votare leggi a favore dei gay." Forse sull'agenda della Kelly c'era un appuntamento con la nostra senatrice Binetti, che sicuramente saprà seguire il suo esempio se mai in Italia si dovrà approvare una legge che riguarda gli omosessuali. Fa comunque specie che in Inghilterra esista un ministro con delega all'uguaglianza e ancora di più fa specie che questo ministero sia affidato ad un membro dell'Opus Dei.
Dopo le lezioni di francese i nostri politici dovrebbero prendere lezioni di inglese, che non fa mai male! |