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giovedì, giugno 29, 2006
Dall'Italia, dal Mondo e dalla blogosfera
Dopo Torino e Roma era arrivato il momento di Catania. Da anni nel capoluogo siciliano si tiene l'unico Pride fisso del Sud. Dopo il grande successo di Torino, dopo i 40.000 al Pride romano (che nonostante tutto non sono pochi - era impossibile bissare Torino - mentre sicuro un insuccesso è stata la manifestazione bolognese) anche per Catania ci si aspettava una bella parata. E invece, purtroppo, sono arrivati i guastafeste.
La manifestazione catanese è stata interrotta da un gruppo di militanti di Forza Nuova, presenti si a tutti i gay pride ma questa volta pare meglio organizzati:

"L'interruzione del pacifico svolgimento del corteo rappresenta una macchia gravissima per il nostro Paese ed un'intollerabile lesione della libertà di espressione garantita dalla nostra Costituzione", commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, che ricorda come "solo pochi giorni fa il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione di condanna di quei Paesi dell'Est Europa in cui è impedito a gay e lesbiche di manifestare".
......
I paesi a cui Lo Giudice si riferisce sono come noto la Polonia e la Russia. Gay.tv è stata testimone degli attacchi subiti alla manifestazione di Cracovia, membri dell'Arcigay testimoni di quelli al Pride di Mosca. E' bene ricordare che nella capitale russa fu proprio la polizia ad intervenire con violenza contro i manifestanti glbt.
A seguito di questi eventi e dopo un preoccupante silenzio delle autorità russe - al contrario quelle polacche non nascondo la loro omofobia che tutela i gruppi neonazisti ultracattolici che hanno bersagliato i glbt di Cracovia - il parlamentare Edward Murzin ha chiesto pubblicamente al primo ministro, Vladimir Putin, quando parlerà dell’omofobia di cui sono vittime sempre più omosessuali in Russia.
......

La storia ci ricorda che una volta la polizia ebbe la peggio contro i glbt. E' da lì che comincia la nostra storia, la storia del nostro movimento, la storia delle tante battaglie di liberazione e di conquista dei diritti civili. Le parate gay in tutto il mondo ricordano proprio quella "vittoria". Il 28 giugno di 37 anni fa per la prima volta i glbt si ribellarono alla polizia che irruppe nello storico locale gay newyorkese "Stonewall" con l'intento di arrestare tutti i clienti. Silvia Riveira ed altre transuessuali si ribellarono a quest'ennesimo soppruso. Da allora i glbt non hanno più voluto tacere e manifestare il loro "orgoglio". Purtroppo, come ci ricorda Mirella Izzo, ex presidente dei Azionetrans Crisalide, in un editoriale del 2002 spesso si dimentica il ruolo fondamentale dei travestiti e delle transessuali. Vi consiglio di leggere il suo editoriale per capire il disagio di quelle T che spesso sono solo un contorno nell'acronimo GLBT.
Dopo 37 anni il caso Italia, è questo il rammarico di tutti, non è ancora risolto. 37 anni di battaglie e in Italia i risultati sono ancora tristemente pochi.
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Gli spagnoli un loro grande traguardo l'hanno raggiunto poco più di un anno fa. E da allora più di 1000 coppie gaylesbo si sono unite in matrimonio. E dopo la notizia del primo divorzio gay (qui il dibattito che ne è nato con un amico blogger) arriva sempre dalla Spagna la notizia del primo matriminio tra militari. Non il primo a livello mondiale visto che già un mesetto fa in Canada due membri della Royal Canadian Mounted Police si sono sposati. Al contrario dei canadesi però, gli spagnoli hanno deciso di non indossare le uniformi preferendo abiti civili per evitare disagi ai superiori.
......

A proposito di militari omosessuali anche questo blog aveva dato la notizia dello stucchevole ritorvamento negli archivi del Pentagono. Nonostante i documenti dell'OMS e dell'Apa le forze armate statunitensi continuavano a far circolare un documento del '96 in cui l'omosessualità era ancora considerata una disturbo mentale. Dopo la scoperta il Pentagono a chiarito che il documento era già stato sottoposto a revisione e chiede scusa per i contenuti di quel documento. Riaffiora comunque la polemica sulla politica del "Don't ask, don't tell" in base alla quale ogni anno centinaia di omosessuali vengono allontanati dalle forze armate perchè dichiarati pubblicamente. Cose inimmaginabili in Spagna e Canada! In Italia figuriamoci che fino a qualche anno fa ci si faceva raccomandare dall'Arcigay pur di non far il militare. Con la leva volontaria, sinceramente non credo ci siano chiari impedimenti per un gay di entrare nell'esercito.
posted by Andreas Martini @ 3:13 PM  
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Name: Andreas Martini
Home: Roma, Italy
About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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