Ne è convinta
Chiara Lalli, del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, e insieme a quest’ultima le tante associazioni che sostengono i Radicali Italiani. C’è l’urgenza di far comprendere all’opinione pubblica che il ddl Bindi Pollastrini, secondo le anticipazioni e le indiscrezioni della stampa, potrebbe limitare diritti già riconosciuti piuttosto che estenderne di nuovi; c’è l’emergenza di elaborare una strategia politica che consenta alla parte laica dell’Unione di intervenire in un dibattito che sembra ormai circoscritto ai Teodem ed alla Curia e che dia loro modo di proporre quelle modifiche atte a rendere il testo finale il più possibile adeguato alle aspettative dei diretti interessati, in particolare delle coppie gay.
L’obiettivo è assai difficile da raggiungere se si considera che, a parte la Conferenza Episcopale Italiana, sono ben pochi quelli che hanno avuto modo di leggere la bozza del progetto di legge sulle coppie di fatto; infatti in questo clima oscurantista gli esclusi dal tavolo delle trattative si trovano costretti a dibattere su mere indiscrezioni. Poco male si potrebbe dire, poichè, come affermò Oscar Wilde, e come ci ricorda Franco Grillini, “non c’è nulla di più vero delle indiscrezioni”.
Pur dovendosi basare su queste ultime, in particolare su quelle pubblicate da “Il Messaggero” dello scorso primo febbraio, il magistrato e consigliere presso la Corte d’Appello di Salerno,
Bruno De Filippis, intervenuto telefonicamente alla conferenza stampa promossa ieri dai Radicali Italiani e dall’Associazione Luca Coscioni, ha elaborato una preziosa critica tecnica, e non politica, a quello che sarà, secondo l’eurodeputato
Marco Cappato, il testo di una “legge fasulla”.
Secondo il magistrato salernitano i limiti imposti dalla cultura e dalla morale cattolica hanno impedito ai redattori del testo di legge di “rispondere a quei principi di chiarezza e non contraddizione che si richiedono ad una legge”. Gi estensori, non per incapacità, ma perché costretti a dare una definizione delle coppie di fatto che non fosse nemmeno lontanamente paragonabile al modello tradizionale di famiglia, hanno prodotto un testo poco chiaro e quindi poco efficace: secondo il testo di legge, formerebbero una coppia di fatto “due persone, anche dello stesso sesso, legate da reciproci vincoli affettivi e che convivono stabilmente”. De Filippis si chiede a questo punto cosa si intenda per “stabile”, cosa sia un vincolo affettivo e cosa non lo sia. Sembra infatti paradossale che due persone legate da un vincolo di amicizia potranno accedere a questo nuovo istituto - che molto probabilmente non si chiamerà PaCS ma “DICO” (Diritti delle persone conviventi) – ma non vi potranno accedere quelle coppie nelle quali una delle due è in attesa di divorzio. Anzi, in quest’ultimo caso i soggetti coinvolti rischierebbero la reclusione da 1 a 3 anni ed una multa da 3 a 10mila euro. La poca chiarezza si riscontra anche negli articoli sul permesso di soggiorno per il partner extracomunitario, che rimanda alle norme comunitarie, e sulla reversibilità della pensione, il quale oltre che prevedere tempi molto lunghi per l’acquisizione del diritto (si parla di 10 o 15 anni) rinvia il tutto al riordino del sistema pensionistico. Si prevede quindi, in quest’ultimo caso, un diritto indefinibile ed indeterminabile.
I pochi punti certi sono il diritto di “visitare ed accudire” il partner malato e quello che garantisce la possibilità di designare “l’altro suo rappresentante… in materia di salute; e, in caso di morte, per la donazione di organi, trattamento del corpo e funerali”. Sembra, allora, a
Sergio Rovasio, segretario generale della gruppo parlamentare la Rosa nel Pugno, una legge che tuteli un “progetto di morte” e non una progetto di vita.
Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani, riferendosi ad un lancio d’agenzia ha ricordato che “La senatrice della Margherita Paola Binetti ha dichiarato che le coppie di fatto non possono essere registrate. Entrambi i conviventi dovrebbero dichiarare unilateralmente di coabitare con un'altra persona. l'indirizzo della coppia dovrebbe essere quindi desunto solo dagli indirizzi uguali. E' una proposta - ha concluso Bernardini - che fa capire quale enorme distanza ci sia tra il Paese e gli ipocriti politici italiani''.
Su queste basi, la legge si prevede sarà uno scempio e Chiara Lalli lascia aperto un dubbio che in molti, compreso chi scrive, continuano a porsi: accettare questi “4 o 5 mini-diritti” o è preferibile il nulla?
Articolo ripreso da Gaynews,
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E vabbè, mi dirai che come al solito ce l'ho sempre con lui... Ma perchè Grillo ancora nn ha detto nulla sul contenuto passato oggi? Gli piacciono i DICO...praticamente un regolamento di condominio...