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lunedì, maggio 14, 2007
Riflessioni, poche e confuse, sul "coraggio laico".
Andando verso Piazza Navona per la manifestazione indetta dalla Rosa nel Pugno (nome rimasto solo per chi volesse riassumere in un’unica sigla i socialisti ed i radicali o per qualche nostalgico come me) continuavo a chiedermi perché in Italia ad essere laici ci vuole coraggio. Non mi sono dato immediatamente una risposta, perché non ci sono riuscito. Non siamo mica in un regime religioso, dove se non segui la religione di stato sei condannato all’inferno in terra. Il dubbio è rimasto per tutto il tragitto sul tram e poi fino alla piazza. E nemmeno arrivato lì me lo sono riuscito a levare.
L’unico coraggio con cui io sono andato lì ieri è quello delle mie idee e delle mie convinzioni. Le stesse di almeno un milione di persone che alle ultime elezioni hanno votato la Rosa nel Pugno. In quella piazza però di persone ce ne erano, come prevedibile, molte meno, un paio di decine di migliaia, a dir tanto.
Oggi a quella mia domanda risponde Eugenio Scalari su Repubblica: “La sproporzione delle forze in campo era evidente e proprio per questo è stata usata la parola coraggio”.
Io rimango convinto che di coraggio ne debbano aver avuto anche i promotori e tutto il milione (?) di partecipanti del Family Day! Coraggio nel dire che non sarebbe stata una manifestazione “contro” ma “per”, che sarebbe stata una manifestazione senza colore politico, che sarebbe stata una manifestazione moderata e non discriminatrice. Ogni singolo politico presente, ogni singolo intervento e gran parte degli slogan hanno contraddetto tutti i buoni propositi. Non avranno nemmeno il coraggio di ammetterlo ora che la piazza ha parlato.
Noi che tutto questo lo sapevamo abbiamo scelto una piazza coraggiosa nel non doversi nascondere dietro promesse demagogiche e populistiche strumentalizzazioni. Noi eravamo pochi infatti, perché l’Italia non è un paese di coraggiosi ma un paese di ipocriti senza coscienza politica. A tutti i livelli. Anche tra noi glbt. Per una volta, però, la colpa non è solo di quei gay che piuttosto che scendere in piazza hanno preferito la tintarella sulla spiaggia gay di Ostia. Sicuramente avremmo preferito che fossero stati con noi a fare numero e “voce”, ma è troppo riduttivo prendersela solo con loro. In Piazza Navona gli assenti erano molti altri. La battaglia per la laicità non è e non può essere una battaglia solo per gay. Dovrebbe essere una battaglia di tutti quelli che credono nelle libertà e nella pari dignità delle persone e non possono essere solo gli omosessuali a farlo.
Sabato non è stata persa nessuna guerra. Se ce ne fosse stata una, noi laici l’avremmo persa in partenza, quanto meno sui numeri. In quanto a spazio mediatico, però, contro ogni previsione, non è andata così. Tutti i TG hanno dato grande spazio ad entrambe le manifestazioni e sui due maggiori quotidiani nazionali mi è sembrato di cogliere un forte senso critico verso la manifestazione cattolica e un generale apprezzamento per il coraggio della piazza laica. Purtroppo però la classe politica, anche questa molto più presente – anche solo idealmente - al Family Day, smentirà l’ecumenico Fassino: ascolterà solamente le rivendicazioni delle famiglie “tradizionali”. Ascolterà, prima di tutto, il loro invito più semplice, quello a “chiudere il capitolo” Dico.
Quel capitolo molto probabilmente verrà chiuso, incompiuto. Il Parlamento ascolterà un solo “no” e nessuno di quei tanti illusori “si” con cui, propagandisticamente, le associazioni cattoliche e le parrocchie, hanno convinto le famiglie a scendere in piazza.
La famiglia è in pericolo: non per colpa della lobby laica (che purtroppo non esiste!), ma per colpa dell’unica vera potente lobby italiana, quella cattolica. Questa la sta sfruttando per puri scopi ideologici e per giochi di potere: non vogliono perdere il controllo dell’ultimo baluardo occidentale del cattolicesimo.
Il piccolo popolo di piazza Navona ha un doppio gravoso compito: risvegliare la cultura laica e liberale e richiamare alla realtà quella dei cattolici illusi. Questo Parlamento molto probabilmente non riuscirà ad approvare una legge sulle unioni civili omosessuali, ma voi cattolici non potrete gioirne. Non ci sarà nessun diritto per le nostre famiglie ma al contempo non ci sarà nessuna tutela in più per le vostre famiglie. Gioiranno solamente il potere ecclesiastico ed il mondo politico cattolico. Due piazze distanti sui valori ma unite contro il Governo e nella sconfitta.

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posted by Andreas Martini @ 2:54 AM  
4 Comments:
  • At 3:15 PM, Anonymous Anonimo said…

    Nulla da aggiungere, la penso esattamente così. Raramente vedo l'immediato futuro con poche speranze; questa volta purtroppo è così :\
    Staremo a vedere come evolverà la situazione

    Grazie per il link :)
    Daniele

     
  • At 12:16 AM, Blogger Otimaster said…

    Sai Andreas, non andrai mai daccordo con me (non viceversa), ma fra i commenti della tua parte il tuo è sicuramente uno dei più piacevoli e condivisibili da leggere.
    Condivisibile perchè sicuramente i laici un po' più di coraggio ce lo dovevano mettere e perchè per quanto mi sia sforzato di convincere chi mi legge che si andava li per la famiglia e non contro i DICO quasi nessuno mi ha ascoltato.
    Resto comunque convinto che era giusto manifestare, non contro di voi, ma per noi, purtroppo mi sono scontrato con la sordità di molti dei miei e mi spiace dirtelo con il muro di irragionevolezza innalzato da molti dei tuoi.
    Ciao

     
  • At 12:12 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Sky, se ci siamo linkati è perchè condividiamo molte cose e quindi raramente dobbiamo aggiungere qualcosa! :-)

     
  • At 12:28 PM, Blogger Andreas Martini said…

    Master, non dare per scontato che anche io non possa condividere delle tue riflessioni o idee.
    Per esempio concordiamo che vada fatto qualcosa per aiutare le famiglie. Non siamo d'accordo sui metodi, io credo nelle politiche di welfare state tu crederai in altro ma questo è solo frutto delle proprie ideologie politiche.

    A me era chiaro e infatti lo scritto che quella piazza era partita ed è finita per essere una piazza contro i dico e contro le persone omosessuali. Sono sicurissimo che ci saranno interventi una tantum per le famiglie ma nessuna riforma strutturale, dei contentini insomma e quindi quella piazza sarà stata inutile se non a minacciare la libertà di milioni di persone come me.
    Il diritto di manifestare è di tutti qundi chiaro che entrambe le manifestazioni fossero giuste.
    Non prendo difese di parte tra sordi e irragionevoli.

    Ah, per piacere continuate a fare polemica sul Pride e la scelta di farlo terminare a Piazza San Giovanni? Nel 2000 tutte le polemiche ci hanno portato moooolto bene! :-)

     
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Name: Andreas Martini
Home: Roma, Italy
About Me: Andreas Martini è uno pseudonimo, ma non sono "una velata": sono visibile dappertutto, ma per scelte diverse, anche politiche, non lo sono su questo blog e nella rete. 26enne, 100% orgoglioso abruzzese, 100% innamorato di Roma, la città che dal 2000 mi ha adottato. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista praticante. Il mio blog è il mio impegno nella lotta per i diritti civili glbt. C'è anche attivismo vero: sono iscritto all'associazione di ispirazione socialista Rosa Arcobaleno e alla Federazione dei Giovani Socialisti.
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